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AZIENDE
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Un marchio unico per il latte italiano, ma la Ue non
dà ancora l’ok
In materia di latte, l’Italia in Europa è messa male per
via della macchia delle quote latte e delle multe tuttora da pagare. La
beffa ora è che le quote latte giungeranno al termine a fine mese
dopo oltre 20 anni, ma che gli agricoltori italiani che hanno seguito
il consiglio della Lega Nord di non pagare, sono debitori di ingenti multe.
In commissione agricoltura il ministro Martina ha cercato di ottenere
la rateizzazione e il commissario Hogan si è detto favorevole.
La commissione traccheggia invece sul regolamento sull’etichettatura
d’origine del latte. I produttori italiani, infatto possono ora
beneficiare di un logo con la scritta grande “Latte 100% italiano”
e quella più piccola recante l’indicazione della regione
di provenienza del latte. Un “marchio collettivo” al quale
gli allevatori possono decidere o meno se aderire, che nasce dalla speranza
che di fronte a un prodotto a origine certificata il consumatore sia invogliato
a spendere qualche centesimo in più rispetto ai prezzi di mercato,
ormai talmente bassi (35 centesimi al litro per i produttori) da non essere
più remunerativi.
Il problema è che, in mancanza di un regolamento, l’Italia
non può lanciare ancora in grande stile il marchio (sono previste
campagne pubblicitarie ad hoc). (www.ilsecoloxix.it)
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