ASPETTANDO EXPO 2015

A cura di Enza Bettelli


Agnello di Sardegna IGP

La Sardegna affascina con i contrasti di un paesaggio che cambia continuamente colori e conformazione. Si passa infatti dalle coste rocciose, bagnate dalla turchese trasparenza del mare e che nascondono piccole spiagge di sabbia bianca, al verde dei boschi e delle radure che nell’interno dell’isola si alternano a altre rocce, altopiani e montagne ugualmente suggestivi. E tra una costa e l’altra, vasti tratti che sono l’habitat ideale per l’allevamento degli agnelli.
Ma la Sardegna è anche storia, documentata dalle rovine puniche e romane, dai reperti di età nuragica e dai monumenti gotico-catalani, per non parlare dei resti della preistoria e della protostoria isolana o dei monumenti più moderni come la piazza di Ales dedicata al suo illustre figlio Antonio Gramsci. Una serie di emozionanti percorsi che si snodano tra città moderne, ma con ancora l’antico sapore isolano, e paesi e villaggi che non hanno dimenticato le tradizioni di una volta.
Ai percorsi storici e culturali si possono quindi alternare gli sport marittimi, il trekking, il cicloturismo e lo sport equestre, approfittando delle varie fiere e sagre per conoscere in ogni stagione i prodotti locali.

IL CONSORZIO
In Sardegna la pastorizia è un’arte che viene praticata da millenni, e difatti l’intera isola è considerata territorio I.G.P, anche se vengono specificate le aree di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra, Olbia-Tempio.
Il Consorzio di Tutela dell’I.G.P. Agnello di Sardegna si è costituito nel 2001 e attualmente ha sede a Nuoro. Compito del Consorzio è quello di verificare e garantire il rispetto della qualità, controllando l’intera filiera tramite un apposito Organismo di Controllo autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e gestito da un Comitato di Certificazione costituito da esponenti di tutti i componenti la filiera, compresi consumatori ed esponenti del mondo scientifico.
L’agnello I.G.P. viene venduto con l’indicazione della dicitura Agnello di Sardegna, il logo I.G.P., la tipologia delle carni e la denominazione del taglio.

L’AGNELLO
Vengono considerati I.G.P. unicamente gli agnelli nati, allevati e macellati in Sardegna, seguendo le indicazioni del disciplinare. E’ ammesso solo l’allevamento in ambiente e con alimentazione del tutto naturali, in ampi spazi che siano molto soleggiati ed esposti al vento, allo stato prevalentemente brado con possibilità di eventuale ricovero notturno in strutture idonee.
Gli agnelli sono di razza sarda e vengono suddivisi in tre tipologie:
- Da latte: peso freddo e senza pelle 5-7 kg, alimentato solo con latte materno
- Leggero: peso freddo e senza pelle 7-10 kg, alimentato con latte materno integrato con foraggi e cereali freschi e/o essiccati.
- Da taglio: peso freddo e senza pelle 10-13 kg, alimentato con latte materno integrato con foraggi e cereali freschi e/o essiccati. Questa tipologia di agnello può essere di sola razza sarda o da incroci di prima generazione con razze da carne Ile De France e Berrichon Du Cher, o altre razze da carne altamente specializzate e sperimentate.
Tutte e tre le tipologie di agnelli devono avere la carne rosa, di colore più chiaro in quelli da latte, a grana fine e compatta che però diventa morbida e succulenta con la cottura, con leggere infiltrazioni di grasso. Il grasso esterno deve essere bianco e solido e la massa muscolare non troppo evidenziata. Il gusto caratteristico e aromatico.

LA GASTRONOMIA DEL TERRITORIO
Dal mare arrivano pesci freschissimi oltre a tonno, aragoste e il muggine da cui si ricava la pregiata bottarga. Ma la cucina sarda è più di terra che di mare e ovviamente la carne dell’agnello ha un ruolo importante e viene cucinato alla griglia, in umido con il pomodoro o in fricassea con uova e limone, oltre che con la ricetta tradizionale che prevede l’utilizzo di mirto e rosmarino per dare all’arrosto (che è spesso allo spiedo) il caratteristico profumo tutto sardo. Allo stesso modo viene aromatizzato il maialino, dal quale si ricava una eccellente gamma di salumi, mentre sono poche le ricette con la carne bovina, poco presente sull’isola. Il magnifico clima dell’isola consente la coltivazione di ottimi ortaggi, come carciofi, fave e pomodori, giusto per citare i più famosi. Dagli allevamenti di ovini e caprini il latte è la base per vari formaggi tipici, tra cui il pecorino, e per ricotta e formaggi freschi deliziosamente saporiti utilizzati spesso per la preparazione di primi, secondi e dolci.
Molte le minestre e i primi piatti asciutti che si avvalgono di paste fresche a volte elementari come ‘sa fregula (minuscole palline di farina e acqua) e malloreddus (piccolissimi gnocchetti di semola), conditi con pomodoro o ragù o pesce, o più ricchi come i ravioli al formaggio (angiolottus o culingiones). Particolare anche il pane frattau, una fragilissima sfoglia che dura nel tempo, utilizzata anche come base per minestre tipiche.
Ricchissima la gamma dei dolci, sovente a base di mandorle e miele, due ingredienti che abbondano sull’isola, tra cui gli amaretti, il torrone, le morbide palline glassate suspirus, i ravioli dolci sebadas, i pardulas simili a piccoli cestini farciti di ricotta, ecc.
Dolci o salate, le preparazioni sarde hanno spesso il colore dell’oro perché aromatizzate con lo zafferano, altro prodotto tipico così come un ottimo olio d’oliva. Né manca il vino per un giusto abbinamento, trai i quali Vernaccia, Malvasia e Cannonau sono i più famosi.

SPIEDINI DI AGNELLO
Tutte gustose e caratteristiche le ricette sarde, ma l’agnello è legato alla tradizione gastronomica più antica e si avvale di preparazioni semplici pur se di grande effetto gastronomico. Per gli spiedini occorrono bocconcini di carne di agnello, avvolti semplicemente nel lardo e infilzati sugli spiedini, possibilmente di canna o almeno di legno e non di metallo perché la carne non prenda sapori estranei. Allineate gli spiedini in una padella unta con olio, aggiungete rametti di rosmarino e di mirto, anche qualche spicchio di aglio schiacciato, se piace, e irrorate con altro olio. Salate e pepate e cuocete a fuoco moderato, girando spesso gli spiedini, per circa 15 minuti o finché la carne avrà preso un bel colore dorato. Se non trovate il mirto potete sostituirlo con finocchietto fresco.

Share
Vai all'indice di il Aspettando EXPO 2015