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ASPETTANDO
EXPO 2015
A cura di Enza
Bettelli
Capocollo di Calabria DOP
In tutta la Calabria, con Cosenza come
zona tra le più tipiche, la tradizione norcina è antica
e molto sentita e il Capocollo, insieme agli altri numerosi salumi calabresi,
viene preparato in tutta la regione, grazie allo speciale clima e ai venti
caldi che contribuiscono a una stagionatura ottimale. Monti e colline
prevalgono sulla pianura e separano la costa ionica da quella tirrenica
con un susseguirsi di boschi, ricchi di castagne e funghi, ma anche di
coltivazioni in terreni a volte strappati alla montagna. Il Massiccio
del Pollino, l’altopiano della Sila, le Serre Calabresi che culminano
nella vetta dell’Aspromonte, sono particolarmente ricchi di specchi
d’acqua, piccoli laghi montani vicino ai quali spesso pascola il
bestiame dal quale si ricavano gli eccellenti formaggi della zona.
Per la sua posizione geografica, la Calabria
è sempre stata terra di conquista, ma ha potuto beneficiare anche
di periodi di grande floridezza, come quello in cui i Greci fondarono
le loro colonie, incrementando a tal punto l’importanza e il benessere
del territorio che la Calabria si guadagnò l’appellativo
di Magna Grecia. Dopo i Greci seguirono Romani, Bizantini, Arabi, Normanni
con vicende alterne, ma di tutti questi periodi sono rimaste interessanti
testimonianze, come per esempio i molti castelli che si trovano sulle
coste e nelle città, malgrado alcune siano state distrutte dal
terremoto che di tanto in tanto scuote questa terra protesa sul mare.
Tra gli esempi più interessanti, gli splendidi bronzi di Riace
esposti nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria (nella
foto www.archeocalabria.beniculturali.it); il Duomo del 1100 di Cosenza,
patrimonio Unesco; il palazzo Alemanni di Catanzaro che ospita la Giunta
Regionale della Calabria; le antiche rovine di Sibari. Ma sono molte altre
le possibilità di interesse culturale e storico che la Calabria
può offrire, lasciando ai visitatori il piacere di scoprirle. www.archeocalabria.beniculturali.it
IL CONSORZIO
Il Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP, che ha sede a Cosenza
ed è stato costituito nel 2007, rappresenta la quasi totalità
della produzione di Capocollo certificato ed è l’unico organismo
autorizzato a detenere il marchio DOP. Il Consorzio si fa carico di tutelare,
promuovere e valorizzare il prodotto, fornendo allo stesso tempo adeguate
informazioni ai consumatori. Il Consorzio svolge la stessa attività
per gli altri salumi calabresi certificati DOP: Soppressa, Salsiccia e
Pancetta.
IL CAPOCOLLO
La macellazione del maiale e la preparazione e la conservazione delle
sue carni sono sempre state una specie di rito che dava alla famiglia
l’opportunità di riunire anche i parenti e gli amici più
lontani. Per la DOP i maiali che non sono nati in Calabria possono provenire
solo da Basilicata, Puglia, Campania e Sicilia e in questo caso devono
comunque essere allevati in Calabria a partire dall’età massima
di 4 mesi. Macellazione e lavorazione devono comunque avvenire solo in
Calabria. Il Capocollo è ottenuto dai tagli del collo del maiale,
posti sulla parte alta del lombo, e la carne viene sottoposta a salatura
poi è legata a mano con spago naturale prima dell’asciugatura
e della stagionatura. Il Capocollo finito ha forma cilindrica, con fetta
di colore roseo intenso e le tipiche striature di grasso bianco, profumo
caratteristico, intenso ma non eccessivo, gusto delicato che si esalta
con la maturazione.
(Foto Consorzio di Tutela Salumi di Calabria DOP)
LA GASTRONOMIA DEL TERRITORIO
Le ricette della cucina calabrese sono equamente distribuite tra mare
e terra. Quelle marinare sono sempre molto gustose, anche se spesso viene
utilizzato l’economico pesce azzurro. Nella cucina di terra la carne
di maiale è uno degli ingredienti più importanti, utilizzato
per sontuosi ragù con i quali si condiscono i maccheroni o per
umidi come il “soffritto”. Del maiale si utilizza anche il
sangue per preparare il sanguinaccio, tradizionale o in una insolita versione
dolce con il cioccolato. Tutti i ritagli e gli scarti della lavorazione
del maiale vengono infine cotti insieme per ottenere una specie di gelatina
che si lascia rassodare e si gusta affettata con pane casalingo. Tra mare
e terra, c’è la cucina di campagna, con melanzane, pomodori
e peperoni che vengono spesso cotti ripieni, in modo rustico ma davvero
gustoso. E naturalmente tutte le verdure sono messe sottovetro, una tradizionale
specialità calabrese.
PEPERONI RIPIENI
Il
ripieno è a base di pane ed è molto semplice, ma la mollica
deve essere leggermente rafferma e senza crosta e va passata al frullatore
per sbriciolarla finemente. Vi si unisce quindi del pecorino o del parmigiano
grattugiati, aglio e basilico tritati, qualche oliva anch’essa tritata,
un pizzico di origano. Non occorre salare ma bisogna inumidire il composto
con olio extravergine. A questo punto si svuotano i peperoni, possibilmente
quelli rotondi e piccoli detti peponi, e si riempiono con il composto,
senza pressarlo. Da altri peperoni, tenuti da parte a questo scopo, si
ritagliano quadretti di polpa con i quali si chiude l’apertura di
quelli appena riempiti. Per la cottura, scaldare dell’olio in una
padella e allinearvi i peperoni, con l’apertura in basso. Quando
iniziano a prendere colore rigirarli, salare e completare la cottura.
Se necessario aggiungere poca acqua per evitare che i peperoni brucino
o diventino troppo scuri. Sono ottimi e a temperatura ambiente sono ancora
migliori.
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