AZIENDE E PRODOTTI

L'Unione Europea: «Stop al prosecco alla spina»

Diktat dell’Europa: il vino trevigiano si deve servire solo in bottiglia. Allarme contraffazioni: bollicine Made in Crimea

Stop al prosecco alla spina. È l’Europa ad intimare l’alt definitivo segnando una grande vittoria italiana nella difesa di una delle eccellenze vitivinicole di maggior successo in tutto il mondo. Lo scorso gennaio l'immagine diffusa dal Daily Mail che ritraeva il titolare di un pub inglese spinare la sua prima pinta di prosecco non solo aveva fatto il giro d’Europa ma era subita giunta all'attenzione del “Sistema Treviso”, la rete dei tre consorzi Doc, Docg e Colli Asolani, in prima linea contro le imitazioni e le modalità di erogazione del prosecco in tutte le sue forme. Che, naturalmente, aveva gridato «alla frode».
Ora l'Europa intima lo stop al prosecco alla spina venduto in Inghilterra. Lo ha fatto sapere l’europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto dopo la risposta della Commissione Europea alla sua interrogazione sul discusso caso della vendita di prosecco “on tap” (alla spina) in locali e pub dell’Inghilterra. «La Commissione Europea ha messo nero su bianco che la mescita del prosecco con sistemi a pressione è da considerarsi fuori legge e deve quindi essere fermata in ogni modo», spiega l’eurodeputata Bizzotto, membro della Commissione Agricoltura. È stato lo stesso commissario all'agricoltura UE Phil Hogan ad affermarlo: «Gli Stati membri devono far cessare l’uso illegale delle Dop», precisando inoltre che «ciascuno Stato è tenuto a designare un organismo di contatto» per ricevere e trasmettere «le richieste di collaborazione finalizzate all’attuazione di controlli nel settore vitivinicolo, soprattutto in caso di frodi o di inosservanza della normativa».
All'epoca il caso era costato una tirata d'orecchie al Daily Mail ( che con una notizia del 5 dicembre annunciava la possibilità di rifornirsi di “prosecco on tap” definito “molto più economico e un po’ più dolce dello champagne”). Ma aveva anche scatenato la battaglia, a livello europeo, contro le frodi internazionali al Sistema Prosecco. La polemica aveva riempito le pagine dei giornali anglosassoni, perché gli inglesi proprio non si aspettavano che quel prosecco venduto alla spina fosse a tutti gli effetti una frode (alla spina si possono servire solo glera, o spumanti di altro genere, ma mai prosecco). E presto era emerso un nuovo fronte nel quale combattere: oltre oceano, in Canada, dove gli esercenti impuniti continuano a spillare prosecco a 8.75 dollari alla spina. Ora, almeno sul fronte europeo abbiamo registrato un'importante vittoria. «La Commissione Europea», continua Bizzotto, «ha inoltre ribadito alcuni requisiti essenziali per la corretta esportazione del nostro vino: il vero prosecco made in Italy va commercializzato solo in bottiglie di vetro (fino a 9 litri per la tipologia spumante e fino a 5 litri per la tipologia frizzante) e non sono quindi ammessi altri sistemi di mescita quali la vendita alla spina». Bizzotto conclude però affermando che la battaglia per la tutela del nostro prosecco, che solo con l'export nel 2014 ha generato un giro d'affari superiore ai 3 miliardi, non si esaurisce qui. «La guerra alle contraffazioni che finiscono nel bicchiere va portata avanti sia per tutelare le aziende produttrici del nostro territorio sia per salvaguardare tutti i consumatori che rischiano di essere ingannati con del comune vino sfuso spacciato per prosecco».
Contraffazioni che sono all’ordine del giorno, come il prosecco Made in Crimea, scovato da Coldiretti e denunciato dal presidente nazionale dell'associazione, Roberto Moncalvo. Non bastava che olandesi e tedeschi tentassero di copiare il Radicchio Rosso di Treviso. Ora pure dalla Crimea, anche sulla spinta delle tensioni politiche e commerciali che sono culminate con l’embargo da parte della Russia, tentano di copiare le nostre bollicine più esportate. (Serena Gasparoni - http://tribunatreviso.gelocal.it)
 

 


Torna all'indice di ASA-Press.com