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EVENTI
Expo, i concept dei Cluster: dal Bio-Mediterraneo al Riso
Dei nove cluster in Expo, sei sono
dedicati alle filiere alimentari (Caffè, Riso, Cacao, Spezie, Frutta
e legumi, Cereali e tuberi) e tre a temi specifici legati all’alimentazione
(Bio-Mediterraneo; Agricoltura e Nutrizione nelle zone aride; Isole, Mare
e Cibo). Di seguito una breve guida ai Cluster.
BIO-MEDITERRANEO: Montenegro, Egitto, Tunisia, Algeria, Serbia, San Marino,
Libano, Grecia, Albania, Malta. ll Cluster Bio-mediterraneo è il
più grande ed è ispirato all’immagine della città
mediterranea. Colori, sapori e odori creano un’esperienza culturale
unica capace di sintetizzare gli elementi della cultura e dello spirito
mediterraneo. Il mare, grande spazio comune del progetto, tiene insieme
le diverse identità culturali e, nella declinazione del tema “vita
di strada”, ospita spettacoli, mercato ed eventi. Quattro cucine,
isole nel mare, agiscono come poli di attrazione ed esaltano la food experience
bio mediterranea. Le Università che hanno contribuito con il Politecnico
di Milano all’ideazione del concept sono L’American University
del Cairo e la Seconda Università degli Studi di Napoli.
CEREALI & TUBERI: Togo, Bolivia, Congo Brazzaville, Mozambico, Haiti,
Zimbabwe. Il cluster introduce a un’esperienza conoscitiva basata
sulla sensorialità e sulla comunicazione: un campo coltivato a
cereali e tuberi scorre come un fiume guidando il visitatore fino ad una
grande copertura che accoglie le attività collettive. Tettoie leggere
davanti ai padiglioni creano spazi ombreggiati, scorci visivi e un percorso
che si modella in una valle artificiale. Nell’ampio spazio raccolto
attorno al grande camino, attraverso l’utilizzo del forno collettivo,
il visitatore potrà assaggiare i vari prodotti derivati dalla cottura
di cereali e tuberi. Le Università che hanno contribuito con il
Politecnico di Milano all’ideazione del concept sono il Moscow Architectural
Institute e la Parsons School of Design di New York.
FRUTTA & LEGUMI: Kirghizistan, Guinea, Zambia, Repubblica Democratica
del Congo, Gambia, Benin, Uzbekistan, Guinea Equatoriale. La successione
delle singole unità del Cluster costruisce la sequenza dei luoghi
collettivi, identificati dalle due grandi linee sospese che ricordano
in altra scala le pergole dei vigneti producendo giochi d’ombra
propri del bosco coltivato. Ortaggi, alberi da frutto e frammenti di coltivazioni
sono chiamati a definire un paesaggio composito e sorprendente in grado
di offrire ai visitatori nello stesso tempo la memoria del lavoro agricolo
e l’emozione del giardino. Le Università che hanno contribuito
con il Politecnico di Milano all’ideazione del concept sono la Bezalel
Academy of Arts and Design di Jerusalem (Israele) e la Cape Peninsula
University of Technology di Cape Town (Sud Africa).
ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE NELLE ZONE ARIDE: Somalia, Mauritania, Senegal,
Autorità Nazionale Palestinese, Eritrea, Gibuti, Mali, Giordania.
La tempesta di sabbia nel deserto è l’immagine sulla quale
si basa il concept del Cluster e il simbolo della difficoltà di
vivere e sfruttare il territorio delle zone aride dove, tuttavia, esistono
ancora risorse vitali nascoste. Una moltitudine di cilindri semitrasparenti
pendono dal soffitto evocando e ricreando questa atmosfera unica. I padiglioni
prendono le sembianze di pietre che si scoprono entrando in questa metaforica
tempesta di sabbia. Quando il visitatore entra nel Cluster, passeggiando
incontra un'oasi con una fontana d’acqua nello spazio comune. In
quest’area può anche assistere a eventi e performance volti
ad approfondire la conoscenza delle caratteristiche delle zone aride,
le loro problematiche e le loro risorse. All’estremità del
Cluster si trova il mercato, dove è possibile acquistare e gustare
i frutti che incredibilmente queste terre riescono a produrre.
