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EVENTI
L'Expo scopre il biologico con il Forum, la
Cia disegna Il futuro dell'agricoltura e lancia la rete bio
Le aziende biologiche sono le più dinamiche, le più innovative.
Dalle coltivazioni secondo natura le migliori performances anti-crisi
e sul bio è fondata l'alleanza produttori-consumatori
Il futuro dell'agricoltura sta in due declinazioni: biologico e multifunzionalità.
E sono i due pilastri del modello agricolo su cui la Cia fonda il modello
di sviluppo sostenibile del settore primario. Se ne è avuta piena
dimostrazione oggi nel Biodiversity Park dell'Expo dove è stato
inaugurato i padiglione del biologico e verrà presentato il "Forum
internazionale del biologico per Expo 2015". Anabio, l'Associazione
nazionale del biologico della Cia, presente all'iniziativa,
per voce del presidente Federico Marchini ha affermato: "Per Anabio
e Cia il biologico è la priorità strategica dello sviluppo
sostenibile dell'agricoltura. Le imprese bio sono quelle maggiormente
innovative, impegnate nella tutela della biodiversità, sono quelle
che producono il maggior valore aggiunto ma sono anche quelle più
orientate alla multifunzionalità e dove si realizza una alleanza
di valori tra produttore e consumatore. E' il modello di agricoltura
a cui guardiamo ma che ha bisogno anche di strumenti per crescere".
Anche per questo alla vigilia dell'inaugurazione del Forum del Biologico
Cia e Anabio (l'associazione nazionale delle aziende biologiche) hanno
rivendicato con forza che i Psr (piani di sviluppo regionale) siano orientati
all'allargamento delle coltivazioni biologiche per centrare l'ambizioso
ma concretissimo obbiettivo di raddoppiare nei sette annidi vigenza della
nuova Pac (politica agricola comunitaria) le superfici a conduzione bio.
D'altra parte il 'bio' non è più una nicchia, ma è
uscito definitamente dalle 'mode' per diventare una vera abitudine di
spesa, come dimostrano i dati sui consumi domestici che, dal 2007 in poi,
hanno sempre fatto registrare segni positivi: +17% nel corso del 2014
e un fatturato che ammonta a 2 miliardi di euro (3,1 se si considera anche
l'export).E anche il mondo produttivo si dà da fare per rendere
il segmento del biologico una delle certezze dell'agroalimentare made
in Italy: l'Italia è al sesto posto nella classifica mondiale per
superfici dedicate e al primo in Europa. In Italia oggi il 9% della Sau
è coltivata con metodo biologico per un totale di 1,1 milioni di
ettari. E il numero degli operatori della filiera è cresciuto del
5% nell'ultimo anno, a quota 52.383, di cui 41.513 sono produttori esclusivi.
Tutti, poi, con caratteristiche fortemente innovative: un'alta percentuale
di donne (25%), di giovani (il 50% ha meno di 50 anni), di imprenditori
agricoli aventi un livello di istruzione elevato (il 32,2% ha un diploma
e il 16,8% una laurea) e con una superficie agricola utilizzata maggiore
(la media aziendale del bio è di 26 ettari contro i 7,9 delle aziende
tradizionali). E tuttavia il settore ha ancora dei punti di debolezza:
scarsa organizzazione della filiera e in particolare, bassa disponibilità
di centri di stoccaggio e logistica; scarsa diffusione di colture a più
alto valore aggiunto e con forti potenzialità di mercato interno
e internazionale: ortaggi (22mila ettari), frutta (28mila ettari); agrumi
(28mila ettari); vite (68mila ettari); colture industriali (16mila ettari).
Partendo da questi elementi si comprende come nella proposta complessiva
di Expo il Forum del Biologico sia strategico. E proprio per questo la
Cia – Confederazione Italiana Agricoltori – si è impegnata
per la costruzione di una rete del biologico che si estrinseca nel Forum.
La rete comprenderà le organizzazioni rappresentative dell'agricoltura
biologica e biodinamica di livello internazionale e nazionale nonché
organizzazioni che operano su temi vicini, sia in campo ambientale che
del fair trade, a livello internazionale, il cui coordinamento verrà
condiviso con IFOAM (Federazione Internazionale di Agricoltura Biologica
Movimenti (IFOAM) in movimento. Inoltre a fianco della rete delle
associazioni ne verrà costituita un'altra fatta di organizzazioni
e soggetti che operano in ambito scientifico sia della ricerca che
della divulgazione a livello internazionale e nazionale. Il forum ha l'ambizione
di dare risposte alla sfida che è al centro dell'esposizione universale,
ovvero la capacità del modello di agricoltura biologica di provvedere
al fabbisogno alimentare, nutrizionale ed economico degli abitanti
del Pianeta, preservando le risorse naturali e mitigando gli effetti dell'attività
umana sul clima.
La Cia innanzitutto attraverso Anabio, la propria associazione per lo
sviluppo dell'agricoltura biologica e biodinamica, sarà parte attiva
nel Forum e organizzerà nel corso delle prossime settimane
incontri ed eventi per rendere sempre più centrali il biologico
e la valorizzazione e tutela della biodiversità non solo nello
sviluppo agricolo ma nel complessivo modello di sviluppo economico.
Del resto dal biologico viene la spinta all'alleanza produttori consumatori,
ma anche produttori-cittadini perché dalle aziende bio dipende
in larga misura la ttela ambientale (anche in termini di protezione rispetto
alla fragilità dei territori) lo sviluppo di fonti di energia rinnovabili,
la perpetuazione dei saperi artigiani, la protezione e promozione dei
biosistemi, la valorizzazione dei territori. In una visione strategia
dell'agricoltura multifunzionale. (www.cia.it)

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