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LUOGHI
Impianti vigneti, cosa cambia dai diritti
alle autorizzazioni
Come noto il sistema dei diritti di reimpianto
dei vigneti terminerà il 31 dicembre 2015. Dal 1° gennaio 2016,
data di entrata in vigore del nuovo sistema comunitario di gestione del
potenziale produttivo basato sulle autorizzazioni agli impianti e ai reimpianti,
i diritti detenuti dai produttori potranno solamente essere convertiti
in autorizzazioni e non potranno più essere ceduti a terzi a titolo
oneroso. Sebbene il quadro normativo comunitario sull’argomento
non sia ancora del tutto completo (siamo in attesa di un regolamento comprendente
gli atti delegati e quelli di esecuzione per la fine di marzo) alcuni
aspetti sembrano ormai assodati.
La Commissione ha chiaramente detto che non sarà possibile continuare
a trasferire i diritti di reimpianto a partire dal 2016 e che, venendo
meno il sistema, non ci saranno più né riserve regionali
né eventuali diritti in esse giacenti. Sul fronte delle riserve
regionali quasi tutte le Regioni hanno provveduto o stanno provvedendo
con uno o più bandi ad assegnare i diritti da riserva entro quest’anno.
In Italia ci sarebbero però circa 40.000 ettari di diritti di reimpianto
“dormienti”, ovvero detenuti da produttori da più di
4 anni che presumibilmente non avrebbero intenzione di impiantare e che
se non ceduti potrebbero andare persi.
Per altri versi si rileva un sostanziale interesse ad aumentare le superfici
vitate in talune zone d’Italia (in particolare in Veneto e Friuli
V.G.) dove tra l’altro c’è difficoltà a reperire
diritti di reimpianto. Per facilitare la possibilità di trasferimento
di questi diritti il Mipaaf ha proposto un decreto che eliminasse il divieto
di trasferimento fuori regione, ma questo decreto più volte bloccato
in Conferenza Stato Regioni è in attesa di adozione con la procedura
di approvazione in seno al Consiglio dei Ministri.
Attualmente i diritti di reimpianto acquistati sono utilizzati anche ai
fini dell’aiuto per riconversione vigneti ma un aspetto che
sta destando qualche preoccupazione è legato alla effettiva durata
degli stessi. Infatti molte Regioni a prescindere dalla data in cui è
avvenuto l’espianto del vigneto che lo ha generato attribuiscono
come data di scadenza il 31 dicembre 2015. Questo aspetto sta creando
incertezze e fenomeni speculativi sulla cessione degli stessi oltre
che disincentivando ulteriormente i possibili trasferimenti.
Su questo punto Coldiretti ha sostenuto e continua a chiedere al Mipaaf
la necessità di fissare con decreto nazionale (poteva essere lo
stesso che è oggi in CdM, ma purtroppo non sarà così)
la durata dei diritti in almeno otto campagne dalla data di avvenuto espianto
a prescindere dalla data oggi riportata sul diritto stesso.
Infine occorre soffermarsi sulla sostanziale differenza tra le future
autorizzazione e gli attuali diritti di reimpianto rispetto alla possibilità
di accedere alla contributo per ristrutturazione e riconversione dei vigneti.
I servizi della Commissione infatti hanno fatto notare che le nuove autorizzazioni
agli impianti, che saranno rilasciate dagli stati membri a partire dal
2016 fino all’1% della superfice vitata nazionale, si configurano
come incremento del potenziale produttivo e non potranno essere oggetto
di aiuto mancando il presupposto della ristrutturazione o della riconversione
di un vigneto esistente. (www.ilpuntocoldiretti.it)
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