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ASPETTANDO
EXPO 2015
A cura di Enza
Bettelli
Carciofo Romanesco del Lazio IGP
Il disciplinare di questo delizioso ortaggio
prevede la sua coltivazione nelle aree comprese in alcuni comuni di Latina,
Roma e Viterbo, un territorio con condizioni ideali sia per la struttura
del terreno sia per il clima. Il terreno bonificato sul quale sorge Latina,
l’Agro Pontino, è un susseguirsi di coltivazioni di carciofi
e ortofrutta di qualità. Ma offre anche interessanti spunti di
visita, dalle antiche cittadine ai luoghi molto amati dai turisti come
Gaeta e l’Isola di Ponza.
Da sinistra: Ponza, Bomarzo, Tivoli,
Civita Castellana
Viterbo è una bella città
d’arte, circondata da campi e pascoli e la sua provincia include
alcuni tra i più interessanti siti archeologici italiani, come
Tuscania e Tarquinia, ma meritano una visita anche gli artigiani delle
ceramiche di Capodimonte, il piccolo ma davvero prezioso Museo delle Ceramiche
di Civita Castellana e le incredibili strutture “mostruose”
di Bomarzo. Per le bellezze naturali, il Lago di Bolsena è una
meta estremamente piacevole e rilassante. Roma, l’altra provincia
interessata alla coltivazione del Carciofo Romanesco, è anch’essa
circondata da una bella campagna verde e, dopo avere visitato le innumerevoli
bellezze storiche e artistiche della capitale, non si possono perdere
delle tappe molte suggestive, come quella del sito archeologico di Cerveteri,
rinomato anche per la qualità dei carciofi coltivati nei campi
di quella zona, la stupenda villa di Tivoli e il Lago di Bracciano.
IL CARCIOFO
Il carciofo è un ortaggio molto antico, probabilmente conosciuto
già dagli Egizi, ma in Italia si hanno notizie certe della sua
coltivazione intorno al XV secolo nell’area del Napoletano, mentre
nel Lazio, e precisamente nella zona di Ladispoli che è particolarmente
vocata, le coltivazioni risalgono al secondo dopoguerra.
Questo prodotto è garantito e tutelato dal Consorzio Tutela Carciofo
Romanesco, che ha la sede a Roma e la segreteria a Cerveteri. Per la DOP
i carciofi possono essere della varietà Castellamare e Campagnano
e il diametro del capolino principale (cimarolo) non deve essere inferiore
a 10 cm, mentre quello dei capolini di primo e secondo ordine (braccioli)
non deve essere inferiore ai 7 cm. Inoltre, tutti i carciofi Romanesco
DOP hanno brattee esterne di colore verde con sfumature violette, apice
arrotondato, consistenza morbida e sapore dolce.
LA GASTRONOMIA DEL TERRITORIO
Il paniere gastronomico di delle province di Roma, Viterbo e Latina è
molto ricco e comprende salumi, salsicce, prosciutti, formaggi, olive
e ottimo olio, che si accompagnano bene al saporito pane rustico della
campagna, ma anche altri prodotti ortofrutticoli oltre a quelli della
montagna, come castagne, nocciole e funghi. Non mancano le ricette con
i carciofi: i fritti alla giudìa; alla matticella, cioè
cotti sulla brace di sarmenti di vite; con i piselli; alla romana farciti
con mentuccia, aglio e il gambo tritato; oltre a quelli classici sott’olio.
Il pesce, abbondante, proviene dalle acque dolci dei laghi di Bolsena
e di Bracciano e da quelle salate del mare di Ponza, di Gaeta, di Civitavecchia
che danno origine a zuppe e altre squisite preparazioni. Tra i piatti
di carne, si trovano spesso ricette a base di cinghiale e altra cacciagione
e, naturalmente, di agnello preparato in ogni modo.
SCOTTADITO DI AGNELLO
L’abbacchio,
il tenero agnellino di latte, è praticamente una istituzione in
tutto il Lazio e di solito viene cotto in forno, con patate e/o piselli
o alla cacciatora, insaporito con un piccante misto di aglio, rosmarino,
acciughe, peperoncino e bagnato con vino bianco. Le bracioline si cucinano
in casseruola, con vino bianco e aromi, oppure semplicemente sulla griglia
ben calda, dopo essere state unte leggermente con olio extravergine d’oliva,
o con lo strutto come si usava una volta, rigirandole spesso. Si aggiunge
sale e pepe quando sono pronte e si mangiano caldissime e preferibilmente
senza posate, scottandosi le dita.
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