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PERCORRENDO
LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com
]
Quattro passi in Galleria
Indagine sullo shopping nei centri commerciali dove
la parola d’ordine è: trasformare il dovere della spesa in
piacere
Escludendo gli acquisti negli ipermercati inseriti nei Centri Commerciali
dove si comperano prevalentemente prodotti alimentari, una recente indagine
eseguita dall’Istituto McKinsey ha focalizzato i comportamenti dei
visitatori delle gallerie degli stessi Centri e le motivazioni per cui
si frequentano. Di fatto queste mega strutture erette alle propaggini
delle città hanno sostituito con architetture moderne e attrattive
innovative le piazze dei paesi, delle cittadine e financo delle metropoli.
Sono diventati, ad esempio, primari punti di aggregazione per i giovani
riscontrabile dallo sciame di scooter che qui si ritrovano come un tempo
al bar o all’oratorio. Oltre ad ampi parcheggi gratuiti i giovani
trovano un habitat consono alle loro esigenze; dalla sala giochi al cinema
multisala, ad una food court che spazia dalla pizzeria a MacDonald’s,
al sushi bar e a tutta una serie di punti di ristoro etnici a prezzi decisamente
più economici dei centri e delle periferie cittadine. Inoltre,
una sbirciatina ai negozi di elettronica e a quelli dell’abbigliamento
più trendy che spesso propongono proprio in questi Centri le anteprime
della loro produzione, li tengono informati stuzzicandoli in pari tempo
affinché genitori e parenti provvedano a rifornirli di soldi per
acquistare ciò che hanno adocchiato.
Questo riguardo la fascia giovanile. Ma qual è il comportamento
degli over 30 sia single sia con famiglia? Per decrittare correttamente
come e perché si va in un Centro Commerciale è opportuno
esaminare il contesto. Senza disturbare la sociologia che spiega i mutamenti
appunto sociali e culturali, anzitutto serve considerare l’enorme
spinta del marketing che studia e poi indica per prima cosa la location
della struttura tramite ricerche basate sulla segmentazione psico-socio-culturale
del potenziale bacino d’utenza e contestualmente cosa è meglio
proporre e come posizionare i negozi e le diverse tipologie di merci e
di servizi che offrono. Insomma, identificare cosa e come “trasformare
la spesa da dovere a piacere”.
Numeri e dati sono noiosi ma è necessario elencarli per capire
quali sono le 10 attività più praticate dai frequentatori
delle gallerie dei Centri Commerciali. Sinteticamente: il 48% ci va semplicemente
per passeggiare considerando inoltre che d’inverno si sta caldi
e d’estate si gode il fresco dell’aria condizionata (tempo
fa persino il Governo consigliò agli anziani la loro frequentazione),
il 44% per comperare i vestiti per sé, il 40% per bere qualcosa,
il 36% per mangiare qualcosa, il 33% per ispirarsi con nuove idee ed il
26% per scoprire nuovi prodotti. Il 25% per acquistare regali, il 22%
per comprare complementi d’arredo per la casa, il 18% per l’abbigliamento
dei bambini e il 15% per acquistare capi per il partner. Ma, a monte,
i motivi più importanti dichiarati sono esattamente: a) per rompere
la monotonia, b) per comperare qualcosa, c) per passare il tempo con gli
amici.
Ognuno tragga le conclusioni che meglio si attagliano al proprio punto
di vista. Di certo gli strateghi che progettano, organizzano e realizzano
questi Centri e relative Gallerie ne faranno tesoro, anzi, ne hanno già
fatto tesoro. Hanno compreso anzitutto che occorre puntare sempre più
sulla leisure affinché il visitatore trovi questi posti entusiasmanti
e sorprendenti con iniziative e spunti sempre nuovi. Evitare in futuro
che i Centri si assomiglino, il non distinguersi l’uno dall’altro
significa appiattimento, quindi occorrerà diversificarsi cercando
il più possibile di glocalizzarsi. Come dire che sarà vincente
chi affiancherà le insegne nazionali e internazionali a negozi
tipici che esaltino prodotti e manufatti dell’artigianato locale.
Altro spunto, l’inserimento più massiccio di servizi: ufficio
postale, banche, farmacie, infermerie di pronto soccorso, servizi comunali
come l’anagrafe, palestre, solarium, lavanderie, negozi per le piccole
riparazioni, ecc. Laddove alcuni di questi ci sono già, oltre che
utili risultano molto graditi. All’estero esempi simili sono molti
e funzionano egregiamente. Vero è che altrove c’è
molto meno burocrazia, comunque mai ottusa come dalle nostre parti, meno
vincoli e anche meno balzelli, tuttavia, se il traguardo è quello
di fornire una ‘shopping experience’ gratificante per tutta
la famiglia, le direttrici ci sono.
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