AZIENDE E PRODOTTI

Benvenuto Brunello: il vino attrae un milione di enoturisti nel territorio di Montalcino

Tira il Brunello e tira anche l’enoturismo. Nel 2014 sono passati da Montalcino oltre un milione di turisti, con un balzo del 17,5% dei pernottamenti nelle strutture ricettive e del 16,5% delle presenze. L’enoturismo rappresenta un’attività non più marginale: il fatturato è arrivato a 3o milioni di euro, dicono dal Consorzio del Brunello in occasione di Benvenuto Brunello 2010. Alla cerimonia, sono state assegnate 3 stelle alla vendemmia 2014 e consegnati i premi Leccio d’Oro.
Il Brunello scoppia di salute sostiene Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, e ci sono i numeri dell’export che lo confermano: sui mercati esteri finisce il 67,5% dell’intera produzione, con gli Usa in testa con oltre il 30% di quota, seguiti da Europa (con Uk, Germania e Svizzera in testa) al 20%, dai mercati asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong) che realizzano il 15%, dal Canada (12%) e dal Centro e sud America (8%). Il restante 15% è assorbito dagli altri mercati.
Per quanto riguarda la produzione, torna di nuovo a salire con 13,2 milioni di bottiglie immesse sul mercato nel 2014 (+3,6% rispetto allo scorso anno) e così suddivise: 8,4 milioni di Brunello (+4%), 4,5 milioni di Rosso (+5%), 260mila di Sant’Antimo e 33mila di Moscadello. E anche il giro d’affari del settore vitivinicolo a Montalcino è aumentato del 2% rispetto all’anno precedente, arrivando a 168,25 milioni di euro.
Questa mattina a Montalcino Carlo Petrini ha firmato la piastrella celebrativa della vendemmia 2014. «La storia di Slow Food e della sua progenitrice, Arcigola, è legata profondamente al borgo di Montalcino – ha detto il guru di Slow Food -. Tornarci è sempre bello, anche perché ogni volta ci si può stupire di come la crescita esponenziale della denominazione non abbia stravolto il paesaggio agricolo, che rimane tra i più belli e curati del . La cosa straordinaria è che qui si continuano a preservare i boschi, le strade bianche, qualche pascolo e i seminativi. La qualità dei vini è in costante ascesa e il ripensamento avvenuto a metà degli anni Duemila ha giovato alla denominazione: i vini ne hanno guadagnato in territorialità e vicinanza al vitigno di origine». (http://emanuelescarci.blog.ilsole24ore.com)

 


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