CONSUMI
NEI RISTORANTI POCA FRUTTA
Da una recente indagine predisposta dalla Confagricoltura di
Napoli, in collaborazione con la Camera di Commercio sulle dinamiche di
consumo di ortofrutta emerge un dato avvilente:
il davvero modesto consumo di frutta e verdura fuori casa, specificamente
nei pubblici esercizi dove si somministrano cibi. Ciò avverrebbe
particolarmente per tre fattori: il sospetto di un mancato rispetto delle
norme igieniche da parte di chi la offre, la scarsa fiducia circa qualità
e freschezza, il prezzo elevato. Lo studio, effettuato dall'equipe del
professor Franco Contaldo, rileva che i clienti di ristoranti e trattorie
napoletane mangerebbero più volentieri frutta e verdura se fossero
informati della provenienza e della freschezza dei prodotti serviti a
tavola. Ma c’è di più, una seconda indagine curata
dall'Università Federico II di Napoli ha rilevato la richiesta
da parte della popolazione anziana di maggiori e più circostanziate
informazioni sul tipo di dieta appropriata al loro fabbisogno nonché
di una maggiore trasparenza dei prezzi poiché, con l'aumento dei
costi al dettaglio, questo target è giocoforza indotto ad eliminare
dalla propria alimentazione sia i prodotti ortofrutticoli che il pesce.
AGRICOLTURA
AL CONTADINO…FAI SAPERE
L’Istituto GfK Eurisko ha svolto un’indagine quali-quantitativa
dal titolo “Sicurezza e innovazione in agricoltura: la percezione
del consumatore”. Il lavoro si è giovato della collaborazione
del Dipartimento di Produzioni Vegetali dell’Università
di Milano.
Obiettivi della ricerca: capire i vissuti verso i prodotti agricoli,
particolarmente gli ortofrutticoli, la relazione e il valore percepito
nell’alimentazione, le logiche di scelta. Inoltre, comprendere
gli eventuali punti critici o i nodi percettivi da sciogliere nel rapporto
fra consumatore, agricoltura e sue innovazioni. Infine, identificare
eventuali bisogni di rassicurazione, di formazione e informazione, affinché
i soggetti deputati possano fornire utili supporti al consumatore finale.
Metodologicamente la ricerca è stata composta di una fase qualitativa
(focus group) ed una quantitativa che hanno interessato l’universo
della popolazione italiana di età compresa tra i 18 ed i 55 anni.
Sintetizzando, da questa indagine emergono dati degni di riflessione.
Ossia che il consumatore: conosce i benefici di una dieta ricca di frutta
e verdura tant’è che l’84% degli intervistati li
ritiene elementi essenziali per una sana alimentazione; si fida di più
del prodotto italiano e il 71% ritiene che frutta e verdura italiana
siano più sicure di quelle di provenienza estera; non sa nulla
o molto poco delle tecniche agricole, né il grado d’innovazione
in agricoltura; infine, amerebbe saperne di più da soggetti autorevoli
pur non avendo chiaro riferimento. Concludendo, la ricerca evidenzia
inoltre le conoscenze piuttosto confuse del consumatore sul tema, la
sua ambivalenza verso l’innovazione, lo scollamento fra ideale
e reale, la richiesta di saperne di più dell’universo agricolo,
fattore quest’ultimo che cela l’esigenza d’essere
protetto e rassicurato da chi è responsabile della scienza agroalimentare,
dell’innovazione e della sicurezza.
FRUTTA
MELE FUJI ÜBER ALLES
L’origine di questa varietà come è noto è
cinese, ma quelle di coltivazione altoatesina sono diventate un vero
must. Se sulle rive del Mar Giallo e nel suo entroterra si producono
90 miliardi di mele, le coltivazioni europee della varietà Fuji
ammontante a 120.000 tonnellate paiono risibili. Tuttavia c’è
una non trascurabile differenza, nel Sol Levante l’utilizzo massiccio
di pesticidi è la norma. Tornando alle Fuji, il 30% della produzione
europea, circa 36.000 tonnellate, è imputabile al Consorzio Vog
che riunisce 21 cooperative ortofrutticole dell'Alto Adige sotto il
marchio Marlene. Dal 2004 a oggi la produzione Ue di questa mela, che
per la particolare colorazione rosea-rossa della sua buccia ricorda
teneramente le gote di un vivace bimbetto, è cresciuta del 30%.
Infatti, negli ultimi anni, questa varietà ha ampiamente conquistato
il gusto del consumatore per le sue specifiche peculiarità: polpa
compatta, succosa, croccante e in pari tempo estremamente dolce. Rispetto
ai primi esemplari giunti dalle nostre parti, le Fuji di provenienza
altoatesina, di cui Vog è il massimo produttore tant’è
che dal giugno scorso ha ottenuto il sigillo europeo di indicazione
geografica protetta (Igp), hanno la garanzia d’essere coltivate
nel pieno rispetto delle buone pratiche contadine il che, in buona sostanza,
significa assenza di chimica. La raccolta del 2006 ha rappresentato
per la Fuji il 9,4%, ossia 21mila tonnellate del totale delle mele commercializzate
in Italia dal Consorzio segnando un tondo +35% rispetto al 2004, con
un aumento delle vendite nella Gdo del 60% sull'anno precedente.
VENDING
RISO, UOVA E POLENTA A… GETTONE
Si sta allargando notevolmente ogni giorno di più la merceologia
di prodotti disponibili a gettone. Oltre a bevande fredde e calde degli
inizi della distribuzione automatica si sono aggiunte via via snack,
caramelle, patatine, yogurt, eccetera. Tra i prodotti particolarmente
apprezzati inseriti recentemente, il latte fresco di giornata, (“benedetto”
anche da Coldiretti), una piccola gamma di verdure fresche, ma anche
pizza e maccheroni fumanti. Ora, grazie all’acume di Davide Maccazzola,
un agricoltore di Settimo Milanese, nei distributori della cittadina
si possono acquistare riso, polenta, yogurt e uova fresche ventiquattro
ore su ventiquattro. Ormai consolidato il fatto di aver istallato tra
i primi erogatori di latte, è nata l'idea di ampliare l’offerta
anche allo yogurt (prodotto in proprio), alle uova fresche di giornata,
ed ecco la novità, anche alla polenta e al riso Carnaroli coltivato
anch’esso nei campi dell’azienda agricola di Maccazzola.
Ovviamente il distributore adottato da questa azienda, che verosimilmente
avrà presto degli emuli, è stato opportunamente modificato
rispetto alle macchine tradizionali, in grado cioè di poter ospitare
l’intero ventaglio dei propri prodotti giornalmente disponibili.
La controprova del gradimento dell’iniziativa è data dall’allungamento
dell’orario d’accesso. «Inizialmente il self service
era aperto sino alle 20 - precisa il dinamico agricoltore - poi la gente
ha chiesto pressantemente di estendere l'orario 24 ore su 24”.