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LUOGHI
“Magnificat” - Salita e visita alla cupola
del Santuario di Vicoforte (Cuneo)
Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015
1) il Santuario di Vicoforte (CN) / 2) l’interno, la grande cupola
Salire sin sulla cupola, quasi a voler
toccare il cielo. Affacciarsi sul cornicione e allungare la mano come
a voler accarezzare quell’affresco che glorifica l’immagine
di Maria.
Spesso le emozioni sono tutto quello che ci rimane e le speranze sono
racchiuse in una preghiera che si alza verso il Cielo.
“Stupore! Magnificat”, com’è scritto nella locandina
di invito all’inaugurazione della “Salita e visita alla cupola
del Santuario di Vicoforte”, che rimarrà a disposizione di
quei fedeli che avranno la forza di salire i... 266 gradini che conducono
alla sommità della cupola ellittica più grande del mondo
e la quinta al mondo per dimensioni!
Il passo inizia veloce. Si contano i gradini e man mano che saliamo rallenta
e si fa sempre più greve, ma la fede che “smuove le montagne”
non induce ad arretrare e passo dopo passo, gradino dopo gradino, seppure
a fatica si raggiunge la cima. Dall’alto del cupolino ci attende
uno spettacolo indescrivibile: ci si affaccia su un baratro di 75 metri
di altezza, e l’occhio spazia su 6.000 metri quadrati di affresco!
1 e 2) interno del Monastero
Restare in silenzio, socchiudere gli occhi
e immaginare di essere al centro di questo spazio artistico-religioso,
come al centro dell’Universo, nel cuore del Sacro.
Gradini! Interminabili, che conducono non solo in un viaggio nel Tempo,
in 600 anni di devozione mariana, ma percorro anche l’emozionante
viaggio nel mondo dell’arte e della religiosità.
Capolavoro del Barocco piemontese il Santuario è uno splendido
esempio di devozione a Maria. Bellezza, armonia e fede si fondono nella
stupenda maestosità di questo santuario e
nell’imponenza dell’affresco che dall’alto domina protettivo
i fedeli raccolti in preghiera.
La “Basilica della natività di Maria, Regina del Monte Regale”,
o più semplicemente Santuario di Vicoforte, nasce da un semplice
pilone votivo che ancora oggi si trova al centro del Santuario.
La tradizione vuole che questo pilone venne innalzato verso la fine del
1400 da un fornaciaio, per propiziare la buona cottura dei suoi mattoni
e su di esso fece dipingere l’immagine della Madonna con il Bambino.
Ma la storia del pilone prosegue narrando che nel 1592 un certo Giulio
Sargiano... cacciatore, col l’archibugio colpi per sbaglio l’immagine
della Madonna danneggiandone il ventre e “pare” che questo,
ferito, si mise a sanguinare dando vita a pellegrinaggi e devozione.
Ben presto iniziarono i pellegrinaggi collettivi. Si parlò anche
di miracoli, si raccolsero soldi per erigere una piccola cappella di ringraziamento
per le grazie ottenute dai fedeli durante l’epidemia del 1594 e
si costruì la prima cappella.
Con il crescere dei pellegrinaggi, per arginare la folla ed evitare fanatismi,
il vescovo di Mondovì sospese momentaneamente ogni culto. Dispose
un’inchiesta che constatò i fatti straordinari, ma li descrisse
come semplici “grazie ricevute”. Solo in seguito si parlò
di miracoli e venne proclamata la festa patronale nel giorno della Natività
di Maria, l’8 settembre.
1 - 2 e 3) interni dell’antico refettorio del Monastero
Nel 1596 il duca Carlo Emanuele I di Savoia
progettò di costruire tutto attorno al centro del Santuario delle
cappelle funerarie e farne un mausoleo per i Savoia. Inizia la costruzione
del santuario e della Palazzata. Il progetto del santuario fu affidato
all’architetto Ascanio Vitozzi, che a Torino progettò Piazza
Castello, il Palazzo Reale, il Convento dei Cappuccini, il castello di
Rivoli.