RISO: Cambogia, Sierra Leone, Laos, Bangladesh, Myanmar. Il Cluster appare
come una risaia fuori scala in cui sono riconoscibili le texture dei campi,
ma anche colori, profumi e ombre che accompagnano la crescita del riso
e lo scorrere del tempo tra i Padiglioni. Il Cluster nasconde un ulteriore
"passaggio informativo" composto da dati e curiosità
pronte a svelarsi, passo dopo passo, ai visitatori. L'acqua, tema ricorrente
delle risaie e simbolica congiunzione tra cielo e terra, qui diventa un
filtro che uniforma nascondendo la disomogeneità, una debole "coperta"
di un paesaggio informativo disseminato tra le vie del Cluster. Dietro
i Padiglioni, invece, il paesaggio si fa artificiale: il terreno in cemento
colorato mantiene la texture agricola, ma ne "cristallizza"
la scansione cromatica. Le Università che hanno contribuito con
il Politecnico di Milano all’ideazione del concept sono la Tongji
University di Shanghai (Cina) e la National University of Civil Engineering
di Hanoi (Vietnam).
SPEZIE: Tanzania, Vanuatu, Afghanistan, Brunei. Il Cluster offre al visitatore
l’esperienza di un viaggio nel mondo contemporaneo attraverso le
spezie. Le zone esperienziali che accolgono punti di assaggio, installazioni,
supporti tecnologici ed eventi che raccontano come le differenti culture
coltivano, preparano e usano spezie nella cucina, nella medicina e nei
rituali socio-culturali. Un percorso centrale presenta in entrambi i lati
padiglioni nazionali che risultano avvolti nelle zone sensoriali e interattive
che creano tra loro un infinito mix di esperienze. Le Università
che hanno contribuito con il Politecnico di Milano all’ideazione
del concept sono il National Institute of Design di Ahmedabad (India)
e l’Università IUAV di Venezia.
CACAO: Gabon, Camerun, Ghana, Sao Tomé e Principe, Cuba, Costa
d’Avorio. La vegetazione infestante e invasiva emerge con veemenza
dal suolo degli ambienti tropicali delle piantagioni di Cacao, colonizzando
con decisione lo spazio tra gli edifici, appoggiandosi e agendo su di
essi, compromettendo il loro equilibrio statico e la loro geometria. La
pelle dei padiglioni, un tessuto leggero chiaro che protegge metaforicamente
il prezioso contenuto dei prodotti del cacao, si apre lasciando in vista
le strutture interne. Gli alberi, semplici come pali o complessi come
sistemi di urban forniture, delimitano le aree funzionali, agiscono da
landmark, supportano i diversi livelli di luci e orientano i visitatori
nel plateaux – giungla. Le Università che hanno contribuito
con il Politecnico di Milano all’ideazione del concept sono la Scuola
Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) e l’Instituto
Tecnológico y de Estudios Superiores de Monterrey (Messico).
CAFFE': Guatemala, Uganda, Kenya, Yemen, Etiopia, Burundi, Rwanda, El
Salvador, Repubblica Dominicana, Timor Est. La tradizionale tecnica di
coltivazione del caffè, all’ombra delle foreste pluviali
in America Centrale e in Africa è la base del concept: la copertura
richiama le chiome degli alberi e sovrasta i padiglioni, metafora dei
tronchi. Il pergolato su tre livelli fa penetrare la luce con intensità
differenti, ottenendo spazialità mutevoli. Il percorso, dominato
dalla vegetazione, offre occasione per esporre e degustare il caffè
nelle sue molteplici caratteristiche: storia, qualità, produzione
e cultura. L’Università che ha contribuito con il Politecnico
di Milano all’ideazione del concept è l’Universidade
de São Paulo in Brasile.
ISOLE, MARE, CIBO: Guinea Bissau, Capo Verde, Maldive, Unione delle Comore,
Madagascar, Caricom (Grenada, Dominica, Saint Lucia, Sant Vincent and
the Grenadines, Barbados, Belize, Suriname, Guyana). Una grande copertura
in bambù sovrasta e unisce i due padiglioni che ospitano i Paesi
Partecipanti accogliendo i visitatori in un ambiente unico per colori
e atmosfera. Frasi d’autore – da Omero a Conrad, da Cristoforo
Colombo a Darwin e Melville – costellano le pareti esterne dei padiglioni
evocando suggestioni di isole, mari, viaggi. Al termine del percorso il
visitatore si trova davanti all’area ristorativa e all’area
eventi, un cubo in cui vengono proiettate immagini sottomarine. Le Università
che hanno contribuito con il Politecnico di Milano all’ideazione
del concept sono la Aalto University (Finlandia) e la University of Tokyo
(Giappone).
(www.adnkronos.com)
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