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AZIENDE
E PRODOTTI
Miele italiano, CODICI: rischio contraffazione, attenti all’etichetta
Non solo olio d’oliva: l’annus
horribilis dei produttori italiani continua con la crisi del miele che
deve combattere contro fenomeni atmosferici anomali e l’arrivo dell’insetto
killer delle api (l’Aethina tumida). Per quest’anno ci si
aspetta una produzione dimezzata. Come è accaduto per l’olio,
quando un prodotto diventa raro aumenta il rischio di contraffazione:
il pericolo di trovare aggiunta di miele non italiano è altissimo.
“Il regolamento UE (n.1169/2011 articolo 26, paragrafo 5 lett. d)
prevede l’indicazione del paese d’origine degli “alimenti
non trasformati” a partire dal 13 dicembre 2014. Il nostro obiettivo
è perciò quello di sensibilizzare i cittadini affinché
leggano l’etichetta e segnalino ogni tipo di irregolarità”,
dichiarano Ivano Giacomelli Segretario Nazionale CODICI e Matteo Pennacchia,
Responsabile Agroalimentare dell’Associazione che invitano i consumatori
a segnalare allo sportello di CODICI, tramite la mail segreteria.sportello@codici.org,
tutti i prodotti che sull’etichetta riportano la dicitura “miele
comunitario”.
“In tutti questi casi – spiegano – contatteremo l’azienda
per avere chiarimenti. Ricordiamo infatti che il miele importato proviene
largamente da paesi dell’Unione europea, come Spagna, Portogallo,
Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Romania, dove sono ammesse coltivazioni
OGM. Dal momento che il dibattito scientifico sulla salubrità di
queste tecniche è ancora aperto, invitiamo i consumatori a vigilare
sulle indicazioni sull’etichetta”.
Il miele italiano viene considerato un prodotto di elevata qualità
agroalimentare, vista la biodiversità floreale e il riconoscimento
di 4 DOP (denominazione di origine protetta) e quasi 40 PAT (Prodotti
Agroalimentari Tradizionali). “L’utilizzo di miele importato
rivenduto come miele italiano lede la concorrenza con il miele 100%
made in Italy – aggiungono Giacomelli e Pennacchia –
Per tale motivo, l’Associazione invierà un esposto all’AGCM,
al fine di identificare nel mercato le aziende che attuano pratiche sleali
e anti concorrenziali a danno dei consumatori”.
L’Associazione ricorda che dal 19 gennaio di quest’anno gli
apicoltori italiani possono registrarsi all’anagrafe delle api (www.vetinfo.sanita.it).
Tuttavia l’inserimento delle informazioni in questa banca dati utile
per i controlli di Asl e Ministero della Salute non è un obbligo
mentre sarebbe preferibile procedere alla sua imposizione per legge.
CODICI consiglia ai consumatori di leggere l’etichetta, facendo
particolare attenzione a queste diciture:
- miele 100% italiano: indicazione prodotto in Italia
- miele comunitario: indicazione “miscela di mieli originari della
CE”
- miele extra comunitario: indicazione “miscela di mieli non originari
(o extra) CE”
- miele composto da mix UE e extra UE: “miscela di mieli originari
CE e non originari CE”.
(www.helpconsumatori.it)
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