|
ENTI E
MINISTERI
Nascono le banche della terra
Per cifre simboliche, le aziende agricole potranno comprare le aree demaniali
coltivabili rimaste abbandonate
Lo Stato ha infatti deciso di censire i terreni pubblici abbandonati per
poi venderne le aree coltivabili ad aziende agricole, a fronte di una
cifra simbolica (se non addirittura gratis).
L’iniziativa è già operativa in otto regioni, ossia
Abruzzo, Campania, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto ,
mentre è ancora in fase progettuale in altre cinque, ossia Lombardia,
Lazio, Calabria, Marche, Molise.Una particolare attenzione verrebbe inoltre
riservata ai giovani, che sarebbero così incentivati a rivalutare
l’imprenditoria agricola.
MADE IN ITALY. Inoltre le banche della terra aiuterebbero il rilancio
del made in Italy e contestualmente frenerebbero lo spopolamento in alcune
zone italiane. L’iniziativa ha subito trovato l’approvazione
della Coldiretti, secondo la quale «la cessione di questi terreni
toglierebbe a Comuni, Regioni e allo Stato il compito improprio di coltivare
la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo e la crescita
del Pil ma soprattutto avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei
terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività
delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante
per la crescita del Paese».
Va detto però che l’impatto delle banche della terra varierà
a seconda delle regioni, come sottolinea Gianni Fava, assessore regionale
all’Agricoltura della Lombardia: «In Lombardia l’80%
dei terreni coltivabili è oggi già utilizzato, restano libere
aree marginali come quelle collinari o montane. In un’ottica di
rilancio di queste zone, oggi alle prese con abbandono e degrado il progetto
ha sicuramente dei vantaggi. In altre regioni, ad esempio in Toscana,
credo invece che le potenzialità siano più ampie».
(Francesca D'Angelo - www.businesspeople.it)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|