ATTORNO ALLA TAVOLA
A cura di CARLO PASSERA [ passera.web@asa-press.com ]


IL PANETTONE DIVENTA DOC



Il decreto è del 22 luglio 2005 ma, entrato in vigore il 29 gennaio scorso, ha i suoi primi effetti proprio in questi giorni. Il provvedimento - adottato congiuntamente dal Ministero delle Attività produttive e dal Ministero delle Politiche Agricole – dovrebbe infatti garantire che in questi giorni sulle nostre tavole giungano panettoni e pandori «doc», o perlomeno di qualità più sicura. Per la prima volta, quest’anno possono infatti chiamarsi «panettone» e «pandoro» soltanto i dolci natalizi che rispettano precise regole di produzione: il decreto stabilisce definizione, forma, composizione e processi produttivi di queste specialità. Soltanto i dolci realizzati secondo il disciplinare sancito dal decreto potranno utilizzare la denominazione riservata «Panettone» e «Pandoro». Garantiti contro gli inganni, dunque? Ovviamente solo in parte: fatta la legge, non è detto che venga rispettata, il truffatore è dietro l’angolo. Rimane il pericolo che vengano messi in commercio prodotti che non rispettano la nuova legge, magari con denominazioni alternative quali, ad esempio, «dolce di Natale». Quindi, attenzione: diffidare delle vendite sottocosto (una legge del 2001 che disciplina tale tipo di commercio consente la commercializzazione a prezzi ribassati dei prodotti tipici delle festività tradizionali soltanto dopo che è trascorsa la ricorrenza) e occhio anche all’abuso dei termini «artigianale» e «produzione propria», il cui utilizzo non viene disciplinato nel nuovo decreto. Per avere una qualche garanzia – spiega Confartigianato - è utile leggere bene l’etichetta: le percentuali degli ingredienti di panettoni e pandoro artigiani sono in genere superiori rispetto a quelle minime stabilite dalla nuova legge. Che sono le seguenti:

IL PANETTONE - La denominazione è riservata al prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida, di forma a base rotonda con crosta superiore screpolata e tagliata in modo caratteristico, di struttura soffice ad alveolatura allungata e aroma tipico di lievitazione a pasta acida. L'impasto del panettone deve contenere i seguenti ingredienti: farina di frumento; zucchero; uova di gallina di categoria A o tuorlo d'uovo, o entrambi, in quantità tali da garantire non meno del 4% in tuorlo; materia grassa butirrica, in quantità non inferiore al 16%; uvetta e scorze di agrumi canditi, in quantità non inferiore al 20%; lievito naturale costituito da pasta acida; sale. Il produttore può aggiungere anche i seguenti ingredienti: latte e derivati; miele; malto; burro di cacao; zuccheri; lievito fino al limite dell'1%; aromi naturali e naturali identici; emulsionanti; acido sorbico; sorbato di potassio.
IL PANDORO - La denominazione è riservata al prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida, di forma a tronco di cono con sezione a stella ottagonale e con superficie esterna non crostosa, una struttura soffice e setosa ad alveolatura minuta ed uniforme ed aroma caratteristico di burro e vaniglia. L'impasto del pandoro deve contenere i seguenti ingredienti: farina di frumento; zucchero; uova di gallina di categoria A o tuorlo d'uovo, o entrambi, in quantità tali da garantire non meno del 4% in tuorlo; materia grassa butirrica, in quantità non inferiore al 20%; lievito naturale costituito da pasta acida; aromi di vaniglia o vanillina; sale. Il produttore può aggiungere anche i seguenti ingredienti: latte e derivati; malto; burro di cacao; zuccheri; lievito fino al limite dell'1%; zucchero impalpabile; aromi naturali e naturali identici; emulsionanti; acido sorbico; sorbato di potassio.

Accanto alle versioni ‘classiche’ di panettoni e pandoro, il Decreto disciplina le versioni ‘speciali e arricchite’, cioè quelle con farciture, ripieni, glassature e decorazioni, che comunque dovranno contenere almeno il 50% dell'impasto base. Inoltre, tutte le variazioni sul tema dovranno essere riportate in etichetta, accanto alla denominazione riservata, per consentire così al consumatore di comprendere agevolmente le reali caratteristiche del prodotto che lo differenziano dalla versione classica (ad esempio: «Panettone senza canditi, ricoperto di cioccolato con farcitura alla crema e nocciola»).

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