PERCORRENDO LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com ]

Cronache di frontiera
Latte tedesco per Galbani e Parmigiano Reggiano e prosciutti made in Nederland diretti nel Parmense

Dopo la sbornia enoica post Vinitaly, rassegna ormai consacrata più alle premiazioni che agli affari, con un turbinìo di medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, per tacere di diplomi, targhe ed encomi vari celebrati con cene e pranzi di gala. Pioggia di benemerenze elargite a profusione a produttori, négociants, ristoratori, media cartacei e televisivi, giornalisti eno-innamorati, insomma un premificio dove in un prestigioso concorso si è visto al primo posto sul podio la società Inniskillin Wines Inc quale miglior cantina del mondo situata in un Paese notoriamente ad elevata vocazione vitivinicola qual è il Canada (vedi www.vinitaly.com/concorsoenologico). Detto ciò è opportuno cambiare discorso raccontando una mattinata alle frontiere del Brennero e del Fréjus per capire, segnatamente ai prodotti agroalimentari, cosa ci viene spedito. Sollecitato dalla Confederazione Produttori Agricoli (Copagri) che giustamente hanno gli incisivi, e anche i canini, avvelenati in particolare per i ridicoli prezzi del latte pagati ai nostri allevatori, il Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia ha a sua volta “sensibilizzato” Guardia di Finanza, Carabinieri e Digos per gli opportuni controlli. La prima autobotte fermata alle 7,30 carica di latte, condotta da una corpulenta signora bionda – il tutto è stato documentato dal quotidiano “Dolomiten” e dall’emittente Tv RTR – mostra la bolla con destinazione Galbani di Casale Cremasco (Cr); due ore più tardi un altro camion della Latteria Mortaretta di Reggiolo (Re) trasporta latte pastorizzato pagato, dichiara l’autista tedesco, 22 centesimi, destinato a produrre mozzarelle per pizzerie e al Parmigiano Reggiano. Altro camion proveniente dalla Germania e diretto a Napoli trasporta anch’esso latte pastorizzato. Seguono altri Tir con prodotti per l’insegna discount Lidl, precisamente formaggi e mozzarelle. Solo latte e caci? Macché, ecco che si controlla un bilico zeppo (curioso) di pane-baguette e un altro carico di meloni provenienti dalla Costa Rica, direzione Verona. Va da sé che non si possono fermare i moltissimi camion che arrivano nel Belpaese. Tuttavia, per l’energica pressione esercitata dai leader di Copagri, il funzionario della questura attorno alle 10 decide di bloccare tutti gli automezzi che varcano il confine del Brennero. Si trova di tutto, un carico di olio di palma (non si è saputo né l’uso né la destinazione), un altro di glucosio, poi uno di piselli e carote proveniente dalla Polonia. Quisquilie, vuoi mettere questi modesti ortaggi con ciò che è stato trovato su un Tir? Un consistente carico di prosciutti provenienza Germania, destinati alla premiata ditta Alcar Uno di Castelnuovo (Mo). Passano al vaglio, perché regolarmente piombati e con regolari bollette, altri autocarri che dichiarano di trasportare cioccolato russo e altri con mezzene di carni non meglio specificate. Ancora una autobotte di latte destinata alla Amalattea di Villagrande (Nu) e un'altra proveniente dalla Germania diretta alla Latticini Molisani. Per chiudere ecco fermato un bel Tir diretto a Collecchio (Re) carico di prosciutti cotti tutti già timbrati. Il giorno successivo anche al valico del Fréjus si sono ripetuti i controlli. Personalmente non sono in grado di essere preciso sugli esiti e su quanto bilici, Tir e autobotti trasportavano; credo tuttavia che se è pur vero che con ragione urliamo contro le contraffazioni a danno del nostro agroalimentare che si perpetrano oltre confine, qualche seria riflessione sui taroccamenti che facciamo in patria vada fatta. Ripensandoci, il termine riflessione è ben poca cosa considerando i moltissimi tir-frigo che arrivano da Olanda, Polonia e Germania; dei troppi prosciutti provenienti dal nord della Germania e dalla Danimarca (sono stranieri 4 prosciutti su 5, ma non si vede - afferma Coldiretti) ma anche dall’Olanda e da altre contrade, destinati alle aree Dop; delle tonnellate di ortofrutta che arriva da ogni dove malgrado le enormi estensioni di aree agricole di casa nostra e delle migliaia di serre esistenti per prodotti di IV gamma e di controstagione. Sarà ora che anche da parte nostra, intendo “comunicatori”, si dia più energicamente più spazio e più voce a queste problematiche sacrificando magari la glorificazione di qualche kermesse.

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