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ASPETTANDO
EXPO 2015
A cura di Enza
Bettelli
Pistacchio Verde di Bronte DOP
La coltivazione di questo prezioso prodotto
siciliano, chiamato anche “oro verde”, è limitata a
Bronte, Biancavilla e Adrano, tre comuni della provincia di Catania compresi
nel Parco Regionale dell’Etna. Un sito suggestivo e di grande bellezza
naturale che la presenza e le attività del vulcano, che è
iscritto nell’elenco UNESCO, rendono ancora più affascinante.
La flora varia a seconda dell’altitudine, della temperatura e dell’esposizione
dell’area di vegetazione, ma cambia anche spesso adattandosi ai
mutamenti del terreno dovuti alle colate laviche. Il Parco è inoltre
abitato da piccoli animali selvatici e da molte specie di volatili, tra
cui alcuni rapaci.
I comuni all’interno del Parco sono venti, compresi i tre dell’area
della DOP del Pistacchio Verde che sono situati lungo il confine ovest
del parco stesso, mentre altri si affacciano sul mare di Catania.
Il Parco si estende per circa 60 mila ettari, con il vulcano praticamente
al centro della sua aerea mentre la sede amministrativa è all’interno
dell’ex Monastero dei Benedettini di San Nicolò La Rena,
un edificio di grande pregio storico e architettonico, con all’’interno
un’area museale dedicata alla vulcanologia.
IL CONSORZIO
Ha sede a Bronte, è stato fondato nel 2010 e oggi raggruppa una
cinquantina di produttori. Scopo del Consorzio sono il controllo della
qualità del Pistacchio Verde di Bronte, la sua promozione e la
tutela.
IL PISTACCHIO VERDE DOP
Il pistacchio (Pistacia vera) è una pianta antichissima originaria
del bacino mediterraneo, in particolare Persia e Turchia, introdotta dagli
Arabi in Sicilia insieme a molte altre tipologie di coltivazioni. L’albero
può raggiungere gli 8-10 metri e il pistacchio non è altro
che il seme all’interno delle drupe che rappresentano i frutti della
pianta, che però fruttifica ad anni alterni.
Alla pianta occorrono all’incirca 6 anni dalla messa a dimora per
iniziare a fruttificare e oltre 15 anni per raggiungere il pieno della
produzione.
La raccolta dei frutti viene fatta a mano, dalla fine di agosto a tutto
settembre, quindi le drupe vengono subito liberate dal mallo che le avvolge
perché non imbruniscano e messe ad essiccare, di norma al sole.
I pistacchi sono poi sgusciati con un apposito macchinario mentre l’eventuale
pelatura, cioè la rimozione della pellicina viola-rossastro che
avvolge i semi, avviene immergendo i pistacchi in acqua bollente prima
dell’asciugatura finale.
I pistacchi pronti vengono confezionati in contenitori di materiali vari,
che li proteggono da polvere e sporco, e conservati in ambienti asciutti
e ventilati senza aggiunte di prodotti chimici fino al confezionamento
e la messa sul mercato entro 2 anni dalla raccolta. La conservazione in
locali idonei è essenziale per evitare che il prezioso contenuto
di grassi monoinsaturi dei semi si deteriori.
Il Pistacchio Verde di Bronte DOP deve avere gusto aromatico deciso, senza
sentori di muffa, irrancidimento o altri sapori estranei e umidità
media del 4-6 per cento.
LA GASTRONOMIA DEL TERRITORIO
Il fertile territorio della provincia di Catania, sulla costa orientale
della Sicilia, vanta una ricca produzione agricola. In particolare, nel
Parco Regionale dell’Etna il suolo gode di uno speciale microclima
grazie alla vicinanza con la costa ionica. Quindi, oltre ai pistacchi
che crescono a 600-850 metri di altitudine sulle pendici nord-ovest del
vulcano, ci sono anche le eccezionali fragole di Maletto che, come i pistacchi,
hanno un sapore unico dovuto alla particolare conformazione del suolo
vulcanico così come le ciliegie rosse dell’Etna. Alle falde
del vulcano prosperano i vigneti di Nerello per la produzione del vino
Etna DOC. Nella piana catanese si coltivano carciofi, finocchi e piselli
di ottima qualità che riforniscono anche i mercati della penisola.
Tra i frutti, da ricordare gli agrumi, mandorle e nocciole, eccellenti
fichi d’India e uve da tavola oltre a olive verdi e nere per la
tavola. Ottimi formaggi (pecorino, ricotta fresca e da grattugia, caciocavallo),
salumi e olio d’oliva completano la gamma dei prodotti.
Oltre a questi, naturalmente, i pistacchi che interi, a granella o macinati
aromatizzano molti prodotti e entrano nella preparazione di numerose ricette,
non solo dolci.
Grazie a questi ingredienti così validi, la gastronomia catanese
è davvero pregevole. Basti ricordare la pasta con la Norma (con
le melanzane), il riso al nero di seppia e una vasta scelta di ricette
a base di pesce, come l’antipasto di acciughe marinate. Tra i piatti
con gli ortaggi, la parmigiana e tutta una serie di verdure ripiene. Da
non perdere l’invitante gamma di dolci, come cannoli, torrone di
Sant’Agata (simile al croccante), i pupi (figure di zucchero candito),
i frutti di marzapane, la cassata.
ACCIUGHE MARINATE
Nel Catanese le chiamano
alici crude e sono un antipasto estremamente semplice ma davvero squisito
che però richiede pesci freschissimi.
Dopo avere decapitato, pulito e diliscato le acciughe, bisogna lavarle
rapidamente sotto l’acqua corrente e asciugarle con cura tamponandole
delicatamente con carta da cucina. Allinearle quindi in un recipiente
non metallico e largo a sufficienza per poter disporre le acciughe in
un solo strato o leggermente sovrapposte. A questo punto si ricoprono
completamente con succo di limone, che deve sopravanzarle, e lasciarle
riposare per 24 ore, finché diventeranno bianchissime. Per gustare
le alici crude, basta sgocciolarle e condirle con abbondante olio extravergine
d’oliva, pepe macinato e sale, completando a piacere con prezzemolo
e aglio tritati ed eventualmente un pizzico di peperoncino.
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