PERCORRENDO LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com ]


Sommario

Bio:colpo di mano della Ue sulla soglia minima di contaminazione


Basta col cibo sotto le ruspe


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Bio:colpo di mano della Ue sulla soglia minima di contaminazione
Chi scrive al biologico“puro & duro” nell’agroalimentare non ha mai creduto. Si dirà, chissene… Eppure, senza passare per cinici ma ragionando razionalmente basterebbe pensare alla situazione sia dei cosiddetti Paesi occidentali sia altrove riguardo l’inquinamento dei suoli e delle acque per tacere di quello atmosferico. Chi è in grado di segnalare un’area anche piccina dove è possibile coltivare, allevare, pescare qualsivoglia cosa di commestibile senza che sia stata intaccato da agenti patogeni che vanificano l’egida del Verbo biologico, vince un bel premio. Negare poi il fattore incontrovertibile per cui il nostro Paese si distingue per estensione di campi allevati con il sistema biologico sarebbe meschino. Fatta salva, per chi ci crede, ad una acquisita coscienza ecologica e informatamente salutistica, la vera ragione sta nel fatto che coltivando o allevando biologicamente si è ottenuta una pioggia di sovvenzioni comunitarie insperate ancorché copiose. Solo per la cronaca malgrado le rigide imposizioni che prevedono i capitolati per queste tecniche coltivative, la Trinacria è sta la più lesta risultando la regione più bio dello Stivale e dell’intera Europa. Parametri restrittivi si diceva, ed ecco la notizia. E' stata approvato a Lussemburgo un nuovo regolamento sui prodotti biologici che prevede la tolleranza di una soglia di contaminazione accidentale di Ogm dello 0,9%. Alcuni Paesi membri (Italia, Belgio, Ungheria e Grecia) avevano chiesto una soglia dello 0,1% ma la proposta non è stata accettata perché non è stata raggiunta la minoranza di blocco. Anche il Parlamento europeo si era schierato a favore di una soglia dello 0,1%. AssoBio, associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici (entità, per intenderci, che fanno pagare il prodotto più caro), parla di decisione grave e, in una nota, il segretario Roberto Pinton, spiega: "Non capiamo che senso abbia chiamare tutti noi ogni 5 anni a votare per eleggere i parlamentari europei, se poi non si tiene conto di quanto decidono. Il parlamento europeo a marzo si era espresso con chiarezza, chiedendo alla Commissione di fissare un limite massimo di contaminazione accidentale da OGM nei prodotti biologici non superiore allo 0.1%, che corrisponde alla soglia di rilevabilità strumentale, contro lo 0.9% proposto dalla stessa Commissione. E i risultati della votazione non davano adito a dubbi: 585 voti a favore, 38 astensioni e soli 35 contrari. Oggi il Consiglio dei ministri agricoli ha confermato la soglia dello 0.9% voluta dalla Commissione, non tenendo in alcuna considerazione le decisioni assunte con una maggioranza schiacciante dal Parlamento, l'unico organo dell'Unione eletto direttamente dai cittadini e la massima espressione della democrazia nel continente". Continuano all’Associazione: "Ora nei prodotti biologici rimane vietato l'uso intenzionale di ingredienti che contengano OGM (quello biologico è l'unico settore agro-alimentare europeo che ne prevede l'esclusione per legge: nemmeno i prodotti DOP e IGP sono esenti da OGM, utilizzabili nei mangimi degli animali), ma se ne tollererà una presenza accidentale massima dello 0,9%, dovuta a contaminazioni che la norma definisce "tecnicamente inevitabili". La decisione del Consiglio dei Ministri agricoli europei con la fissazione di una soglia di contaminazione dello 0,9% ha respinto la proposta di azzeramento del Parlamento Europeo. Si tratta di un duro colpo per un settore che rischia, secondo le stime, un crollo del 60% nei consumi per una crisi di fiducia nei confronti di alimenti scelti e pagati con un differenziale di prezzo proprio perché garantiscono sicurezza e naturalità nel metodo di produzione".

Basta col cibo sotto le ruspe
La notizia ha due facce, una decisamente brutta per non dire tragica, l’altra contenente una speranza ottimistica. E’ apparsa su ‘Panorama’ ma merita riprenderla con qualche personale commento. In Italia, malgrado pensioni da fame, soldi finiti al 10 del mese, cibarie sempre più care, lo spreco annuo di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili ammonta a 1,5 milioni di tonnellate con un valore di mercato di 4 miliardi di euro. Ogni giorno finiscono sotto le ruspe, gettate in discarica o inviate all’incenerimento (laddove gli inceneritori ci sono) 4 mila tonnellate di alimenti, il 15% del pane e della pasta che gli italiani acquistano, il 18% della carne e il 12% di verdura e frutta. Questa l’odiosa realtà evidenziata, a volte, da filmati che mostrano montagne di arance o di pomodori schiacciati da trattori. E pensare che la ‘famigerata’ Aima ha chiuso i battenti da un pezzo. La buona notizia è che questa vergogna si può contrastare. E’ nato infatti un progetto chiamato ‘Last minute market <http://www.lastminutemarket.org/> , concepito dall’Università di Agraria di Bologna che consiste nel recupero delle merci non più commercializzabili ma perfettamente idonee al consumo.
Queste vengono donate a case d’accoglienza per i senzatetto, comunità di recupero dalle dipendenze ed altri enti caritativi. I commercianti che donano questi invenduti riducono i costi di smaltimento dei rifiuti ottenendo inoltre sgravi fiscali. A Ferrara, ad esempio, super e ipermarket e negozi di alimentari hanno diritto a una detrazione proporzionale alla quantità dei beni recuperati, detrazione alla quale però quasi tutti rinunciano devolvendola a un fondo di solidarietà.
In Italia soltanto il ‘Last minute market’ organizza un’intermediazione giornaliera tra donatori e associazioni destinatarie del cibo, senza la necessità dello stoccaggio intermedio come quello del noto Banco Alimentare <http://www.bancoalimentare.it/> (Compagnia delle Opere) che invece dal 1989 recupera le eccedenze di produzione agricola e dell’industria oltre che dalla Gdo (un giorno all’anno parte una campagna dedicata) devolvendole ma dopo appunto averle stoccate e selezionate. Meritorie entrambe beninteso, la differenza sta nel concetto del just-in-time.