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EVENTI
Due passi tra le “mirabilia”
di Expo
Dal mercato della Francia agli Usa
che producono cibo ogni giorno, dall’orto didattico in Angola al
campo della Cina, dall’alveare del Regno Unito alla cascina di Slow
Food e il “pane quotidiano” della Santa Sede
Dalla Francia che allestisce un vero
e proprio mercato ai prodotti “parlanti” della Germania; dai
profumi emanati dalle essenze del Brasile alla lunghissima tavola cui
sedersi degustando i prodotti del Cile; dal Regno Unito che è a
forma di alveare agli Usa che “producono” cibo ogni giorno;
dal pane appena sfornato della Lettonia al grande campo agricolo della
Cina; da Cuba che punta tutto sulla sua cucina ai ristoranti take away
dell’Estonia; dall’orto didattico dell’Angola alle sfere
della biodiversità dell’Azerbaigian; dal “giardino
segreto” dell’Oman a quello “magico” della Polonia,
passando per il “patio degli aranci” della Spagna e la riproduzione
dell’“albero di Bo” (Ficus religiosa) che vive in Sri
Lanka dal III secolo a. C.; ma anche le “torri da mangiare”
della Svizzera ed il mercato sull’acqua di Bangkok in Thailandia;
fino alla “cascina” di Slow Food ed al concept della Santa
Sede che si commenta da solo: “Non solo Pane. Alla tavola di Dio
con gli uomini”. Sono solo alcune delle “mirabilia”
dell’Expo2015, immaginando di fare due passi all’Esposizione
di Milano, a 94 giorni dall’evento. Se, infatti, il Padiglione Italia
si snoda attorno ad un albero, simbolo della vita, ed è metafora
di un “vivaio” che aiuta progetti e talenti a germogliare,
ogni Paese del mondo (145 i partecipanti, accanto a organizzazioni internazionali
e della società civile), con i suoi spunti e messaggi, ha dato
ampio spazio alla fantasia di architetti e designer internazionali per
interpretare il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”.
E in ognuno dei Padiglioni degli Stati del Vecchio Continente c’è
un oggetto che l’Unione Europea invita a raccogliere (un seme, un
token) per assemblare il suo Padiglione.
E così, per esempio, tra i progetti segnalati anche da “Abitare”,
in un’edizione speciale dal mensile di architettura e design dedicata
all’Expo2015, tra le curiosità, il Brasile, tra i più
grandi produttori agricoli del mondo, profuma degli odori emanati dalle
essenze del Paese, e la Cina ricostruisce il suo paesaggio agricolo in
un grande campo che ripercorre la sua storia alimentare. Il concept della
Francia è il tradizionale mercato ospitato però in un futuristico
paesaggio con video ed installazioni, mentre invece in Germania una “seedboard”
(una superficie su cui proiettare testi, immagini, filmati e giochi, capace
di avviare alcuni elementi dell’esposizione e conservare informazioni)
permetterà di dialogare con la campagna tedesca ed i suoi prodotti.
Grazie ad una superficie verticale coltivata che lo ricopre, ed arata
quotidianamente, il Padiglione degli Stati Uniti produrrà cibo
ogni giorno.
Il Cile è attraversato da una lunga tavola di legno cui sedersi
per degustare i prodotti locali, mentre Cuba (indicata proprio come nuova
meta gourmet per il cibo casalingo, ndr) punta tutto sulla sua cucina,
così come l’Estonia che avrà ristoranti take away
con cibi freschi e sostenibili da assaggiare guidati dagli chef. La Lettonia
è un viaggio per i sensi: architettura per appagare la vista, la
musica della natura per l’udito, un ristorante Slow Food per il
gusto, pane appena sfornato e l’aroma del legno per l’olfatto,
materiali naturali per il tatto. Si mangia anche in Svizzera, gratuitamente,
fino a svuotare le quattro torri del Padiglione piene di alimenti.
Il Padiglione della Malesia è fatto da enormi chicchi di riso,
quello del Messico è una gigantesca pannocchia distesa in orizzontale,
omaggio al mais, l’alimento più diffuso del Paese. E se quello
di Monaco è costruito con veri container merci, per l’importante
ruolo del Principato nello scambio di prodotti, il Padiglione dell’Oman
nasconde un giardino segreto dedicato al sole, alla sabbia ed al mare,
circondato dagli aflaj, i sistemi di irrigazione tipici del Paese, Patrimonio
Unesco in una delle zone più aride del pianeta. Anche la Polonia
ha un giardino “magico”, un labirinto simbolico che richiama
un frutteto di alberi di mele, il prodotto polacco più esportato.
Sul tetto del Qatar c’è un enorme jafer, il tradizionale
cesto mediorientale per gli alimenti, mentre il sofreh, nome del riquadro
di stoffa che, nella cultura persiana, simboleggia la tavola imbandita,
è il concept dell’Iran.
L’alveare è la forma scelta per il Padiglione del Regno Unito
per raccontare la fragilità ambientale e alimentare del futuro,
per il ruolo delle api come “sentinelle” ambientali per eccellenza
e impollinatrici di molti prodotti che mangiamo. I Paesi Bassi puntano
a stupire divertendo con un anti-Padiglione Luna Park, e il Padiglione
dell’Angola è dedicato all’educazione alimentare delle
future generazioni, con una terrazza con un grande orto didattico. La
Spagna rende omaggio all’albero da frutto simbolo della sua identità,
con un patio di aranci, e al chiringuito, il tradizionale chiosco spagnolo
che vende cibo, e lo Sri Lanka all’“albero di Bo”, il
più antico esemplare al mondo di Ficus religiosa, che vive nell’isola
dal III a. C. In Thailandia c’è il mercato sull’acqua
di Bangkok, “la Venezia d’Oriente”, orgoglio nazionale
del Paese. Alla difesa della biodiversità sono dedicate le sfere
di vetro dell’Azerbaigian, uno dei più antichi siti dell’umanità,
grande produttore ed esportatore di prodotti alimentari biologici.
Ma ci sono anche la “cascina” di Slow Food, archetipo della
casa agricola, ed il Padiglione della Santa Sede, spazio di riflessione
attorno alle problematiche dell’alimentazione e dell’accesso
al cibo, che lancia due messaggi: “Non solo Pane. Alla tavola di
Dio con gli uomini” dal Vangelo e “Dacci oggi il nostro pane
quotidiano” dal Padre Nostro, la più conosciuta delle preghiere
cristiane.
Infine, il Padiglione dell’Unione Europea che, oltre a raccogliere
tutti i temi trasversali, coinvolgerà i Padiglioni di tutti i Paesi
membri incoraggiando i visitatori a raccogliere in ognuno un oggetto per
costituire una personale collezione, da assemblare nel Padiglione dell’Ue.
(www.winenews.it)

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