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FATTI
E PERSONE
Sacchetti biodegradabili
Sempre più aziende si impegnano
a rispettare la normativa: Fondamentali i controlli delle autorità
e dell’AGCM
17 imprese della grande distribuzione sostituiranno
i sacchetti di plastica (non compostabili) utilizzati finora, con le shopper
veramente “biodegradabili” (leggi approfondimento).
Il Fatto Alimentare aveva trattato l’argomento poche settimane fa,
seguendo le indagini in corso da parte del pubblico ministero Raffaele
Guariniello e dei NAS sull’enorme quantità di sacchetti presentati
come biodegradabili, ma che in realtà non lo sono. La vicenda inizia
nell’ottobre 2014 quando l’Autorità Garante della Concorrenza
e del Mercato*, su segnalazione di Assobioplastiche (leggi comunicato),
invita diciassette diversi professionisti attivi nella grande distribuzione
a rimuovere il vanto della “biodegradabilità” dalle
buste in materiale plastico additivato, e a monitorare la correttezza
delle scritte riportate sule buste.
Le scritte sui sacchetti risultavano scorrette perché evidenziavano
in modo enfatico una presunta “biodegradabilità”, essendo
composti da plastica additivata, che si frantuma in piccoli pezzi
una volta smaltita, senza biodegradarsi e quindi restando un elemento
inquinante per l’ambiente e pericoloso per gli animali. Si tratta
di una dicitura che tra l’altro può indurre i consumatori
non solo a credere di avere tra le mani una vera shopper bio, ma anche
a utilizzarla in contesti impropri (raccolta della frazione organica)
e a smaltirla in modo errato.
Un sacchetto veramente biodegradabile deve riportare la frase “Prodotto
biodegradabile conforme alle normative comunitarie EN 13432”, o
i marchi: “OK Compost” e “ Compostable”, seguiti
da un numero (Sxxx o 7wxx) che permette di identificare il produttore
e la tracciabilità.
Qualche giorno fa è arrivata la risposta delle parti interessate.
I responsabili delle 17 catene di supermercati hanno comunicato di aver
smaltito (o di essere in procinto di smaltire) i sacchetti di finto materiale
biodegradabile e di averli sostituiti con quelli veramente biodegradabili
e compostabili. Sono state inoltre disposte misure tali da assicurare
un monitoraggio rigoroso anche nei punti vendita affiliati, per
impedire il ripetersi del problema.
*L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nella
sentenza conferma quanto già chiarito dalla magistratura, ossia
che la “biodegradabilità” è caratteristica riservata
ai soli sacchetti compostabili conformi alla UNI EN 13432:2002
(Luca Foltran - www.ilfattoalimentare.it)
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