Fece erigere anche un grande tempio e scelse i monaci cistercensi riformati,
per adempiere ai sacramenti e alla cura dell’anima dei pellegrini.
I cistercensi riformati, o “foglianti”, erano un Ordine staccatosi
dei benedettini nel 1573 e già presente nella zona.
Nel 1615 muore Ascanio Vitozzi e i lavori vengono sospesi. Nel 1701 passano
all’architetto Francesco Gallo.
Nel 1700 l’architetto Francesco Gallo, autore anche del portale
del convento, proseguì i lavori finanziati dalla duchessa Maria
Cristina di Savoia. Costruì il passaggio che collega il Santuario
al Monastero, creato per consentire ai monaci l’accesso coperto
per raggiungere la basilica.
Nel 1711 termina la costruzione che raggiunge il secondo cornicione.
Tra il 1722 e il 1732 viene realizzata la grande cupola e nel 1735 venne
terminato anche il cupolino.
Tra le più belle opere del Monastero vi è il refettorio,
datato 1745, una stupenda sala affrescata.
Dal 1746/48, il pittore Mattia Bortoloni affresca la grande cupola che
nel 1883 viene rivestita di rame. Nel 1890/94 viene ultimata la facciata.
Nel 1904/06 vengono demolite le guglie dei campanili.
1 e 2) interni dell’antico refettorio del Monastero: affresco e
tavolo su cui pranzavano i Monaci
Una delle singolarità del Santuario
sono i quattro campanili che svettano come torri quadrate.
Inizialmente dovevano essere solo due, il terzo lo edificarono i monaci.
Nel 1884 se ne aggiunse una quarta, ma per alcuni motivi verranno mozzate
nel 1906.
Nel 1917 si progettò di rifare i campanili, ma restò irrealizzato.
1 - 2 e 3) interni del Santuario di Vicoforte
Nel 1802 gli ordini religiosi vengono soppressi
e i monaci se ne vanno portando i tesori del convento nel Palazzo Civico
di Mondovì. Nel 1812 si prospetta la vendita del Monastero e della
Palazzata, ma l’intervento del vescovo blocca ogni contrattazione.
Dai primi del ‘900 diventa proprietà dell’amministrazione
del Santuario e adibita a Seminario.
La Palazzata, iniziata nel 1597, era una struttura per accogliere i pellegrini,
comprendeva l’osteria del pellegrino, l’ospedale, un istituto
per orfani e altre strutture per ospitare i Savoia, l’abitazione
dell’architetto, un albergo e altre abitazioni per i nobili.
Nel corso di 250 anni venne ampliata. Oggi si presenta a pianta semiottagonale,
circonda la facciata del Santuario, ed è composta da portici dove
si trovano bar, negozi e abitazioni.
A destra del santuario si può vedere la Casa Regina Montis Regalis,
dove un tempo c’era il monastero cistercense di cui sono ancora
conservate alcune sale e il bellissimo chiostro.
Una sosta al bar, qualche sfiziosità locale da portare agli amici
come souvenir e uno sguardo alle bancarelle.
Un attimo per riposarsi seduti sulle panchine e qualche parola con gli
sconosciuti che qui sono tutti simpaticamente disponibili al dialogo.
E lei, la Cupola, dall’alto dei suoi 84 metri ci osserva silenziosa!
Salire sul “lanternino”, il punto più alto visitabile,
è un’emozione indimenticabile, un’esperienza unica
che conduce il visitatore lungo un percorso guidato e in perfetta sicurezza
attraverso luoghi mai prima d’ora aperti al pubblico.
Camminamenti, contrafforti e cornicioni, sino a raggiungere la cima e
affacciarsi dall’alto del cupolino, a 75 metri, per godere di una
vista mozzafiato.
