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La pasta italiana trionfa all'estero
Boom dell'export nel 2014, superati i due milioni di tonnellate (+4%
sul 2013)
Roma, 6 maggio 2015 - Con un balzo in avanti del 4%, le esportazioni di
pasta made in Italy hanno superato nel 2014 la soglia di 2 milioni di
tonnellate, per un giro d'affari complessivo di oltre 2,2 miliardi di
euro.
La pasta pesa oggi il 7% circa del valore dell'export dell'intero agroalimentare,
e negli ultimi 15 anni, osserva l'Ismea, ha registrato un trend delle
spedizioni all'estero in continua e rapida ascesa. Nel caso della pasta
di semola secca - che rappresenta oltre l'80% dell'intero comparto
- le esportazioni sono cresciute, a partire dal 2001, mediamente
ad un ritmo del 2,3% annuo in volume e del 5% in valore, con uno stop
solo nel 2008, quando la fiammata dei listini del grano duro determinò
una drastica riduzione dei quantitativi immessi sui circuiti internazionali
(-5% circa) per via degli alti livelli di prezzo raggiunti.
L'export del settore si rivolge principalmente al mercato comunitario,
dove Germania, Francia e Regno Unito hanno assorbito nel 2014 quasi il
46% della produzione nazionale inviata oltre frontiera. La dinamica dell'ultimo
anno si è rivelata particolarmente sostenuta verso il Regno Unito
(+10% in quantità sul 2013), positiva verso la Germania (+1%) e
invariata alla volta di Parigi. Scorrendo lungo la lista dei principali
Paesi clienti, si evidenzia una buona performance in Usa (+7%) a fronte
di una battuta d'arresto in Giappone (-4%). Incrementi a due cifre si
registrano invece nel mercato russo (+11%), nei Paesi Bassi (+18%) e in
Belgio (+17%). Più contenuta la crescita in Svezia (+4%)
- ottavo mercato di sbocco in termini quantitativi alla spalle dei Paesi
Bassi - mentre gli invii in Austria hanno accusato una flessione del 2%.
Tra le destinazioni più promettenti, oltre alla già citata
Russia, passata da poco più di 7 mila tonnellate del 2000 alle
oltre 59 mila del 2014, si annovera la Cina che, pur in corrispondenza
di quote di mercato ancora esigue, ha incrementato i suoi acquisti del
40% nel 2014, confermando l'ottimo trend dell'ultimo triennio.
Un'ulteriore conferma del successo della pasta di semola italiana che,
sottolinea l'Ismea, rende ancora più evidente la dicotomia esistente
tra fase agricola e industriale, in un settore strutturalmente dipendente
dall'estero per l'approvvigionamento della materia prima.
L'analisi Ismea è disponibile http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5560
(www.ismea.it)
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