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ENTI E
MINISTERI
Riforma bio in Europa, niente da fare
Nessun accordo su controlli e limiti
delle sostanze non autorizzate; se ne riparlerà a giugno. Al Consiglio
agricolo, appena tenutosi a Bruxelles, si è parlato anche di semplificazione
della Pac
Si è appena concluso il Consiglio dei ministri dell'Agricoltura
dei Paesi europei, che ha dato ampio spazio alle nuove misure di semplificazione
della riforma della politica agricola comune, flessibilità su greening
e controlli calmierati. Niente da fare, invece, sulla riforma del biologico,
per la quale i 28 Paesi Ue sono ancora divisi. Se ne riparlerà
a giugno.
Parola d'ordine "semplificazione"
Sono previste per il 20 maggio le nuove misure di semplificazione della
riforma della Pac, misure che diventeranno applicabili entro la fine di
giugno.
Per quanto riguarda i pagamenti diretti viene chiesta più flessibilità
nel cosiddetto greening, la diversificazione delle colture e le aree di
interesse ecologico. Poi si chiede di evitare comunicazioni non necessarie
e diminuire la burocrazia per le organizzazioni commerciali come fatto
con la riforma dei frutta e verdura del 2008, rimuovere misure aggiuntive
su interventi pubblici e stoccaggio di prodotti privati e considerare
gli aspetti legali di eventuali interventi statali su piccola scala in
occasione di micro crisi di settore.
Poi ancora semplificazione del processo di approvazione dei programmi
di sviluppo rurale senza ulteriori requisiti durante il processo di approvazione.
Chiesti anche controlli maggiormente basati sul principio del rischio,
del rapporto costo-efficacia, attenzione ai multipli controlli sul greening
e riduzione delle panali in caso di piccole infrazioni. Ad esempio, il
Commissario Ue Phil Hogan si è detto disponibile, nel caso di errori
riguardanti le aree di interesse ecologico mancanti, a una compensazione
con un'altra trovata nello stesso lotto, anche se quest'ultima non è
stata dichiarata.
Paesi Ue restano divisi sul biologico
Niente da fare sulla riforma del biologico: il Consiglio Ue agricoltura
non ha trovato l'accordo su alcuni punti controversi come la frequenza
dei controlli sui produttori e sulla soglia delle sostanze non autorizzate.
"Continueremo a lavorare duramente su questo fascicolo per avvicinarci
o conseguire un orientamento generale", ha detto Janis Duklavs, a
nome della presidenza lettone di turno dell'Ue.
"Serve un accordo bilanciato fra tutti i soggetti del settore biologico
- ha aggiunto il commissario europeo all'agricoltura, Phil Hogan - che
fornisca una semplificazione e certezza delle regole".
Paesi come Germania e Polonia preferiscono rinviare la discussione al
Consiglio di giugno. Il rischio è che la Commissione europea, alla
luce del mancato accordo in sede di Consiglio, possa ritirare la sua proposta
di riforma e lavorare ad un'altra, il che allungherebbe i tempi di una
sua eventuale entrata in vigore.
I punti del disaccordo
L'Italia è a favore di controlli annuali, mentre altri Paesi europei
chiedono verifiche solo quando sussistono fattori di rischio. Per quanto
riguarda i pesticidi, Italia, Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca e Belgio
appoggiano la proposta avanzata nella riforma della Commissione di fissare
il tetto a 0,01 microgrammi per chilo, la stessa soglia di residui di
agrofarmaci consentita nei prodotti destinati ai bambini. Contrari alla
proposta di riforma europea, la Copa-Cogeca, il cui presidente, Pekka
Pesonen, la giudica "una proposta inutile e burocratica che fungerebbe
da disincentivo per gli agricoltori a passare al biologico".
Italia ferrea su controlli e sostanze non autorizzate
Andrea Oliviero, vice ministro dell'agricoltura, ha ribadito l'importanza
di controlli e standard per quanto riguarda il settore del biologico.
"Il biologico si basa su un atto di fiducia fra le imprese e i consumatori,
per questo i controlli sono importanti - ha detto il vice ministro - Se
noi questo patto lo lasciassimo blando, non daremmo nessuna garanzia al
settore".
Anche per quanto riguarda la soglia di residui di agrofarmaci l'Italia
"resta ferma nella sua posizione perché crediamo che un abbassamento
di questo limite potrebbe creare una scarsa credibilità di tutto
il sistema", ha spiegato Olivero.
"In questo momento l'Europa non è autosufficiente per quanto
riguarda i consumi, le importazioni stanno crescendo, ma noi vogliamo
che rispettino criteri europei" ha concluso il vice ministro alle
politiche agricole ed é "importante che tutti i prodotti abbiano
lo stesso livello di rispetto e le medesime garanzie", ha concluso.
(Alessio Pisanò - http://agronotizie.imagelinenetwork.com)
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