|
IN
PRIMO PIANO
Agricoltura: è allarme fitopatie con danni alle produzioni
che sfiorano già i 500 milioni di euro
Un convegno nazionale della Cia
a Gallipoli per fare il punto della situazione in tema di malattie vegetali.
Scanavino: “Deboli le misure previste, sia a livello nazionale che
europeo, per indennizzare i produttori colpiti. Le contromisure agronomiche
e agrotecniche da mettere in campo sono purtroppo inadeguate. Lavoriamo
per proposte costruttive tali da contrastare il fenomeno”.
Vite, olivo, agrumi, kiwi, castagne e api. Tutte produzioni dell’agricoltura
minate da fitopatie aggressive, alcune anche nuove, che hanno falcidiato
coltivazioni simbolo del “made in Italy”. Le stime per difetto
già parlano di circa 500 milioni di euro persi per la mancata produzione.
Colpite le campagne di tutta la penisola, da sud a nord. Le castagne pagano
il conto più salato, ma grossi contraccolpi si sono registrati
anche per l’extravergine d’oliva, il miele e gli agrumi. Questa
è la fotografia che emerge dal convegno nazionale della Cia-Confederazione
italiana agricoltori svoltosi a Gallipoli sul tema: “Le grandi fitopatie:
una minaccia da risolvere per il territorio e la società".
Incontro a cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente nazionale
della Cia, Dino Scanavino, il senatore della Commissione agricoltura,
Dario Stefano, e il sociologo Franco Cassano.
Probabilmente l’effetto dei mutamenti climatici e il tourbillon
di materia vegetale che entra nel nostro Paese, potrebbero essere all’origine
di un preoccupante prolificare di fitopatie molto aggressive che stanno
interessando da tempo, ma più intensamente negli ultimi anni, le
nostre più importanti produzioni agricole vegetali.
Virus, funghi e insetti stanno attaccando pesantemente le nostre eccellenze
della terra. Nel caso dell’olivo, quindi per l’olio, i problemi
sono causati da una vecchia “cattiva conoscenza” degli olivicoltori:
la famigerata mosca olearia che ha imperversato ovunque. Ma, in aggiunta
a questa, ad esempio nell’area salentina, quest’anno si è
dovuto fare i conti con la Xylella fastidiosa che non ha risparmiato circa
il 50 per cento delle piante in produzione, con milioni di euro andati
in fumo. Invece, per le castagne il cinipide è stato come “Attila”
ed ha quasi azzerato le produzioni delle aree più vocate, generando
un danno di oltre 200 milioni.
Gli agrumi della Sicilia sono stati gravemente attaccati dalla Tristeza,
che ha già “indebolito” oltre il 30 per cento delle
piante per un danno stimato in circa 80 milioni di euro, con all’orizzonte
l’incubo del possibile arrivo del Black spot. Molte api hanno perso
la loro battaglia contro il terribile coleottero Aetina tumida e la flessione
dei volumi del miele prodotto è stata una diretta conseguenza.
Neanche i filari di vite italiani sono passati indenni da questo stillicidio
e diversi viticoltori hanno battagliato con la Peronospera. Se poi allarghiamo
il campo, arriviamo alla batteriosi che si è accanita sull’actinidia
(meglio conosciuta come kiwi) sterminando centinaia di migliaia di piante
nel Lazio e nel Piemonte. Uno scenario allarmante. Per questo motivo secondo
la Cia c'è bisogno di maggiore tempestività e di misure
più importanti sul nostro territorio, perché parassiti e
fitopatologie nuove, non trovando fattori naturali di contrasto, si sviluppano
rapidamente con enormi danni economici agli agricoltori e pesanti ripercussioni
su habitat e paesaggio agrario di vaste aree. Non solo. Le difficoltà
di movimentazione delle produzioni stanno creando gravi danni anche alle
produzioni florovivaistiche (la malattia colpisce anche alcune essenze
da vivaio).
In tale contesto, la Cia ritiene che sia giunto il momento per un'azione
straordinaria sul fronte delle emergenze fitosanitarie, da affrontare
in maniera organica a livello Ue e nazionale. Si tratta di agire su diversi
piani, dal potenziamento della ricerca alla diffusione di tecniche di
difesa adeguate, dal maggior controllo internazionale sugli scambi al
miglioramento della capacità di intervento nelle fasi di emergenza,
fino al potenziamento degli strumenti di risarcimento.
La Cia, pertanto, chiede azioni più incisive tanto per la prevenzione
quanto per i risarcimenti alle perdite di reddito subite dagli agricoltori.
In tal senso, occorre mobilitare tutte le opportunità presenti
nei Psr ancora in corso di spesa.
Per questo impegno straordinario, inoltre, la Cia propone di rafforzare
e rendere più tempestivi sia gli interventi in caso di crisi sia
gli strumenti di gestione del rischio, come ad esempio quelli assicurativi
e mutualistici prefigurati con la recente proposta di piano operativo
nazionale.
Il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, concludendo il convegno,
ha sottolineato come le misure d’indennizzo previste per i danni
prodotti siano fortemente inadeguate, così come gli strumenti di
prevenzione. Le attuali soluzioni tecniche e agronomiche non sono in grado,
al momento, di dare i risultati sperati. Ecco la ragione per cui la ricerca,
in questo campo, andrebbe maggiormente incentivata visto che il problema
va tutt’altro che sottovalutato. (www.cia.it)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|