QUALITA' Gli allevatori chiedono tramite Anlac che anche per le carni cunicole si adottino criteri di trasparenza Da tempo si discute a Bruxelles della
opportunità di inserire in etichetta l'indicazione della provenienza
delle carni. Anche nelle prossime settimane la Commissione Europea prenderà
in esame gli esiti delle valutazioni di impatto che una tale decisione
potrebbe comportare. In questo percorso di trasparenza è stata
sempre esclusa la carne di coniglio, che ora chiede a gran voce di non
essere discriminata. Lo ha fatto anche in occasione del meeting “Carne
cunicola: prospettive e problematiche”, indetto dall’europarlamentare
Isabella Adinolfi. In questa occasione Saverio De Bonis, presidente dell’
Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli ha affermato
che “non c’è benessere dell’uomo e degli animali
che tenga se viene disatteso il diritto all’ informazione”.
La normativa europea, infatti, permette che sul cibo l’origine possa
diventare quella del luogo in cui è avvenuta l’ultima lavorazione
“sostanziale”, impedendo al consumatore di essere informato
sulla reale provenienza delle carni nei prodotti trasformati e porzionati.
Questa norma del codice doganale - evidenzia l’ Anlac - non garantisce
il rispetto dei trattati e apre le porte ad un commercio globale che non
sempre rispetta il benessere animale e le normative sanitarie.
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