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IN PRIMO
PIANO
Land grabbing, conflitti, urbanizzazione:
il grido d'allarme in "Terra Viva"
Al suolo urbanizzato entro il 2030 si aggiungerà una città
estesa come tutto il Sudafrica mentre la terra fertile viene erosa a una
velocità tra le 10 e le 40 volte superiore alla sua capacità
di rigenerazione. Il 40% delle guerre degli ultimi 60 anni è stato
causato da clima, suolo, risorse. Sono alcuni dei dati contenuti nel manifesto
"Terra Viva", presentato a Cascina Triulza da Navdanya International,
Banca Etica e Fondazione Triulza.
Il Padiglione della Società Civile di Expo Milano 2015 ha aperto
così il suo programma culturale, con la presentazione del manifesto
frutto del lavoro e dell’elaborazione, guidata dall’ambientalista
Vandana Shiva, di un panel di ricercatori ed esperti provenienti da tutto
il mondo, fra i quali Luc Gnacadja, ex segretario della Convenzione Onu
di lotta alla desertificazione; Andrea Baranes, economista; Nnimmo Bassey,
premio Nobel alternativo.
Secondo i dati del manifesto, negli ultimi due secoli il cambiamento dell’uso
dei suoli ha trasformato la biosfera producendo il 20% delle emissioni
di anidride carbonica e la scomparsa o la conversione ad altri usi del
70% delle praterie, del 50% delle savane, del 45% delle foreste temperate
decidue, del 27% del bioma delle foreste tropicali. Entro il 2030 è
prevista una crescita dell’area urbana pari a 1,2 milioni di kmq:
una superficie equivalente a quella del Sudafrica, 3 volte quella urbanizzata
nel 2000.
L’incontrollata espansione dell’area antropizzata riduce la
quantità di terreno fertile a disposizione dell’umanità,
con conseguenze gravi. Un ettaro di suolo contiene 15 tonnellate di organismi
viventi: 1,5 kg per mq. E’ un dato che non andrebbe sottovalutato
perché nel suo insieme il suolo conserva una quantità di
carbonio molto superiore rispetto all’atmosfera e indebolire la
sua vitalità significa minacciare la stabilità climatica.
Eppure negli ultimi decenni è stato di fatto ignorato: il suolo
fertile è stato eroso a una velocità tra le 10 e le 40 volte
superiore alla capacità di rigenerazione. Perdiamo 24 miliardi
di tonnellate di humus (suolo fertile) all’anno e per ricostruirne
uno strato da 2,5 centimetri ci vogliono circa 5 secoli. E ancora: la
dimensione dei terreni abbandonati a causa dell’uso insostenibile
è uguale alla somma della superficie degli Stati Uniti e del Canada
(2 miliardi di ettari) ed è maggiore della superficie globale attualmente
occupata dall’agricoltura.
Secondo il manifesto, poi, c'è una connessione tra danni ambientali,
squilibri sociali e conflitti: stando ai dati elaborati della Convenzione
per la lotta contro la desertificazione, analizzando un periodo di 60
anni, il 40% dei conflitti all’interno degli Stati è collegato
a una tensione nata dal controllo delle risorse naturali e della terra.
E nel 2007 l’80% dei maggiori conflitti armati è avvenuto
in ecosistemi resi vulnerabili dalla carenza di acqua.
“C’è bisogno di un nuovo patto che riconosca che noi
siamo il suolo: veniamo dal suolo, siamo sostenuti dal suolo. Prendersi
cura della terra è il lavoro più importante che gli agricoltori
possano fare - commenta Vandana Shiva - Il messaggio che lanciamo dall’importante
vetrina di Expo è forte e chiaro: la nuova democrazia è
la democrazia della Terra”.
Anche per Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, è necessario
“ripartire dalla cura del nostro pianeta perché non può
esistere un’etica della convivenza senza un’etica della terra.
La terra non è solo generatrice, è anche maestra di vita.
Insegna la costanza, la profondità, la corresponsabilità
e, come bene comune, indica la via della condivisione e della giustizia
sociale”. (www.adnkronos.com)
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