AZIENDE E PRODOTTI

Arance rinnovabili

La filiera degli agrumi siciliani può trasformare gli scarti di produzione in opportunità energetiche rinnovabili, trasformandoli da rifiuti a risorse

Arriva l’energia dalle arance. In Sicilia, e non poteva essere altrimenti, è stato realizzato un impianto pilota, all’interno del progetto Energia dagli Agrumi, per la conversione degli scarti degli agrumi, chiamato pastazzo, in energia rinnovabile. L’iniziativa è stata promossa dal Distretto Agrumi di Sicilia con la collaborazione del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania e della Cooperativa Empedocle e un sostegno all’iniziativa, con un finanziamento non condizionato è arrivato dalla The Coca-Cola Foundation.
«Questo è un progetto che ha molteplici risvolti positivi. Il primo è quello di aver acceso i riflettori su un problema reale legato al riutilizzo di un sottoprodotto, il pastazzo, che da fattore critico ha tutte le potenzialità per divenire risorsa – afferma Federica Argentati, Presidente Distretto Agrumi di Sicilia - secondo: ha favorito il dialogo tra pubblico, (l’Università) ed il privato, (le aziende della filiera). Terzo: questo progetto ha dato valore all’innovazione di sistema proposta dal Distretto degli Agrumi e sostenuta da The Coca-Cola Foundation: una vera carica di energia positiva necessaria al cambio di rotta di tutto il comparto».
Dalla produzione industriale del succo di agrumi si ottiene anche un residuo umido, il pastazzo, che rappresenta circa il 60% del quantitativo trattato e che è gestito come se fosse un rifiuto con genera costi elevati. Solo in parte è usato come ammendante in agricoltura e, in minime quantità, come mangime per animali, additivo per alimentazione umana o compost. A trasformarlo in risorsa è l’impianto pilota che sfrutta la digestione anaerobica per la produzione di energia elettrica, biometano, bioprodotti e nutrienti per il terreno.
«Oggi smaltire oltre 340 mila tonnellate di pastazzo prodotte mediamente ogni anno, costa alla filiera oltre 10 milioni di euro (30 euro/tonnellata) – si legge in una nota – un piccolo impianto capace di valorizzare pastazzo di agrumi, altri sottoprodotti delle filiere agroalimentari mediterranee (sansa, vinacce, pale di fichi d’India) e colture in rotazione o secondi raccolti può fornire, ad esempio,500 metri cubidi biogas ed attivare un generatore in grado di produrre 1 MegaWatt di energia elettrica, sufficiente per alimentare in media il consumo di oltre 330 abitazioni». L’obiettivo è di estendere il progetto all’intera Regione: è stato calcolato che per risolvere il problema dei residui agrumicoli in Sicilia sarebbero sufficienti venti digestori uguali all’impianto pilota. (Sergio Ferraris - www.tekneco.it)


 


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