|
PERCORRENDO
LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com
]
Agricoltura
Le api non volano più
Dimezzate le api, a rischio un terzo delle coltivazioni
Generalmente per tutti noi l’ape non è che un noioso
ronzio, o peggio, la perfida ’”esecutrice” di una dolorosa
puntura. Fin da bambini, complici mamme e nonne, ci hanno terrorizzato
al solo apparire. Le più moderne delle maestre l’hanno usata
come paradigma per tentare ingenuamente di spiegare i misteri della procreazione
invece di raccontare come questo imenottero sia centrale per l’intero
sistema biologico della natura. Senza di loro è a rischio non solo
la produzione di miele e suoi derivati, ma l'equilibrio naturale globale,
con effetti sulla salute, ma anche sull'alimentazione, che dipende per
oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il loro lavoro di
insetti, al quale proprio le api concorrono per l'80%.
I preoccupanti segnali d’allarme sulla massiccia moria di questi
insetti lanciati già lo scorso anno allertando (ma neppure troppo)
gli apisti, non sono stati raccolti men che meno da noi della stampa specializzata.
Ora persino i Tg di tutti i network l’anno posto in evidenza. C’è
una riduzione del 30-50% del patrimonio apistico nazionale ed europeo.
L'allarme è lanciato ovviamente oltre che dagli apicoltori, dalla
Coldiretti in riferimento ai dati divulgati dall'Agenzia per la Protezione
dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT), che evidenziano nel 2007
la perdita in Italia di 200mila alveari, con un danno economico per la
mancata impollinazione stimato in 250 milioni di euro. Prodotti come mele,
pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche,
susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e colza dipendono
completamente, o in gran parte, dalle api per la produzione dei frutti
così come la maggior parte delle colture orticole da seme. Il fenomeno
dello spopolamento, comune in molti continenti, a partire dagli Usa e
dall'Europa, è denominato "Colony Collapse Disorder"
(CCD) ed ha effetti gravi anche in Italia dove a rischio – sostengono
in Coldiretti - è una popolazione stimata in circa 50 miliardi
di api e un milione di alveari, le quali offrono, come impollinazione
alle piante agricole lungo tutto lo Stivale, un servizio del valore stimato
in 2,5 miliardi di euro l'anno.
Molte e differenti le teorie sulle cause del profondo malessere che sta
colpendo le api; si ipotizza la responsabilità delle onde elettromagnetiche,
che secondo uno studio inglese determinerebbe morie fino al 70 %, ma anche
gli effetti dei cambiamenti climatici, dell'inquinamento ambientale, nonché
gli eventuali effetti di contaminazioni con organismi geneticamente modificati
(Ogm). Ma tra i principali sospettati ci sono i parassiti come virus o
batteri sconosciuti e agro-farmaci, che potrebbero anche agire in combinazione
procurando l'indebolimento e l’uccisione delle api.
|
|
|