1 e 2) il convegno nel Centro Congressi Casa Regina Montis Regalis
Il visitatore, dotato di elmetto protettivo
e imbragatura, sale alla cupola accompagnato da una guida e un addetto
alla sicurezza. Prima di accingersi a questo emozionante viaggio tra arte
e architettura, è introdotto in una simulazione di ciò che
incontrerà lungo il percorso, sperimentando a terra alcuni passaggi,
per apprendere l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza.
La visita completa prevede l’accesso alla prima balconata che è
alla base del cupolone, si prosegue poi con la salita per raggiungere
il “lanternino” centrale, a 75 metri di altezza, da cui si
può osservare tutta la struttura nella sua magnificenza. Il tutto
in completa sicurezza e per la durata di due ore.
Il percorso più breve sale i 130 gradini che conducono alla prima
balconata, a 23 metri d’altezza, con vista sugli affreschi e dura
45 minuti.
139 anni di storia della sua costruzione, iniziata nel 1596 e terminata
nel 1735, scorrono sotto i nostri 266 passi sui gradini che ci conducono
alla sommità, ma purtroppo riservati ai più idonei e...
coraggiosi. Infatti non è accessibile a tutti, per ovvi motivi
è sconsigliata a persone con disabilità motorie e a quelle
affette da patologie cardiocircolatorie, chi soffre di claustrofobia o
di vertigini. E’ accessibile ai maggiori di 14 anni, ma per i minorenni
la salita alla cupola è consentita solo se accompagnati da un adulto.
Quelli di età inferiore possono accedere solo al percorso che conduce
alla prima balconata.
info: 0173363480 - 33184900075 - www.magnificat2015.com
- info@magnificat2015.com
“Magnificat: salita e visita alla cupola del Santuario di Vicoforte”
è stato anche il titolo dell’anteprima per la stampa che
si è svolto presso il Centro Congressi Casa Regina Montis Regalis
a Vicoforte (CN), a cui hanno partecipato gli organizzatori, gli sponsor,
i giornalisti, le personalità, gli ospiti e si è concluso
con il rinfresco presso l’antico refettorio del Monastero adiacente
al Santuario, seguito dalla visita alla cupola.
Non sono mancati stuzzicanti incontri per la mia macchina fotografica:
compiacenti frati in
posa per uno scatto, un giro fotografico sulle bancarelle di souvenir,
scorci su monumenti e clic su un personaggio televisivo noto per le sue
presenze a “Alle falde del Kilimangiaro”: Barbara Ronchi della
Rocca con Sergio Marchi, noto architetto torinese.
E’ un gradevole incontro quello con lo chef Roberto Aperlo che tra
uno stuzzichino del
rinfresco e un delizioso succo di frutta ci ha condotti a visitare l’antico
refettorio dei frati e il chiostro, facendomi anche da cicerone e dandomi
l’opportunità di scattare... per voi lettori le foto, e per
me di ascoltarlo narrare la storia degli stupendi affreschi del refettorio
e quella del Monastero: grazie Roberto!
A me non resta che invitare i volenterosi... scalatori, desiderosi di
affrontare... 266 gradini per godere di uno spettacolo meraviglioso e
di farvi visitare virtualmente questa “Magnificat” attraverso
il mio narrare e i nostri scatti fotografici.
1) Barbara Ronchi della Rocca e l’architetto Sergio Marchi / 2)
Roberto Aperlo e Barbara / 3) la Fontana
1 e 2) lo staff di “Magnificat 2015” / 3) “Mettetevi
in posa”, clic..., “Fatto!”
1 e 2) si prepara il rinfresco
1) bancarelle: ecco dov’è finita la caffettiera! / 2) bancarelle:
peccato non possiate sentire il profumo!
1) Roberto Aperlo nel cortile del Monastero spiega a Matteo... e io ne
approfitto / 2 e 3) ingresso al Monastero
di Alexander Màscàl
e Matteo Saraggi - ASA
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