ASPETTANDO EXPO 2015

A cura di Enza Bettelli


Limone di Sorrento IGP

La Penisola Sorrentina e l’Isola di Capri sono il bellissimo scenario dove cresce questo limone così profumato e succoso. Capri non ha certo bisogno di presentazioni, la fama dei Faraglioni e della Grotta azzurra è arrivata in ogni parte del mondo e la bellezza delle sue coste, delle spiaggette, delle sue stradine è messa in risalto dall’azzurro del mare che la circonda. Sulla terra ferma, le altre cittadine della provincia di Napoli comprese nel territorio dell’IGP, Sorrento, Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Massa Lubrense, sono tutte ugualmente poste su un’area privilegiata dalla Natura, tanto da far scrivere a Goethe ispirate lettere alla sua amata.



Da sinistra: Capri, Sorrento, Faraglioni, Ercolano

Alla suggestione del mare, si aggiunge il verde delle coltivazioni e il profumo dei fiori delle piante di limoni, mentre nelle immediate vicinanze i siti archeologi di inestimabile valore storico di Pompei e Ercolano sono meta di visitatori da tutto il mondo. Su tutta l’area sorrentina sono però presenti altri siti archeologici, come per esempio la necropoli del Vadabillo (località Deserto a Sant’Agata sui due Golfi) che varrebbe la pena visitare, mentre la riserva marina di Punta Campanella è la suggestiva meta per passeggiate e escursioni marine.


IL CONSORZIO













Il Consorzio di Tutela del Limone di Sorrento IGP è stato riconosciuto dal Mipaaf nel 2003, ha sede a Sorrento e si attiva per il controllo, la tutela e la valorizzazione del prodotto, sia fresco sia trasformato.



IL LIMONE
La coltivazione dei limoni in questa aerea è antichissima e, infatti, se ne trova testimonianze in alcuni affreschi e mosaici di Pompei e Ercolano. Grazie alla mitezza del clima mediterraneo e alla varietà altamente rifiorente, gli alberi del limone IGP fioriscono fino a quattro volte l’anno e il prodotto fresco può quindi essere presente sul mercato praticamente tutto l’anno, anche se il più caratteristico è probabilmente quello estivo, ottenuto con coltivazione forzata. Sono compresi nell’IGP le varietà Femminello Ovale, Limone di Massa o Massese e Ovale di Sorrento. La coltivazione avviene seguendo il metodo del terrazzamento e gli alberi sono collocati sotto impalcature di pali di legno (di solito di castagno) o di metallo, alte almeno tre metri (pergolato sorrentino) e ricoperte da canne (pagliarelle).

La scorza dei frutti è molto profumata e aromatica perché ricca di oli essenziali, mentre la polpa è succulenta e con alta acidità bilanciata dalla presenza di zuccheri solubili. Il disciplinare prevede che i limoni abbiano forma ellittica, simmetrica e allungata, peso non inferiore a 85 g per il prodotto destinato alla vendita fresco, scorza spessa di colore giallo citrino, polpa giallo paglierino e acidula, succo abbondante.
Del limone fresco si utilizzano scorza e succo per aromatizzare l’intero menu e per la preparazione di bevande e altri usi di cucina. Il Limone di Sorrento IGP è però molto utilizzato anche come ingrediente per la realizzazione di dolci, liquori (come il famoso Limoncello), marmellate e altri prodotti che si possono ugualmente fregiare del logo IGP se derivati da limoni certificati.


LA GASTRONOMIA DEL TERRITORIO


La Penisola Sorrentina, come tutta la Campania, offre un invitante esempio di dieta mediterranea, con i suoi piatti a base di pesce, le verdure fresche delle coltivazioni locali e i saporiti frutti, alcuni davvero speciali come le noci di Sorrento e squisita uva da tavola. Il tutto aromatizzato con il profumo del Limone di Sorrento. Naturalmente non mancano i latticini, a cominciare dalla mozzarella ma anche provole e altri formaggi freschi e ricotta, la pasta di Gragnano e i piccoli e gustosissimi pomodorini di Torre del Greco. Tra le tipicità da segnalare nella provincia di Napoli, oltre ovviamente a una grande varietà di pizze e spaghetti davvero speciali, il coniglio in umido di Ischia, l’impepata di cozze, lo stracotto alla genovese (con tantissime cipolle), il polpo stufato, il sartù, lo squisito ragù celebrato da Eduardo e tantissime altre ricette ben note ai buongustai. Anche la carrellata dei dolci è sontuosa, cominciando dalla pastiera fino a babà e sfogliatelle, che si gustano a tutte le ore. Ugualmente tipica e apprezzata la torta caprese, diffusa su tutta l’Isola di Capri, e non solo.


TORTA CAPRESE
Questa torta non si può dire leggera, ma è talmente buona e così facile da realizzare che vale la pena prepararla.
Montare a crema 200 g di burro morbido con altrettanto zucchero e unire 5 uova (precedentemente battute quanto basta per amalgamare tuorlo e albume), versandole a filo e continuando a mescolare con il cucchiaio di legno fino a ottenere un composto di nuovo omogeneo. Amalgamare, poco alla volta 300 g di farina di mandorle e 300 g di cioccolato fondente grattugiato fine. Unire infine un cucchiaino di lievito vanigliato, una bustina di vanillina e 2 cucchiai di liquore Strega, mescolando finché tutti gli ingredienti saranno perfettamente amalgamati. Versare nello stampo e cuocere per circa un’ora nel forno precedentemente riscaldato a 180°C. Quando il dolce sarà pronto, rovesciarlo sulla gratella e lasciarlo raffreddare bene prima di ricoprirlo con abbondante strato di zucchero a velo.


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