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Esportazioni, l'agroalimentare frena

34 miliardi nel 2014 e l'agricoltura paga lo scotto dell'assenza di misure adeguate per l'embargo russo

Il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino commenta gli ultimi dati relativi alle movimentazioni sui mercati stranieri: "Il trend di crescita si è dimezzato, l'agricoltura ancora una volta fronteggia da sola la crisi. Paghiamo anche il conto di misure inadeguate per ammortizzare lo stop della Russia".
C'era da aspettarselo. Gli ultimi dati relativi all'export per l'anno 2014 vanno ben interpretati. Infatti nonostante un buon risultato in valore, con 34 miliardi di euro movimentati e una lieve crescita in termini percentuali rispetto all'anno precedente, il trend di crescita si è bruscamente dimezzato. Questo dato è allarmante: l'agricoltura si è trovata, ancora una volta, senza il sostegno delle politiche, a far fronte a congiunture sfavorevoli e in particolare all'effetto negativo dell'embargo russo. Così il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta i dati sulle esportazioni agroalimentari resi noti da Nomisma.
Le misure di sostegno ai produttori, come denunciammo nella fase decisionale, si sono rivelate fortemente inadeguate -ha sottolineato Scanavino-. Alcuni prodotti hanno perso importanti fette di mercato, che avevano conquistato con grande fatica negli anni. La questione dell'embargo rischia di essere una scure che la nostra agricoltura porterà sulla sua testa per anni. Non è facile, ora, riconquistare porzioni di mercato che nel frattempo sono state occupate da altri competitori agguerriti.
L'export è troppo importante per il nostro Paese e per il nostro agroalimentare, se si vuole far ripartire il Paese tornando a crescere. Ma questo processo non può passare attraverso il solo sacrificio degli agricoltori, che vanno accompagnati con azioni di sostegno, mirate e lungimiranti. Noto purtroppo -ha chiosato il presidente della Cia- una pericola disattenzione per il settore da parte delle Istituzioni. (www.cia.it)

 


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