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PERCORRENDO
LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com
]
Sommario
INVITO CON PEDAGGIO
AGROPIRATERIA
UN OLOGRAMMA LA FERMERA’ ?
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INVITO CON PEDAGGIO
Per una volta non parlo di agroalimentare e della sua filiera
nel senso stretto, pur se in qualche modo questo argomento c’entra.
Parlo di noi, della nostra categoria che ha lo scopo precipuo di divulgare,
comunicare - ognuno col suo stile e con la sua professionalità
- realtà, attività ed eventi che ruotano appunto in questo
universo estremamente composito che parte dai campi, dai vigneti, dagli
allevamenti zootecnici (e delle aree vocate anche turisticamente) dove
si ottengono prodotti che vengono trasformati sia dall’industria
che li invia alla distribuzione, sia nelle proprie case e dalle abili
mani della ristorazione pubblica per finire sulle nostre tavole. Questa
premessa per sunteggiare di cosa ci occupiamo e focalizzare il ruolo della
stampa specializzata qual è appunto la nostra, in particolare dei
membri dell’ASA. Va da sé che sono in molti ad informare
questa libera Associazione riguardo le attività che industrie,
consorzi, produttori, confraternite, enti, organizzazioni ecc. conducono,
promuovono ed evidenziano affinché vengano divulgate. Per far ciò,
oltre ad inviarci comunicati stampa (più o meno enfatici e spesso
anche un poco sgrammaticati) chiedono la nostra presenza al tale evento,
inaugurazione, simposio, convegno, e via elencando. Insomma, ci invitano
a presenziare, organizzando a volte specifici educational tour onde farci
toccare con mano tali realtà. Nel limite del possibile aderiamo.
Però può succedere che la macchina di chi organizza questi
calorosi (e ovviamente interessati) inviti, come dire, cada in topiche
penose. Come nel breve caso che racconto e documento. Dunque, mi giunge
un invito dal presidente cav. Cosimo Lardello che «Si onora
di invitare la S.V. a partecipare quale commissario per la finale della
selezione riservata agli chef professionisti che perverranno da alcune
realtà più prestigiose del panorama imprenditoriale turistico
e della ristorazione nazionale». ». Ciò in occasione
del
Accetto l’invito, invio per e-mail la mia adesione
specificando n. di tessera stampa, qualificandomi quale membro Asa titolare
di una rubrica sul sito web dell’Associazione, segnalo inoltre le
testate alle quali collaboro chiedendo il programma e i dettagli circa
il transfert da Milano a Crotone (aeroporto caldamente consigliatomi nell’invito).
La risposta fu disarmante. Il Cav. Lardello mi ringraziava dell’adesione
ma precisava che “Come noto (a chi?) la nostra organizzazione non
prevede spese di trasporto, ed ogni invitato dovrà giungere sul
posto a proprie spese.
Considerazione di forma: galateo e stile insegnano che l’invito
non deve essere gravato di pedaggio. Specie se edulcorato da una terminologia
rutilante quale “si onora d’invitare la S.V.”
Considerazione di merito: se mai ricevessi, ad esempio, l’invito
da Alain Ducasse, o da Joël Rebouchon alla presentazione dei loro
piatti, non mi sarei certo spostato a mia spese sino in Costa Azzurra
(a meno che stessi scrivendo una guida gastronomica); oggettivamente credo
ci siano leggere differenze delle pur pregevoli preparazioni della cozza
tarantina
Considerazione finale: l’impressione è che questo comportamento
(probabilmente già riscontrato in inviti di altre organizzazioni)
sottenda una approssimativa considerazione di noi giornalisti stimati
come degli “utili idioti” pronti ad accorrere laddove ci sia
un pasto caldo, una bottiglia di quello buono o il sacchetto con il ‘regalino’.
Tali segnali invitano a riflettere.
AGROPIRATERIA
UN OLOGRAMMA LA FERMERA’ ?
La speciale tecnica tipografica conosciuta col termine ologramma
è stata adottata in fase sperimentale per tutelare sui mercati
internazionali i prodotti italiani Dop e Igp dalla pirateria agroalimentare.
Questi iridescenti “bolli di Stato” sono stati presentati
durante la giornata nazionale dei Consorzi di tutela delle indicazioni
geografiche alla quale ha partecipato il ministro Paolo De Castro. L’ologramma,
che raffigura la stella della Repubblica circondata da corona di alloro,
dovrebbe affiancarsi ai singoli marchi che identificano i 159 prodotti
nazionali certificati in Europa come Dop e Igp. Il contrassegno consentirà
un ulteriore vigile controllo sul prodotto e le contraffazioni dell’ologramma
saranno punibili anche mediante sanzioni penali. Nella prima sperimentazione,
l’ologramma è stata testato dal Consorzio del Grana padano
ed ora è attesa una seconda fase che coinvolga ulteriori Consorzi
di tutela. Nel corso della giornata è stata presentata anche una
ricerca sul fenomeno dell’agropirateria che ha evidenziato (fattore
ahinoi ben noto) come tra i prodotti più contraffatti vi siano
i formaggi. Al primo posto il Parmigiano Reggiano, venduto prevalentemente
con il nome di “Parmesan”, segue il Romano Cheese, che all’estero
sostituisce il Pecorino Romano, terzo posto per l’Aceto Balsamico,
seguito da Provolone, Gorgonzola e Asiago.
“Occorre essere più forti sui mercati stranieri e avere maggiori
tutele dei nostri marchi territoriali - ha ricordato il ministro - in
troppe parti del mondo si copiano i nostri marchi e le nostre eccellenze.
Per questo stiamo lavorando a questo speciale ologramma di Stato simbolo
anticontraffazione per difendere i nostri prodotti contro i taroccamenti”.
Ciò malgrado una confortante notizia: il nostro export sta crescendo
ed ha raggiunto quota 22 miliardi di euro. Ma l’agropirateria è
un problema molto serio. Dubito tuttavia che i farabutti si arrestino
davanti al pur pittoresco ologramma di Stato.
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