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SALUTE
E BENESSERE
EduSalt: l’educazione modifica le abitudini alimentari scorrette
più di quanto possano fare divieti e restrizioni. Uno studio cinese
sul consumo di sale
Per ridurre il consumo di sale a tutte le età, uno dei provvedimenti
più utili è l’educazione, cioè la spiegazione
dei benefici di un’alimentazione povera di sodio e del suo contrario.
La cosa importante è evidenziare quali sono i rischi associati
all’eccesso di sale sottolineati più volte dall’OMS
e da molte autorità sanitarie nazionali. Un gruppo anglo-cinese,
di ricercatori del Wolfson Institute of Preventive Medicine di Londra
e del George Institute for Global Health di Pechino, ha voluto verificare
gli effetti di un’azione sistematica di educazione tra i bambini
delle scuole elementari e dei familiari. Lo studio, chiamato School-EduSalt,
è stato condotto in Cina, in 28 scuole della città di Changzi,
nel Nord del paese, e ha coinvolto circa 280 scolari dell’età
media di 10 anni e oltre 500 familiari (età media, in questo caso,
circa 43 anni). I componenti sono stati suddivisi in due gruppi; uno dei
due è stato sottoposto a lezioni sul sodio per un trimestre, l’altro
a nessun intervento.
A tutti i partecipanti è stato chiesto di indicare le proprie abitudini
alimentari, ed è stata misurata la pressione, oltreché la
concentrazione di sodio nelle urine, indice diretto del consumo di sale.
Alla fine del programma sono state ripetute le misurazioni, e il risultato,
riportato sul British Medical Journal, è stato nettamente a favore
dell’intervento di educazione alimentare. All’inizio della
sperimentazione la quantità media di sale assunta dai bambini era
7,3 grammi al giorno nel gruppo sottoposto ai corsi, e 6,8 grammi
al giorno per gli altri; per i genitori i valori erano rispettivamente,
pari a 12,6 e 11,3 grammi al giorno.
Durante lo studio il consumo è cambiato: tra i bambini che hanno
seguito i corsi il valore è sceso in media di 1,9 grammi
al giorno, mentre tra i loro genitori di 2,9 grammi. Al contrario, nel
secondo gruppo di bambini e genitori che hanno continuato con le
proprie abitudini i valori erano stati leggermente superiori rispetto
a quelli di base. Analogamente, la pressione del sangue nei bambini resi
consapevoli era scesa di 0,8 millimetri di mercurio, e tra i genitori
di 2,3 millimetri, mentre tra gli altri non si sono registrate variazioni
positive ma solo di segno negativo, anche se non statisticamente significative.
Secondo gli autori, questo tipo di programma può realmente aiutare
i cinesi ad avvicinarsi all’obbiettivo fissato dall’OMS di
una riduzione del consumo di sale del 30% entro il 2025. Quanto
ottenuto dimostra che, più che divieti e restrizioni, i provvedimenti
più efficaci sono quelli che fanno leva sulla razionalità,
sulla conoscenza, sulla consapevolezza delle conseguenze delle proprie
scelte quotidiane.
(www.ilfattoalimentare.it)
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