PERCORRENDO LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com ]


Sommario

Consumatori
Conoscere la provenienza degli alimenti è un must


Distribuzione automatica
La corposa realtà del vending

Ristorazione
Pane e salame all’happy hour


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Consumatori
Conoscere la provenienza degli alimenti è un must
All’annuale Forum di Cernobbio organizzato da Coldiretti e Studio Ambrosetti è stata presentata l’indagine “Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione” curata da SWG dove, tra le tante risposte, emerge l’esigenza di conoscere con certezza la provenienza dei prodotti alimentari che si acquistano. Quasi 9 italiani su 10, infatti, si fidano di più se ciò che arriva sulle loro tavole è stato prodotto entro i confini nazionali, mentre in Europa la provenienza nazionale, pur essendo importante per 2 consumatori su 3, non rappresenta una discriminante d'acquisto altrettanto forte. Il bisogno di sicurezza degli italiani trova ulteriore riscontro nella unanime (98%) richiesta di indicazione del luogo di allevamento o di coltivazione degli alimenti. Questo atteggiamento, trascurato sino a poco tempo fa, rappresenta oggi un punto fermo nei comportamenti d'acquisto degli italiani per i quali, riguardo l'etichettatura d'origine, sono sempre più consapevoli, rigorosi ed esigenti. Oltre la metà del budget dei consumatori italiani per l'acquisto di alimenti sono ora destinati a quei prodotti dove è possibile riconoscere la provenienza. Il presidente della Coldiretti Sergio Marini ha sottolineato che proprio alla luce di ciò “Resta comunque ancora molto da fare per togliere dall'anonimato tutti gli alimenti che non pongono in etichetta la loro origine; dai salumi ai formaggi, dalla carne di maiale e di agnello, dalle conserve vegetali ai succhi di frutta,e anche per il latte a lunga conservazione”. Va ricordato infine che i consumatori italiani, secondo l’indagine presentata, associano al made in Italy le caratteristiche di genuinità (58%), sicurezza (57 %) e gusto (54 %) mentre elementi secondari sono la naturalità e il costo segnalati solo da circa il 25 per cento degli intervistati.

Distribuzione automatica
La corposa realtà del vending

Sino a poco tempo fa le “macchinette” erogatrici di cibi e bevande erano considerate un canale emergenziale. Psicologicamente lo sono ancora, tuttavia leggendo il primo studio congiunturale sul settore emerge una fotografia molto nitida sugli usi e costumi dell'Italia che lavora. Infatti, questi erogatori sono installati capillarmente e abbastanza omogeneamente su tutto il territorio, in uffici e aziende, scuole, università e altre comunità, il 3,9% in ospedali e ministeri, solo lo 0,5% ad oggi in luoghi aperti al pubblico come stazioni e metropolitane sale cinematografiche e teatri. Ciò che è stato definito una “americanata” appresa appunto da film e telefilm made in Usa il sistema vending è attualmente una realtà costituita da 1.731.000 macchine installate in Italia, una ogni 35 abitanti, eroganti 6 miliardi di consumazioni per un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro. Motore del successo davvero esponenziale di questo mercato, che in un quinquennio ha visto moltiplicarsi il numero degli erogatori installati, è il caffè con quasi 4 miliardi di consumazioni, di cui circa 2 miliardi da caffè in grani, oltre 1 miliardo di cialde, 120.00 caffè solubile e 604 milioni di altre bevande calde. Caffè, oggettivamente sempre più qualitativamente buono sia per l’attenzione dedicata da industriali e torrefattori, sia per la maggiore affidabilità di questi dispositivi seguiti generalmente da un service puntuale che si occupa della igienizzazione delle macchine e dei rifornimenti. A seguire, tra i prodotti erogati, l’acqua in bottiglia tant’è che siamo di fronte ad una autentica "acqua-mania", con un consumo di oltre 650 milioni di bottigliette. Se è pur vero che il grosso del fatturato riguarda appunto l’erogazione di caffè e dell’acqua minerale, va evidenziato che sono in forte crescita i distributori di prodotti freschi, in particolare di frutta, verdura, (notevole la campagna che alcune Regioni hanno promosso nelle scuole elementari e medie), yogurt, macedonie, ecc. Soltanto 5 anni fa la presenza di questi prodotti nei distributori era praticamente inesistente, mentre ora hanno il 7% della categoria di appartenenza. Basti ricordare che di soli succhi di frutta ne vengono erogati 70 milioni di bottigliette. Classificati come snack, o rompi-digiuno, superano oggi la cifra di 50.000.000 di consumazioni. Il distributore automatico, non solo fornisce cibi confezionati garanti di sicurezza igienica e di elevato controllo grazie al rispetto assoluto della catena del freddo e delle regole della tracciabilità introdotte dalla normativa europea. Non più “infernali macchinette” emergenziali quindi ma un autentico canale di vendita.

Ristorazione
Pane e salame all’happy hour

Occorreva trovare una terminologia di moda per far riflettere che anche i più fanatici frequentatori del rito dell’aperitivo sul cibo (sic) offerto a prezzi da gioielleria fosse in realtà perlopiù robaccia: salatini ottuagenari, pizzette rancide, pasta scotta, riso bollito lungo come le chiome di Lady Godiva irrorato con salsine misteriose, e via elencando. “Così risparmio le cena; è tutto compreso nel prezzo”. Questo il leitmotiv più scontato ancorché il più scioccamente superficiale. Sette/dieci euro pari a 20mila lirette del vecchio conio, come ormai s’usa dire, valgono davvero un beverone e quelle porcherie? Ci voleva un claim d’effetto per scuotere il popolo dell’aperitivo serale, eccolo: “L’happy hour più cool è a base di pane e salame”. Ma anche prosciutto, mortadella e speck, pancetta, coppa, cotechino, soppressa, ecc. Insomma cibi semplici, sicuri ma soprattutto gustosi e saporiti. L’idea di marketing strategico è nata dall’iniziativa “Salumiamo, fette d’aperitivo” organizzata dall’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, in collaborazione con l’Unione Nazionale Consumatori e il contributo del Ministero delle Politiche Agricole. L’operazione di sensibilizzazione ha coinvolto i locali più trendy della Penisola che ospiteranno 8 incontri in 5 città per far scoprire, soprattutto ai giovani, i prodotti tipici della norcineria italiana. I salumi italiani divengono, quindi, attori principali dell’appuntamento quotidiano per modificare, migliorandole, le abitudini dei giovani, e non solo, di tutta Italia. Per identificare i locali pilota di questa iniziativa: www.salumi-italiani.it. Va tuttavia detto che una tipologia di pubblici esercizi, segnatamente i wine bar (le moderne care vecchie osterie), questo concetto l’hanno afferrato sin dal loro apparire. Un piccolo tagliere di salumi e formaggi nostrani con un buon bicchiere di vino sono il massimo dei pre dinner.