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AGRICOLTURA
E DINTORNI
A cura di
Luisa Doldi ed Emanuela Stìfano [agricoltura@asa-press.com]
Scordatevi il petrolio: il futuro è rinnovabile!
Sulla pagina internet della Harvard University (http://www.hks.harvard.edu/news-events/news/press-releases/maugeri-oil-production-study
) leggiamo una notizia datata 26 giugno 2012, secondo cui recenti studi
dimostrerebbero che la disponibilità di olio greggio non solo non
stia diminuendo ma addirittura aumentando. Autore degli studi sarebbe
Leonardo Maugeri, nel 2010 presidente di Polimeri Europa – il ramo
petrolchimico di Eni – e che per anni ha rivestito il ruolo di Direttore
Strategie e Sviluppo di Eni SpA, ritenuto uno dei massimi esperti nel
settore energia (non rinnovabile!). Una notizia a nostro avviso pessima,
non tanto per il contenuto, quanto per la manipolazione a cui potrebbe
prestarsi. Già ce li immaginiamo i titoloni di giornali poco degni
di questo nome: “La bugia del rinnovabile”; già ce
la immaginiamo la reazione di certe politiche ambientali, dove non sembra
essere l’ambiente l’interesse prioritario: la lentezza con
cui vengono prese le misure a favore del rinnovabile potrebbe assurgere
a tempi geologici. Insomma una notizia pessima per le ulteriori scuse
che essa sembra servire su un vassoio d’argento alla lobby non favorevole
ad una veloce affermazione del rinnovabile. Ma a ben pensarci un lato
positivo questa notizia ce l’ha. Ovvero ci obbliga a riflettere
sui molteplici motivi di una scelta rinnovabile come alternativa al fossile.
Se all’inizio dell’era rinnovabile il possibile esaurimento
delle fonti fossili era l’argomento prioritario, oggi ci stiamo
accorgendo che il rinnovabile è sostenuto da molte altre valide
argomentazioni.
Lo sviluppo di un sistema di approvvigionamento rinnovabile significherebbe
indiscutibilmente per l’occidente l’indipendenza energetica
da paesi che, politicamente parlando, hanno situazioni molto discutibili
e per altro alquanto instabili; significherebbe, dunque, un contributo
fondamentale alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e
alla diminuzione, se non eliminazione, di conflitti per le materie prime.
Le energie rinnovabili sono in buona parte fonti energetiche a produzione
locale o regionale. Una loro affermazione potrebbe contribuire allo sviluppo
delle economie locali e regionali che acquisterebbero maggiore autonomia
nel produrre energia in base alla propria struttura geografica ed economica.
La decentralizzazione del sistema energetico, come sarebbe un sistema
basato sulle rinnovabili, non solo contribuirebbe ad aumentare la sicurezza
di tutto il sistema di approvvigionamento energetico, minimizzando eventuali
danni dovuti a guasti tecnici, ma anche contribuirebbe ad allontanare
dalla monocultura e dal monopolio legati all’utilizzo del fossile.
Per rimanere sul tema della sicurezza dell’approvvigionamento energetico,
col rinnovabile parliamo di fonti sulla cui fine non c’e’
nulla da discutere (sole, vento, biomasse di scarto, geotermia). Ed infine
un disastro ambientale legato al rinnovabile? Difficile pensare che potrebeb
raggiungere le dimensioni di certi disastri legati al fossile (per non
parlare del nucleare). Certo ora le rinnovabili sono più costose
delle fonti convenzionali. Ma sono o sembrano? Se non consideriamo i costi
esterni al consumo energetico ovvero quelli legati alla produzione, estrazione,
trasporto dell’energia e relative conseguenze ambientali, oggi le
rinnovabili sono effettivamente più costose del fossile. Ma se
iniziassimo a considerare anche questi costi esterni?E ancora: stiamo
parlando di tecnologie giovani di al massimo trent’anni d’età
contro tecnologie già affermate da almeno ottant’anni. E’
chiaro che vi siano dei costi iniziali più alti. Ma sui tempi lunghi
quel che potremo lasciare ai nostri figli sarà molto più
sostenibile e valido di quanto abbiamo ereditato noi.
E questi sono solo alcuni degli argomenti che ci vengono in mente, ma
che, in ultima analisi, ci fan capire come in realtà che il petrolio
stia finendo o meno interessa poco, ora che sappiamo che anche un’altra
via e’ possibile e che questa via porta molti vantaggi, non all’industria
petrolchimica di cui Maugeri e’ un emerito membro, ma al singolo
cittadino, che e’ ognuno di noi.
Cosa ci fa un brano del genere in una rubrica di agricoltura? Ci fa parecchio,
perché sia chiaro: una affermazione del rinnovabile influenzerebbe
non poco anche l’agricoltura, sia come produttrice, sia come utilizzatrice.
E questo lo sa bene chi si occupa di biogas, biomasse, biocarburanti.
Maria Luisa Doldi
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