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AGRICOLTURA
E DINTORNI
A cura di
Luisa Doldi ed Emanuela Stìfano [agricoltura@asa-press.com]
Ridare al cibo il suo valore - Paolo di Croce, segretario generale Slow
Food International a Terra Madre Austria
Terra Madre:
una verità che l’agricoltura moderna sembra dimenticare in
certe sue pratiche di produzione, che più che un rapportarsi alla
terra sembrano un modo diverso di fare catena di montaggio; un appello
all’essenza, senza cui l’uomo non potrebbe nemmeno nutrirsi;
una voce che si alza per richiamare la consapevolezza di quanto sia prezioso
il lavoro della terra; e anche un incontro chiamato in vita da Slow Food
per dare voce e visibilità a chi ancora pratica agricoltura per
produrre cibo buono, pulito, equo e per tutti . Ogni due anni l’incontro
mondiale – l’ultima volta a Torino nel 2010 - ma ogni anno,
in qualche nazione della terra, gli eventi regionali. E quest’anno
è toccato ai nostri vicini di Nord Est, all’Austria, che
a Vienna ha riunito i suoi contadini slow per due giornate di incontri.
Terra Madre Austria ha avuto luogo in vicinanza di un giorno particolare,
la giornata mondiale dell’alimentazione. Ed è proprio da
questa ricorrenza che Paolo di Croce - segretario generale Slow Food International
- parte per fare le sue riflessioni durante la manifestazione austriaca:
“La filosofia che viene perpetrata oggi quando si parla di agricoltura
moderna è quella della necessità costante di un incremento
di produzione per poter sfamare il mondo. Ma il sistema attuale di produzione
alimentare mostra chiari limiti”. Dati alla mano: oggi in Europa
vi sono 250 milioni di persone obese. Negli Stati uniti il problema è
ancora più acuto con un onere enorme sulle spese sanitarie. In
Europa si calcola che ogni cittadino sprechi in media 167 Kg di cibo all’anno.
Sullo stesso pianeta abbiamo circa un miliardo di persone che soffrono
la fame e il problema della malnutrizione non è mai stato cosi
acuto come ora. E la fame non riguarda solo l’Africa o paesi lontani.
Secondo Eurostat vi sono in Europa 42 milioni di persone che vivono in
condizioni di severa povertà. Insomma, il sistema di produzione
alimentare attuale sta fallendo il suo scopo. “Ma c’è
anche una buona notizia - afferma Paolo di Croce – le contraddizioni
macroscopiche di questo sistema aumentano lentamente la consapevolezza
di come un metodo di produzione differente sia necessario e possibile”.
Ed anche a livello di politica
europea Paolo di Croce legge segnali positivi nelle proposte fatte di
recente per la futura politica comune. “Sono state introdotte
per la prima volta nella politica agricola schemi specifici amministrativi
e di sostegno per l’agricoltura su piccola scala. Il nostro compito
nelle discussioni e trattative che seguiranno a queste proposte è
quello di spostare il più possibile l’accento del sostegno
politico europeo sulla agricoltura di piccola scala” perché
lì, secondo Slow Food, risiede il futuro di una agricoltura sostenibile:
non nel farming, per dirla alla Franz Fischler, ma nella agricoltura che
si occupa di sviluppo locale, regionale, della cura del paesaggio, della
pratica sostenibile; non nella produzione di massa, ma nella cura della
biodiversità agricola e quindi alimentare, nel rispetto delle tradizioni
colturali e culturali di ogni regione. Il problema dunque per cui oggi
bisogna muoversi anche a livello politico non è tanto la produzione
della quantità, ma la protezione della qualità; non l’aumento
della produzione ma il rendere possibile a tutti l’accesso a cibo
di qualità, buono per sé, per gli altri e per il pianeta,
giusto e sufficiente per tutti. Da dove partire? “Dal quotidiano!
– afferma di Croce – “ siate consumatori attivi, siate
coscienti di cosa comprate e consumate; acquistate locale e stagionale,
ma soprattutto ridate al cibo il suo valore reale e se veramente si vuole/deve
risparmiare, non si spenda di meno sul cibo, semplicemente si sprechi
di meno”… perché la qualità non è
mai a buon mercato.
A cura di M.Luisa Doldi
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