PERCORRENDO LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com ]


Sommario

CULTURA ALIMENTARE
MUSEI GOLOSI


ECONOMIA
PIL IN CRESCITA GRAZIE ALL’AGRICOLTURA


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CULTURA ALIMENTARE
MUSEI GOLOSI
Chi ha detto che andar per musei è noioso? Fermo restando che fare ogni tanto un tuffo nella cultura sarebbe salutare per chiunque, va anche detto che il circuito museale nazionale, pur straordinariamente ricco di tesori che tutto il mondo ci invidia, non è che brilli per capacità d’attrazione. In altri termini, marketing e comunicazione, così ben applicate in altri campi, per quanto concerne il mondo della cultura sono pressoché sconosciuti. Detto ciò, nel Parmense esistono i Musei del Cibo pensati e progettati come una rete che intreccia i propri nodi su un concetto guida comune testimoni della storia e attori del suo passato, ma anche protagonisti di un presente che su di essi pone le basi per affermarsi in una realtà che corre su binari in continua metamorfosi. Ebbene, questi musei di noioso non hanno proprio nulla, al contrario. Poiché, come è noto, siamo quello che mangiamo, sapere conoscere, toccare praticamente con mano ‘cos’è’ un certo alimento, ‘come si fa’, che retroterra possiede, quale tradizione inserita in un certo territorio ci è tramandata, sono fattori di indubbio interesse per chiunque. Insomma, l’arte del fare il cibo è la linfa che lo percorre e ne determina la sostanza.
Voluta dall’Amministrazione Provinciale di Parma e coordinata dagli Assessorati alle Attività Produttive e al Turismo, la rete museale si propone di trasmettere, con un itinerario emozionale ‘a tappe’, la conoscenza dei processi di produzione di tre pilastri dell'agro-alimentare italiano: Parmigiano-Reggiano, Prosciutto e salumi tipici e Pomodoro. Il museo del Parmigiano Reggiano ha trovato casa in un antico casello circolare ottocentesco nel complesso Castellazzi di Soragna. In questa particolare struttura, organizzata a spazio espositivo, è possibile ripercorrere la vita del prodotto proprio dove per molti anni è stato direttamente lavorato. Quanto esposto diventa nel museo illustrazione e documento della storia della tecnica, dell'industria e dell'artigianato, espressione di creatività che fa parte del patrimonio culturale collettivo da proteggere, gestire e valorizzare. Il prodotto locale è, in quest’ottica, punto di partenza per molti "racconti": progetto, produzione, comunicazione e consumo. Il Museo del prosciutto e dei salumi è stato realizzato all’interno dell’antico Foro Boario di Langhirano nella terra di produzione tipica del “crudo” più famoso del mondo. E’ possibile ripercorrere un viaggio all’interno della storia e della tradizione dell’arte del salume locale per capire, scoprendone i segreti custoditi e tramandati fino ai nostri giorni, come mai il prosciutto possa nascere unicamente tra le dolci colline del Parmense.
Il Museo del salame di Felino, a pochi km da Langhirano, all’interno dell’antico Castello di Felino, è il trampolino dal quale lanciarsi in un interessante viaggio nella storia della macellazione del suino e della produzione del prezioso salame locale fra curiosità, aneddoti e testimonianze della tradizione. Oggetti, video e immagini d’epoca presentano l’evoluzione della produzione, collegandosi anche alla gastronomia e alla norcineria antica e moderna. Infine, è in fase di allestimento, il museo del pomodoro che sarà ospitato nell'antica corte benedettina Giarola di Collecchio, da sempre deputata alla produzione agricola, all’allevamento del bestiame e poi alla trasformazione industriale del pomodoro, inserito nel Parco Regionale del Taro, importante area protetta e ricca di emergenze storico-naturalistiche, anche questo contenitore museale ha quindi la grande particolarità di coniugare agricoltura e industria.

ECONOMIA
PIL IN CRESCITA GRAZIE ALL’AGRICOLTURA

Dopo tanta disinformazione, dati e cifre approssimative quando non inventate, la notizia vera è che l’agricoltura fa segnare il record nella crescita tra tutti i settori, sia a livello congiunturale (3,6%) sia tendenziale (+3,9%). Lo afferma Coldiretti nel commentare i dati relativi alla crescita del Pil nel primo trimestre 2007, sottolineando il risultato delle imprese agricole grazie al ruolo insostituibile svolto dalle campagne per la sicurezza ambientale e alimentare dei consumatori, nonché, in generale, per la qualità della vita. La conferma si trova nel rapporto della Fondazione per le eccellenze italiane Symbola dove si evidenzia che con il 46,1% del Prodotto Interno Qualità (Piq) l’agricoltura conquista la piazza d’onore, dopo il commercio, nella speciale classifica che misura la qualità della crescita nelle diverse accezioni quali: legame col territorio, valorizzazione delle risorse umane, innovazione, posizionamento e competitività. Dall’agroalimentare che guarda al mercato si ha un contributo alla crescita dell'economia in valore, qualità e sostenibilità ambientale. Bisogna puntare – ammoniscono alla Coldiretti - sulla valorizzazione della legislazione relativa alla trasparenza dell’origine e alla tracciabilità dei processi produttivi per trasferire sul territorio il valore aggiunto delle produzioni