|
FATTI E
PERSONE
L'Europa a rischio colonizzazione: senza giovani in agricoltura,
in 10 anni si rischia di perdere metà della produzione
La Cia lancia l'allarme nel corso della prima giornata all'Esposizione
di Milano. La Commissione di Bruxelles considera un'emergenza il fatto
che, per ogni dieci imprese che vengono abbandonate, solo una riprende
la coltivazione. Servono più fondi per evitare la desertificazione
delle campagne.
L'Europa è a rischio colonizzazione: fondi comuni d'investimento
cinesi e americani sono pronti a comprare le terre che vengono abbandonate
e il Vecchio Continente rischia seriamente di diventare vittima del "land
grabbing" perdendo nel giro di un decennio metà della sua
produzione agricola. L'allarme è stato lanciato dalla tavola
rotonda "Giovani: il vivaio da coltivare per far crescere il Paese"
e subito raccolto dalla Commissione Europea che ha annunciato nuovi fondi
per incentivare il ritorno dei giovani all'agricoltura.
In apertura del convegno che segna la prima giornata di Cia in Expo e
che porta finalmente gli agricoltori a diventare i protagonisti dell'Esposizione
universale, il presidente della Confederazione italiana agricoltori Dino
Scanavino ha rivendicato la necessità "di assicurare reddito
agli agricoltori per restituire loro la dignità sociale e la centralità
che hanno nel mondo attraverso l'affermazione del ruolo multifunzionale
dell'agricoltura". Scanavino ha ricordato come l'impegno di Cia sia
fondato su quattro pilastri: la sicurezza alimentare, la tutela della
biodiversità, la cooperazione internazionale e soprattutto l'incentivo
e il sostegno ai giovani a farsi imprenditori agricoli.
"Il Paese -ha detto Scanavino- è con l'Expo al centro di una
sfida straordinaria: quella di interrogarsi sul benessere futuro che può
essere assicurato solo se si dà più valore alla terra, al
ruolo degli agricoltori e si sostiene la crescita colturale e culturale
dell'attività agricola per la costruzione di uno sviluppo durable
cioè sostenibile e duraturo che solo la valorizzazione della biodiversità
assicura. Per questo -ha sottolineato- la Cia è main partner del
Biodiversity Park, per questo la Cia ha scelto per la sua prima giornata
di presenza in Expo di affidarsi ai giovani."
Ma subito è risuonato un pesante interrogativo: se il tema dell'Expo
è nutrire il pianeta energie per la vita, per l'Europa questa sta
diventando un'emergenza.
E' toccato a Matteo Bartolini presidente dei giovani agricoltori europei
(oltre 2 milioni d'imprese in 25 paesi dell'Unione) lanciare l'allarme.
"Noi -ha evidenziato- stiamo parlando di sostenibilità, ma
la prima sostenibilità che deve essere assicurata è quella
dell'impresa agricola. Ai giovani è stato chiesto di produrre di
più con meno e questa sfida i giovani l'hanno raccolta. Sappiamo
che le imprese agricole condotte dagli under 35 sono più estese,
hanno più capacità produttiva, hanno maggiore attenzione
al biologico e all'ambiente. Ma sappiamo anche che oggi solo il 7,5% delle
imprese agricole europee è condotta da giovani imprenditori mentre
il 30% delle coltivazioni è portata avanti da agricoltori con più
di 65 anni. Il dato più allarmante -ha continuato Bartolini- è
però che solo un'azienda su 10 di quelle che cessano viene rilevata
e portata avanti da un giovane agricoltore. L'Europa sta perdendo terra
coltivata e ci sono già pronti fondi comuni d'investimento di tutto
il mondo a comprare queste terre. Perché i cibo sarà i business
del futuro, ma se subiamo il "land grabbing" la biodiversità
che oggi vogliamo tutelare domani non ci sarà più. E' del
tutto inutile che si dica che l'agricoltura del futuro è in mano
ai giovani se i giovani non trovano spazio del presente. Se non ci siamo
oggi come faremo ad esserci domani?"
Un allarme che è stato subito raccolto dalla Commissione Europea
nelle parole di Ricard Ramon Y Samoy che ha confermato: "E' vero:
sappiamo che stiamo perdendo terra coltivata e sappiamo anche che le giovani
imprese non rappresentano più del 7% di tutta l'agricoltura europea.
Per questo abbiamo creato dei fondi ad hoc per il sostegno e l'incentivo
dell'impresa agricola giovane. Ci sono contributi fino a 70 mila euro
per l'acquisto dei terreni e contributi sostanziosi per gli investimenti
e tutti i fondi per lo sviluppo rurale assegnano corsie preferenziali
alle imprese agricole giovani. La Commissione Europea -ha ribadito Ramon
Y Somoy- è impegnata nella nuova politica economica su tre fronti:
occupazione, crescita, investimenti e assegna all'agricoltura giovane
un ruolo di primo piano nel rilancio dell'economia europea".
Tendenze confermate anche da Fabio Del Bravo di Ismea che ha sottolineato
come "ci sono fondi a tasso zero per investimenti in aziende agricole
giovani che possono essere attivati fino a un milione e mezzo per azienda.
L'Ismea è impegnata a sostenere la giovane impresa agricola che
è un modello di agricoltura evoluta: più produttiva, ma
anche più rispettosa dell'ambiente, più impegnata nella
ricerca e a maggiore valore aggiunto. E infatti quando misuriamo l'indice
di fiducia degli imprenditori agricoli vediamo che i giovani sono quelli
che più convintamente e positivamente guardano al futuro".
Ma bisogna che i giovani trovino spazio in agricoltura. E' questo il monito
lanciato da Maria Pirrone, presidente nazionale di Agia (l'associazione
dei giovani imprenditori aderenti a Cia) che è tornata a rivendicare
"equità per chi lavora la terra, equità che significa
intelligenza, che significa fertilità dei suoli, che significa
qualità, ma che prima di tutto significa possibilità concreta
d'intraprendere".
Finalmente l'Expo grazie ai giovani della Cia ha cominciato ha parlare
con la voce degli agricoltori. Ed è una voce forte e fresca. Sempre
nel corso dell'incontro "Giovani: il vivaio da coltivare per far
crescere il Paese" sono state presentate alcune start up di giovani
imprese agricole (saranno 25 quelle che Cia proporrà in Expo) e
così si è scoperto che esiste il caseificio da concerto
-un casello per la produzione di Parmigiano Reggiano animato da dj e da
performance artistiche per enfatizzare il valore del prodotto e il piacere
di gustarlo- la fattoria delle fiabe dove si narra la terra rievocando
le tradizioni, un nuovo modo di fare florovivaismo recuperando i fiori
dimenticati, una cantina che si trasforma in narrazione del mito di Bacco
e poi la Fattoria Sportiva (di cui è testimonial l'olimpionica
Gabriella Dorio), la Fattoria che si fa scuola. E' quell'agricoltura giovane
che cerca nuovi orizzonti per evitare che l'Italia, ma anche l'Europa,
debba da qui a un decennio misurarsi con il deserto dei campi. (www.cia.it)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|