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PERCORRENDO
LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com
]
Sommario
CONSUMI ALIMENTARI EUROPEI
TENDENZE E CONTRADDIZIONI DEL CONSUMATORE-TIPO
DELLA VECCHIA EUROPA
VINI
DEGUSTAZIONI SU ROTAIA
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CONSUMI
ALIMENTARI EUROPEI
TENDENZE E CONTRADDIZIONI DEL CONSUMATORE-TIPO DELLA
VECCHIA EUROPA
11 ottobre 2006. Che cosa mangiano, cosa bevono
e quanto spendono i cittadini europei per soddisfare queste esigenze?
Lo spiega il maxi rapporto di Euromonitor International che ha scandagliato
i comportamenti d’acquisto in 17 Paesi (15 Ue più Svizzera
e Turchia). Anzitutto la spesa: in media tra le mura domestiche o fuori
casa ogni famiglia europea ha sborsato lo scorso anno 2.453 euro l’anno.
Si tratta, come detto, di una media; differenze anche se non maiuscole
esistono tra Paese e Paese vuoi per disponibilità economica, vuoi
per cultura, tradizioni e stili di vita. Tuttavia, alcuni sostanziali
punti fermi esistono per tutti così riassumibili. Il consumatore
europeo è: a) attento o molto attento alla salute e al benessere;
b) cerca la convenienza, la funzionalità d’uso dei prodotti
food & beverage e pratiche soluzioni “guadagna-tempo”;
c) risulta sempre meno legato alle abitudini locali, più aperto
alle sollecitazioni dei mercati nazionali ma anche alle proposte di altri
Paesi influenzate da proposte destinate in prima battuta agli immigrati
per poi essere “assaggiate” da molti. A dare risalto al primo
punto fermo, ossia l’attenzione alla salute, va detto che la maggior
parte dei Governi europei hanno varato, promuovendolo con determinazione,
lo strumento dell’educazione alimentare per la prevenzione delle
malattie quali, ad esempio, obesità, eccesso di colesterolo, ipertensione,
iperglicemia, ecc. L’obiettivo e anche quello di far decrescere
le spese sanitarie che rendono pesanti i bilanci statali. Molte aziende
alimentari, specie le più grandi, hanno raccolto questi suggerimenti
amplificati dai media utilizzando questa macro tendenza per ampliare ulteriormente
il contenuto informativo sulle etichette (sempre più consultate)
sulle quali oltre alla scontata data di scadenza è stata inserita
tutta una serie di informazioni sulle materie prime e gli ingredienti
utilizzati e la loro provenienza. L’origine dei prodotti porta perciò,
quantomeno a livello comunitario, alla rintracciabilità di filiera,
imperativo non ancora completamente assolto ma senza dubbio in fieri quantomeno
da gran parte dei maggiori attori del settore agroalimentare. D’altronde
l’attenzione verso l’autenticità del prodotto inizia
ad investire anche specialità extraeuropee. Turismo globale, immigrazione
e l’espansione della ristorazione etnica hanno acuito l’attenzione
del consumatore facendolo diventare (giustamente) più esigente
anche verso la genuinità dei piatti pronti di cibi stranieri sempre
più diffusi nei canali della distribuzione moderna. Osserviamo
ora, sunteggiando di molto, quali sono le caratteristiche e le tendenze
dei consumatori di alcuni Paesi.
In Germania il consumatore tedesco da qualche anno è
diventato più che mai austero negli acquisti a causa delle preoccupazioni
inerenti l’aumento della disoccupazione. In termini di alimentazione
oltre a cercare le fonti più “risparmiose”, è
combattuto tra il rigorismo dei modelli salutistici e biologici (ricordo
che il Paese ha il più elevato numero di shop bio e naturali costituiti
dai 2.200 punti di vendita della catena Reformhous) e l’attrazione-tentazione
per cibi saporiti, speziati e ricchi di grassi. Si pensi che i due maggiori
discounter Aldi e Lidl hanno immesso tra le referenze piatti pronti, cinesi,
giapponesi, indiani, tailandesi, ecc. Tra i due capisaldi del modello
alimentare nazionale, cresce il consumo dei latticini mentre calano i
prodotti da forno sia dolci sia salati.
Nella Francia terra di gourmandier sta accadendo qualcosa
sino a ieri impensabile: la disarticolarità dei pasti. Insomma,
la giornata del consumatore francese è ricca di tante mini-occasioni
di consumo. Esiste, beninteso, ancora il piacere del convivio e delle
cene in famiglia o con gli amici, tuttavia pur ricordando si tratta dei
grandi numeri, la tendenza alla frammentazione dei pasti è reale.
Tendenza alla quale anche le tipiche brasserie si sono giocoforza piegate
(almeno in parte) offrendo piattini-snack economici e di consumo rapido.
I giovani sotto i 30 anni poi fanno crescere il mercato di barrette dolci
alla frutta o ai cereali consumati come sostitutivi della prima colazione.
Ancora snack molto consumati inoltre a base di latte, yogurt e formaggi.
Altra merceologia, sorprendentemente gradita anche da giovani e giovanissimi
sono:i potage, ovvero le zuppe di verdura che le multinazionali in particolare
propongono in tantissime varianti. Talmente gradite che nell’arco
di cinque anni hanno visto una crescita del 35% a volume e di circa il
42% a valore (nell’ultimo anno + 6,6%). Con buona pace di ostriche,
champagne e foie gras.
