SALUTE E BENESSERE

L'Italia non segue più la Dieta Mediterranea

Ogni anno, dal 2000 a oggi, abbiamo consumato 1,5 chilogrammi di frutta e verdura in meno ogni anno. Un dato che deve allarmare tenuto conto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità stima una forte correlazione tra scarso consumo di frutta e verdura e malattie

Gli italiani rinunciano a frutta e verdura.
Che sia colpa della crisi o di mutate abitudini alimentari, fatto sta che, dal 2000 a oggi, ogni anno abbiamo consumato 1,5 kg in meno pro capite di frutta e verdura. Facendo i conti si tratta di una cifra complessiva di 1700 tonnellate.
E' quanto emerge da un'analisi di Nomisma pubblicata sulla newsletter mensile dell'Istituto.
La fotografia relativa al 2014 fa suonare un ulteriore campanello d’allarme: i consumi annui di prodotti ortofrutticoli freschi si sono fermati a 130,6 kg, che equivalgono a non più di 360 grammi al giorno.
Si tratta di una tendenza “pericolosa”, sia per il comparto che per la salute, se si considera che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità vi è fortissima correlazione in Occidente tra scarso consumo di frutta e verdura e malattie. Inoltre, i dati sul consumo quotidiano segnalano che ci si sta allontanando a passi veloci dalla razione giornaliera raccomandata (almeno 400 grammi al giorno).
La contrazione più forte riguarda la frutta (-15%) rispetto alla verdura (-6%).
Emerge dall'analisi Nomisma come in Italia solo il 18% della popolazione di età superiore ai tre anni consumi ogni giorno 4 porzioni di frutta e verdura. La Spagna è l'unico tra i paesi europei in linea con le raccomandazioni Oms, mentre Francia e Regno Unito, rispettivamente con 223 grammi e 273 grammi al giorno, presentano un dato inferiore a quello del Belpaese.
Considerando il trend a lungo periodo di consumi ortofrutticoli freschi, l'Italia dal 2000 presenta una contrazione del 14%, con una flessione media annua dell'1%, il dato più basso a livello europeo, in controtendenza rispetto a Francia e Germania che riportano un lieve recupero di terreno.
Quello appena delineato è un quadro allarmante, innanzitutto per la filiera ortofrutticola italiana che, con circa 450.000 aziende agricole e oltre 850.000 ettari dedicati, ricopre un ruolo di primo piano in ambito nazionale (oltre ¼ delle aziende agricole e circa il 7% della Superficie Agricola Utilizzata).
"L’implementazione di campagne di informazione e sensibilizzazione, accanto a strumenti e politiche per i produttori, sono certamente una chiave determinante per sostenere i consumi ortofrutticoli - afferma Silvia Zucconi, coordinatore area agroalimentare di Nomisma - Si tratta di iniziative che non possono però essere unicamente volte ad intercettare esclusivamente i bambini e il mondo della scuola. Il modello di apprendimento dei bambini passa soprattutto dall’emulazione: i bambini apprendono i comportamenti da chi li circonda. Il consumo di frutta e verdura nei genitori è così il primo fattore di previsione del consumo di frutta e verdura nei figli." (www.teatronaturale.it)

 


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