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L’Italia torna in deflazione ma salgono i prezzi degli alimenti

In picchiata i prezzi dei beni energetici che trascina al ribasso l’indice dei prezzi al consumo

L’Italia torna in deflazione a gennaio. L’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Istat è sceso dello 0,4% rispetto a dicembre 2014 e dello 0,6% su base annua, come non accadeva da settembre 1959, quando si registrò una contrazione pari all’1,1%. La flessione su base annua dell’indice generale, spiega l’istituto di statistica, è dovuta in larga misura all’accentuarsi della caduta tendenziale dei prezzi dei beni energetici, in particolare di quelli non regolamentati (-14,1%, da -8,0% di dicembre), e al rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, con particolare riferimento a quelli dei Servizi relativi ai Trasporti (+0,2%, da +2,0% del mese precedente).
Il carrello della spesa
I prezzi dei beni alimentari, il cosiddetto carrello della spesa, aumentano però dello 0,6% su dicembre e dello 0,1% su base annua (da -0,2% di dicembre). Ecco perché al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’«inflazione di fondo» permane positiva ma in ulteriore rallentamento (+0,3%, da +0,6% di dicembre). Il calo mensile dell’indice generale è da ascrivere in primo luogo alla diminuzione dei prezzi degli energetici non regolamentati (-6,3%) - con i forti ribassi dei carburanti - dell’Energia elettrica (-2,2%) e dei servizi relativi ai trasporti (-2,4%), questi ultimi condizionati da fattori stagionali; a contenere in parte il calo è l’aumento dei prezzi dei vegetali freschi (+7,1%), anch’essi influenzati da fattori stagionali. Rispetto a gennaio 2014, i prezzi dei beni diminuiscono dell’1,5% (era -0,8% a dicembre) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi si dimezza (+0,5%, da +1,0% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a dicembre 2014 il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di due decimi di punto percentuale. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,6% su dicembre e dello 0,1% su base annua (da -0,2% di dicembre). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto - per effetto soprattutto dei ribassi dei carburanti - diminuiscono dello 0,5% su base mensile e dell’1,4% su base annua (era -0,5% il mese precedente). Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo diminuisce del 2,4% su base mensile e segna un calo pari a -0,4% su base annua (da -0,1% di dicembre). La flessione congiunturale è in larga parte da ascrivere ai saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice generale non tiene conto. (www.corriere.it)

 


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