ASPETTANDO EXPO 2015

A cura di Enza Bettelli


Bresaola della Valtellina IGP


Sondrio, capoluogo della Valtellina, è proprio al centro del territorio di produzione della bresaola, percorso quasi interamente dal fiume Adda che va a gettarsi nel lago di Como. Durante l’inverno la Valtellina è il paradiso degli sciatori, ma tutto l’anno è possibile percorrere (a piedi, in bicicletta o in auto) le strade che portano a splendidi itinerari naturalistici, come per esempio il Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi proprio sotto Sondrio e la Riserva Naturale Piramidi di Postalesio a Nord, la Riserva Naturale Marmitte dei Giganti a Ovest e il Parco Nazionale dello Stelvio a Est. Questi itinerari tra vallate, pascoli, vigneti e pianure punteggiati dai paesi con le tradizionali case di sassi, sono a loro volta attraversati da altri itinerari storici del periodo romanico, piccoli musei delle tradizioni locali e quelli naturali che risalgono alla preistoria come le incisioni rupestri di Grosio. E tutte questi itinerari si intersecano con strade del vino e dei sapori, per scoprire l’altro interessante aspetto della tradizione contadina del territorio.

IL CONSORZIO
Il Consorzio per la tutela del nome Bresaola della Valtellina si è costituito nel 1998, due anni dopo il riconoscimento dell’IGP, e attualmente riunisce una quindicina di produttori. Scopo del Consorzio è vigilare sul rispetto del disciplinare di produzione della bresaola per tutelare prodotto e consumatori. A questo scopo vengono eseguiti sopralluoghi presso le aziende e con analisi di laboratorio. Consorzio e produttori sono a loro volta soggetti a verifica da un ente terzo di controllo rappresentato dal CSQA di Thiene.



LA BRESAOLA
Per potersi fregiare del marchio IGP la bresaola deve essere prodotta esclusivamente con carne ricavata dalle cosce di bovino dell'età compresa fra i 18 mesi e i quattro anni ed esclusivamente da questi tagli: fesa, punta d’anca, sottofesa, magatello, sottosso.
La carne, disossata e privata del grasso esterno, viene salata a secco con aggiunta di cloruro di sodio e aromi naturali, fatta riposare 10-15 giorni e quindi inserita in un budello preferibilmente naturale.
L’asciugatura dura all’incirca una settimana, seguita da una stagionatura che va da 4 a 8 settimane in ambienti appositamente climatizzati a 12-18°C. Se il prodotto è destinato alla vendita sfuso la stagionatura può essere ridotta a 3 settimane. La bresaola IGP è venduta intera, a tranci, affettata, sfusa o sottovuoto.
Le caratteristiche richieste dal disciplinare sono:
“forma vagamente cilindrica, anche se in alcuni casi per esigenze specifiche, i tagli possono essere pressati assumendo forma di mattonella
consistenza soda, elastica;
aspetto al taglio: compatto e assente da fenditure;
colore: rosso uniforme con bordo scuro appena accennato per la parte magra; colore bianco per la parte grassa;
profumo: delicato e leggermente aromatico;
gusto: gradevole, moderatamente saporito, mai acido”.
La bresaola si gusta al naturale, ma qualcuno la preferisce condita con olio, succo di limone e pepe oppure con scaglie di formaggio e songino.

GASTRONOMIA DEL TERRITORIO
La Valtellina è un territorio molto generoso anche dal punto di vista gastronomico. Oltre alle eccellenti carni bovine destinate non solo alla bresaola, ci sono anche quelle caprine dalle quali si ricavano specialità come i violini (prosciutti di capra) che vanno ad aggiungersi ai particolari salumi come cacciatorini e mortadella di fegato. Dagli alpeggi formaggi rinomati come il bitto, taleggio e casera e un ottimo burro. Dal grano saraceno, le cui coltivazioni sono abbastanza estese, si ricava la farina per alcune delle preparazioni più tradizionali: la polenta taragna, ricchissima di formaggio e burro; i pizzoccheri ovvero le rustiche tagliatelle simbolo della Valtellina; gli sciatt, frittelle arricchite con il formaggio chiamate così per il loro aspetto non proprio raffinato, e perfino una torta. Il tutto accompagnano dai molti e robusti vini prodotti nel territorio, tra cui parecchi DOC e DOCG, come lo Sforzato, il Valtellina Superiore, il Rosso di Valtellina e altri.

I PIZZOCCHERI
Per salvaguardare la loro tipicità, a Teglio è nata l’Accademia del Pizzocchero che conferma quanto questa preparazione sia comune a casa come al ristorante.
I pizzoccheri si acquistano anche già pronti e secchi, ma se volete prepararli in casa (per 4-6 persone) impastate 400 g di farina di grano saraceno e 100 g di farina di frumento (che dà leggerezza all’impasto) e l’acqua tiepida necessaria, lasciando poi riposare il panetto sul tavolo sotto una ciotola capovolta per circa 15 minuti. Stendetela poi allo spessore di circa mezzo cm e ritagliatevi delle strisce di una decina di cm e larghe mezzo cm che lascerete asciugare per 1 ora circa.
Fate bollire abbondante acqua salata e cuocetevi per 5 minuti 300 g di foglie di verza mondate e tagliate a striscioline e 250 g di patate non farinose tagliate a cubetti. Unite i pizzoccheri, fate riprendere velocemente l’ebollizione e calcolate una decina di minuti di cottura.
A questo punto estraete pizzoccheri e verdure con una paletta forata, sgocciolandoli molto bene, e stendeteli a mano a mano in una teglia cospargendo generosamente ogni strato con casera affettato sottile, grana grattugiato e burro soffritto con uno spicchio di aglio, terminando con formaggi e burro. Passate nel forno caldo fino a quando il formaggio inizierà a fondere.



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