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PERCORRENDO
LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com
]
Consumi
E’ boom per piatti pronti e mini porzioni
Che siano i 7 milioni di single a far schizzare le vendite dei
cibi ready to eat e miniporzionati, per tacere delle insalate di IV gamma
aumentate nel 2007 del 4,2%, in netta controtendenza rispetto al consumo
di verdure in generale (-2,6%) ?
Probabilmente questo è uno dei fattori, tuttavia credo occorra
aggiungerne almeno un altro paio: gli anziani, con esigenze alimentari
più limitate e il peso dell’inflazione, ossia meno soldi.
Riguardo infine alle verdure lavate, tagliate e pronte per il consumo,
l’incidenza maggiore degli acquisti è da ascrivere non soltanto
ai single ma alle famiglie in generale (del Nord soprattutto) nonché
alla ristorazione pubblica che ne fa largo uso. Le cosiddette “insalatone”
consumate al bar durante la pausa pranzo sono prelevate da buste e vaschette
identiche a quelle che troviamo al supermarket. Ma veniamo alle statistiche:
secondo l’Istat le famiglie italiane con un singolo componente sono
5.977mila e negli ultimi anni tendono ad aumentare con tassi superiori
al 5%. Destinano in media alla spesa mensile 1.614 euro dei quali un terzo
dedicato all’abitazione e il 18,5% all’alimentazione.
Si tratta, infatti, - sostengono alla Coldiretti - di un segmento di popolazione
con uno stile di vita attento a risparmiare tempo a favore del lavoro
e soprattutto dello svago, senza rinunciare però al consumo di
prodotti freschi, indispensabili per la buona alimentazione e la salute.
I comportamenti d’acquisto dei single hanno spinto il consumo di
verdura e frutta pronte all’ uso che ha superato i 40 milioni di
chili per una spesa di 350 milioni di euro per soli acquisti casalinghi
e sono stati anche per questo inseriti recentemente nel paniere per il
calcolo del Pil.
Ma si moltiplicano anche piatti pronti come la pasta precotta con condimento
aggiunto da scaldare con il microonde o i sughi monoporzione da 80 grammi,
quindi ravioli e tortellini di pasta fresca pronti in 2 minuti, poi ricette
di riso, di pesce e di carni pre cucinate, i piatti etnici e quelli con
servizio aggiunto con il boom dei salumi già affettati, i cubetti
di pancetta, il formaggio grattugiato per una carbonara espressa, la pizza
surgelata, eccetera. E l’innovazione di mercato per i single (e
non solo) riguarda anche l’arrivo delle baby angurie da 2 chili
invece delle classiche da 10, i cubetti di Parmigiano Reggiano da 25 grammi
non sono una novità ma recentemente registrano un’impennata,
così come in crescita gli acquisti di uova in confezioni da due
o da quattro pezzi. Va da sé che queste manipolazioni in termini
di selezione, preparazione e di packaging hanno un costo che pesa sulla
spesa alimentare. Alla luce di queste ‘service convenience’
si dovrebbero abbattere o quantomeno diminuire gli sprechi. Non è
proprio così, un’occhiata nei frigoriferi dei single, in
particolare, rileva ammonticchiamento di scarti e ‘avanzi’
d’ogni genere che prima o poi (quasi sempre poi) finiscono in pattumiera.
Le ragioni?
Sono molte e un po’ complicate da spiegare poiché toccano
la sfera culturale e sociologica. I single, maschi e femmine, diventano
tali quando si schiodano dalla famiglia, e ciò dalle nostre parti
avviene, generalmente, attorno ai 25 anni quando non dopo. Quindi non
sono usi all’acquisto dei cibi (troppo, poco, non leggono le etichette,
ignorano le scadenze, comprano d’impulso affascinati e un po’
storditi dall’enorme offerta, ecc), sia a razionalizzare i comportamenti
d’uso. Prima ci pensava mammà, sia a comprare sia a cucinare,
vietando inoltre intromissioni in cucina. Sanno usare perfettamente palmari,
computer, iPod, stereo e tutti gli strumenti informatici dell’ultima
generazione ma si inceppano davanti a tensione e minutaggio del microonde.
Problemi moltiplicati ai fornelli, anche in questo caso cotture esagerate
o minime, assemblaggi e accostamenti di cibi raccapriccianti.
Benvenuti quindi a piatti pronti e monoporzioni, i single faranno esperienza
sulle loro spalle e loro tasche, gli anziani sfrutteranno l’esperienza,
produttori e trasformatori si arricchiranno ancora di più ma il
progresso non si arresta. Auspicabile che anche raziocinio e buon senso
facciano altrettanto.
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