Forse perché, salvo eccezioni, gli inglesi in genere non sono precisamente
dei gourmet, il consumatore britannico tende al risparmio senza tuttavia
sentirsi penalizzato quantomeno in termini alimentari. Pochi i cibi costosi
e quei pochi riservati agli ultra cinquantenni, ossia alla fascia d’età
più economicamente disponibile a spendere. Inoltre, malgrado in
Inghilterra vive la popolazione comunitaria con il più
alto tasso di obesità, scorrendo il sell out degli alimenti confezionati
si scopre che le vendite di gelato sono cresciute del 5%, le barrette
snack del 7,1%, i noodles del 7,5%, mentre gli alimenti freschi crescono
ma non in modo significativo. Quanto alla preparazione ed elaborazione
dei cibi, l’inglese tipo ha poco tempo e ancor meno voglia di spenderlo
in cucina.
Il motivo principe del fatto che in Irlanda ultimamente
ci sono pochi soldi per spese voluttuarie - tra le quali gli irlandesi
considerano il cibo - è che i mutui e agli affitti per la casa
sono elevatissimi. A ciò va aggiunta una consistente crescita demografica
e un’inflazione galoppante. L’economia florida degli Anni
90 ha fatto “sboom” e quindi anche a tavola si tira la cinghia
con pasti e cene sempre più frugali. Vanno allora alla grande gli
snack salutistici a base di cereali, i piatti pronti anche etnici (che
costano meno) come i meal kit, scatole pronte all’uso che ricreano,
si fa per dire, un discreto pasto aggiungendo qualche pezzo di carne e
verdure. Da segnalare una novità: il pane in Irlanda da sempre
si acquistava al supermarket, ora, invece i prodotti dell’arte bianca
fragranti di forno si comprano in bakerey. In controtendenza si è
comportata la Spagna; mentre un po’ in tutta Europa
si era intenti a risparmiare, nel quinquennio 2000/2005 gli iberici aumentavano
la loro spesa per comprare cibo confezionato. Golosi, hanno fatto man
bassa di barrette snack (+18,5%), di gelati, di spalmabili, di snack dolci
e salati ma anche di piatti pronti surgelati e freschi con interesse verso
kit per la cena d’ispirazione etnica. La contraddizione più
apparente e che amando i dolci, specie i più giovani sono attenti,
anzi, molto attenti ad una alimentazione sana facendo uso di latticini,
yogurt da bere, bevande a base di latte e succhi di frutta. Anche l’Olanda
non è notoriamente un Paese di raffinati buongustai, inoltre, in
casa le donne-massaie sono sempre meno e con meno tempo e voglia di cucinare.
Quindi via con la ricerca di piatti pronti facili da preparare. Praticamente
il piatto ideale per il consumatore dei Paesi Bassi è quello che
si appronta al massimo in dieci minuti: sazia l’appetito ed addizionato
con vitamine si pensa sia perfetto. Attenti ai consumi di grassi (altra
contraddizione, in Olanda ci sono più suini che abitanti) ma gli
olandesi sono disponibili a spendere se il valore aggiunto è ben
percepibile. Un po’ al contrario di altre Nazioni comunitarie in
Grecia il consumatore non si è lascito allettare
dalle sirene di cibi e piatti stranieri ed è ancora fedele alle
tradizioni gastronomiche nazionali. Oltre la metà della spesa alimentare
è concentrata su prodotti da forno, formaggi, latticini ma anche
snack dolci e salati. Pur se il barometro degli acquisti di food confezionato
segna una crescita costante del 2%, va ricordato che tali vendite sono
verosimilmente influenzate dal turismo straniero la cui stagione dura
sostanzialmente da aprile ad ottobre. Il biologico è un must per
i danesi. Parafrasando si potrebbe asserire che “C’è
del sano in Danimarca”. I consumatori perseguono
il “tutto-natura”, quindi attenzione massima alle etichette
e laddove compaiono conservati e additivi il prodotto viene rifiutato.
Assenti o quasi i piatti pronti, in cucina nelle famiglie si parte da
ingredienti base, ovviamente naturali, perlopiù vegetali. Quanto
alle bevande, preferite le funzionali e ipocaloriche come il latte di
soia preoccupandosi che sia ogm free.
Chiosando si può concludere con quanto ho citato nel titolo: ossia
che le tendenze e le contraddizioni del consumatore europeo ci sono tutte.
Con una dominante: la sempre più acuta attenzione alla provenienza
delle materie prime e ai processi di trasformazione.
VINI
DEGUSTAZIONI SU ROTAIA
11 ottobre 2006. E’ una curiosa ancorché intelligente operazione
di co-promotion quella messa in atto tra il Gruppo Italiano Vini (Giv)
e Chef Express (Gruppo Cremonini), leader nei rispettivi settori: produzione
di vini di qualità e ristorazione sui treni. Le due imprese hanno
raggiunto un'intesa riservata ai passeggeri di alcuni Eurostar sulla tratta
Roma-Milano dando loro la possibilità di degustare gratuitamente
vini filando ad oltre 200 chilometri all’ora. Questa originale “Trenoteca”sarà,
in un primo tempo, attiva nelle giornate di martedì 10, 17, 24
e 31 ottobre sui treni in partenza da Roma alle 7.30 e di ritorno da Milano
alle 13. Le degustazioni, (si terrà conto della priorità
della prenotazione), saranno condotte da alcuni dei nomi del giornalismo
enogastronomico italiano. I vini in degustazione - spiegano alla Giv -
sono stati scelti seguendo il criterio di rappresentare al meglio il panorama
enoico nazionale: dal Piemonte alla Sicilia, passando per la Valpolicella
e il Chianti classico. E’ questo un primo test e se i risultati
saranno positivi si potrà ripetere l'esperienza con altri vini
dell’ampio portafoglio di Giv.
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