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FATTI E
PERSONE
Indagine: per Millennials Usa dopo i californiani,
vino preferito è made in Italy
Survey Osservatorio Business Strategies-Nomisma,
è boom di Prosecco tra i figli dei baby boomer
Amano i nostri vitigni al punto da preferire
i vini italiani rispetto a tutti quelli stranieri (35,6%); li prediligono
ai vini francesi, argentini, cileni e australiani; adorano il Prosecco
(prima scelta rispetto allo Champagne) e gli abbinamenti cibo-vino. Sono
i ‘Millennials’, la Generazione Y (20-35 anni) che sostituirà
i ‘Baby Boomer’ tra i top buyer americani, inquadrati nell’indagine
a cura del nuovo ‘Osservatorio Mercati terzi’ di Business
Strategies/Nomisma-Wine Monitor. La ricerca, presentata oggi a Vinitaly
nel corso del convegno ‘Obiettivo export a 50 miliardi di Euro:
quali strade per la promozione?’, organizzato da Business Strategies
in collaborazione con il ministero delle Politiche Agricole, è
stata realizzata su un campione di 3800 giovani residenti negli Stati
di New York, Illinois, California, Miami, Oregon.
“Gli Stati Uniti – ha detto il direttore area Agroalimentare
di Nomisma, Denis Pantini - non sono per nulla un mercato maturo per i
vini italiani: è ancora forte la concentrazione dei consumi di
vino, che si raggruppa perlopiù in 5 Stati; inoltre, dei 350mln
di abitanti gli enoappassionati sono solo il 44%. Infine, il vino incide
per appena il 10% tra le bevande alcoliche, con la birra all’80%.
Detto questo – ha aggiunto Pantini – è fortissimo il
brand Italia presso i nuovi consumatori Usa, specie tra una categoria,
quella dei Millennials, che rappresenta il più grande gruppo demografico
(21% della popolazione) dopo i Baby Boomers (50-68 anni, 24% della popolazione).
Dopo la California (46%), è italiano (35,6%) il vino più
amato dai figli dei baby boomer, riconosciuto per eleganza (20%) e versatilità
(15%) ma soprattutto per la sua qualità (29%); lontani Francia
(30,2%), Spagna (22,4%), Argentina (14,1), Cile e Australia. Non c’è
partita nemmeno nei testa a testa, con il 44% dei giovani consumatori
americani che ritiene i vini italiani qualitativamente superiori a quelli
francesi, mentre solo 3 su 100 preferiscono i vini transalpini. Il Belpaese
vince il confronto anche con i concorrenti extraeuropei, battendo l’Australia
con un indice di gradimento del 58% e superando anche l’Argentina
per oltre la metà degli intervistati (53%). L’osservatorio
Business Strategies/Nomisma si sofferma poi sul grado di conoscenza da
parte dei Millennials delle regioni vinicole italiane, e qui stravince
la Toscana con il 27% delle prime risposte; poi Veneto e Sicilia (16%)
e Piemonte (12%). Nota a parte merita il Prosecco, vero must per la Generazione
Y al punto da risultare per il 42% una prima scelta di grande qualità
nelle abitudini sparkling delle serate newyorkesi, che solo in alternativa
alle bollicine venete ordinerebbe Champagne o altri spumanti italiani
(39%). Freschezza, leggerezza e versatilità sono le caratteristiche
ricercate dai giovani americani, che prediligono gli abbinamenti cibo-vino
(48%) come veicolo di promozione, oltre a packaging e etichetta accattivanti.
“In uno scenario evolutivo quale quello del mercato americano –
ha aggiunto la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta i Millennials
sono il gruppo che ha un impatto significativo per tutta la categoria
alcolici. Ed è su questo target che occorre lavorare, intercettando
il loro bisogno di prodotti unici e differenziati, il loro forte senso
di individualità e di identità personale. E riuscire a erodere
quote significative alle bevande competitor”.
Ufficio stampa Business Strategies: interCOM
Simone Velasco (simovela@gmail.com; 339.5818511)
Marta De Carli (press@agenziaintercom.it; 320.7228972)
Elena Vinci (office@bsnstrategies.com)
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