ASPETTANDO EXPO 2015

A cura di Enza Bettelli


Salame di Varzi DOP

Varzi è una graziosa cittadina che fa parte della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese insieme a 15 comuni della Val Staffora e della Malversa, vale a dire la zona di produzione della DOP del Salame di Varzi. Il territorio dell’Oltrepò Pavese ha una particolare forma a triangolo, delimitata a nord dal fiume Po e che scende a punta verso sud tra il Piemonte e l’Emilia Romagna. Entra in questo territorio anche l’estrema propaggine sud del magnifico Parco Lombardo della Valle del Ticino, che scavalca il Po dopo Pavia, che si aggiunge agli altri luoghi di interesse naturalistico presenti in questo tratto di Lombardia. Come la Riserva Naturale del Monte Alpe a Menconico, oltre ai parchi del Castello dal Verme (a Zavattanello) e del Castello di Verde (a Valverde), il Parco delle Folaghe a Casei Gerola e i Parco Palustre di Lungavilla. A movimentare il paesaggio contribuiscono gli Appennini e importanti rilievi, tra cui il monte Lesima che supera i 1700 metri e il monte Penice.



Il territorio è particolarmente verde e fertile per la presenza di numerosi corsi di acqua, oltre al Po, tra cui il fiume Staffora. Il paesaggio è inoltre reso interessante dalle ville storiche e dai molti castelli sparsi tra le colline ricche di frutteti e di vigne dove nascono gli eccellenti vini della DOC Oltrepò Pavese. Tra questi ricordiamo il castello di Pietra de’ Giorgi, quello di Montebello della Battaglia, di Versiggia e di Montalto Pavese. Ugualmente interessanti le cittadine, ognuna meritevole di una anche breve sosta, come Voghera (città principale dell’Oltrepò), Stradella (famosa per la produzione di fisarmoniche), Salice Terme (relax e benessere), Broni e Godiasco, solo per citarne alcune, oltre naturalmente a Varzi. Tra le colline si stende la pianura dove vengono coltivati pregiati ortaggi. L’Oltrepò Pavese offre quindi notevoli spunti storici e naturalistici e, una volta conclusa la sua visita, vale la pena ripassare il Po per visitare Pavia e la sua magnifica Certosa, non senza aver prima percorso la Via dei Malaspina, un percorso alternativo della Via Francigena che si snoda per un centinaio di chilometri da Bobbio a Pavia.

IL CONSORZIO
Dopo un primo tentativo di consorziarsi nel 1950 da parte di un gruppo di produttori, il Consorzio di Tutela del Salame di Varzi si è costituito nel 1984 come Consorzio volontario fra i produttori del salame di Varzi con l’appoggio del Comune di Varzi, della Camera di Commercio di Pavia e della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese. Traguardo del neonato Consorzio era il raggiungimento del riconoscimento DOP (ottenuto nel 2005) oltre all’attività di tutela, controllo e garanzia del prodotto, attività che sono naturalmente tutt’ora tra i compiti del Consorzio.
Il Consorzio ha sede a Varzi e, attualmente, riunisce una decina di associati



IL SALAME
La tradizione del salame a Varzi è molto antica e questo pregiato insaccato era famoso nel XII, già presente sulla tavola dei Marchesi Malaspina, a quei tempi feudatari della Valle Staffora. Tuttavia si ritiene che le sue origini siano molto più antiche, forse addirittura dovuta ai Longobardi per i quali il salame era un alimento facilmente trasportabile, di lunga durata e nutriente.

Il Salame di Varzi DOP è un insaccato di puro suino e per la sua produzione sono ammessi solo animali allevati nelle province di Pavia, Alessandria e Piacenza. L’impasto è composto da carne magra e grassa di suino ben maturo, macinata non troppo fine e aromatizzato con sale, pepe, spezie e un infuso filtrato di aglio e vino rosso. Nella scelta delle carni, che devono essere solo fresche, vi sono alcune limitazioni per quanto riguarda il grasso (solo guanciale, pancetta, culatello, lardello e testata di spalla) e per le parti magre (esclusione del magro di testa) che devono essere snervate e sgrassate. Magro e grassi macinati vengono poi insaccati nel budello (da circa 4 a 11 cm di diametro) che viene infine legato con spago di canapa e messo a stagionare per un periodo che va da 2 a 14 settimane circa, a seconda della dimensione dell’insaccato ottenuto, e può beneficiare di un microclima ideale. Una volta pronto il salame ha un peso tra 100 g e 4 kg, con muffe biancastre sul budello mentre al taglio si presenta di colore rosso vivo inframmezzato da grasso bianco.

LA GASTRONOMIA DEL TERRITORIO
L’antica tradizione di allevamento del maiale è alla base della ricca gamma dei salumi dell’Oltrepò Pavese. Insieme al Salame di Varzi DOP si possono quindi gustare ottimo salame nostrano e cacciatorini, pancetta, coppa, zampone e cotechino. Ugualmente interessante la produzione di formaggi di alta collina, tra cui quelli di pecora, la ricotta pure di pecora (siras) e il nisso di Menconico, misto di vacca e pecora e dal gusto pungente. In montagna castagne, molti funghi pregiati e profumatissimi tartufi bianchi e anche neri, mentre dai frutteti e dai campi che si alternano alle vigne si ottengono prodotti particolari come i pelosini (pesche selvatiche ricoperte di peluria, adatte per le conserve), le pesche di Volpedo, le renette di Soriasco e altri frutti che fanno da base alla tipica mostarda di Voghera. Voghera è famosa anche per i suoi peperoni, dolci e carnosi, che sono spesso trasformati in salse di accompagnamento per le carni (bagnet e peverada).



Altro prodotto tipico è il miele vergine integrale garantito dall’A.S.A.P. Associazione Apicoltori Pavesi.
Tra i piatti più tradizionali gli agnolotti di carne, i malfatti, la natalizia gallina ripiena, il bollito misto e la schita, una frittella molto semplice che accompagna i salumi. Tra i dolci, alcune torte casalinghe come la torta di mandorle, la torta di San Contardo e le ciambelline (brasadè) che una volta i bambini portavano appese al braccio o al collo, infilzate come una collana. Deliziosa e nutriente la risumata, una specie di zabaione da bere. Ed è buono quanto un dolce il miccone di Stradella, bianco, soffice e del peso di circa un chilogrammo.
Infine, non resta che accompagnare antipasti, primi, secondi e dolci scegliendo il vino più adatto tra i tanti ed eccellenti vini DOC del territorio.


LA RICETTA
La particolare esposizione della Val Staffora, mite e riparata, favorisce la coltivazione delle mandorle che sono quindi state sempre abbondantemente utilizzate in cucina. La torta di mandorle (ra turta d’armandor) è un’antica specialità di Varzi protetta dal 2006 dal marchio De.Co. Denominazione di Origine Comunale, così come la mostarda di Voghera e il brasadè di Staghiglione. Non deve essere né troppo alta né troppo bassa e si gusta preferibilmente accompagnata con il rosso Sangue di Giuda dell’Oltrepò.
Per la preparazione, montare 3 tuorli con 150 g di zucchero e quando saranno ben gonfi unire 150 g di burro piuttosto morbido e amalgamare. Mescolare al composto 130 g di mandorle pelate e tritate, 60 g di fecola, 70 g di farina e la scorza grattugiata di mezzo limone. Amalgamare infine 3 albumi montati a neve con un pizzico di sale. Versare il composto in uno stampo rotondo di 26 cm imburrato e infarinato e cuocere per 40-60 minuti nel forno già caldo a 180°C.

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