VINITALY 2005

CHE CI VOGLIA UN BEL FILM ?

Sempre da Vinitaly abbiamo appreso lo stato di salute dei nostri vini. In altro articolo riportavo del discreto miglioramento dei consumi interni e del buon andamento delle esportazioni relative all'annata 2003 ma non avevo fatto cenno dell'import. Ricapitolando, se vi è stato un aumento in quantità del 5,2% e del 5,4% in valore, nel 2004 abbiamo però speso oltre 253 milioni di euro (+5,4% rispetto l'anno precedente) per importare vini da ogni dove. Lo dicono i dati elaborati da Coldiretti su dati Istat, precisando che in Francia abbiamo speso oltre 170 milioni, 40 milioni in Spagna, e altri milioni di euro in Usa, Portogallo, Germania, Cile, Australia, e via geografando. Tuttavia il dato più interessante non è tanto l'arrivo sul nostro mercato di bottiglie di vino cinese che hanno destato un misto di stupore e curiosità ma che, assaggiate doviziosamente da esperti e semplici consumatori, le hanno ritenute (per usare un eufemismo) molto mediocri, ma l'aumento esponenziale delle importazioni dagli Stati Uniti. Segnatamente dalla loro area vitivinicola per antonomasia, ossia la California che, in termini di volumi, sono i più venduti e consumati in Italia tra tutti i vini extracomunitari. Con buona pace delle paventate invasioni di vini australiani, sudafricani e cileni che solo alcuni anni addietro minacciavano di far tremare i polsi ai vigneron di casa nostra. Ma non è tutto, il gradimento dei vini californiani non è appannaggio soltanto nostro, è ormai un business generalizzato. Splittando i dati della commercializzazione risulta che circa il 16% dei vini californiani è venduto nello Stato, il 70% negli altri stati americani e il 16,5% esportato all'estero, in particolare in Europa.
Non sono in pochi a sostenere che parte di questo successo abbia un carattere anche emotivo dato dal trionfo del film "Sideways", un road movie girato tra i vigneti appunto californiani di Santa Ynez Valley che ha affascinato spettatori americani e soprattutto europei.
Chissà che qualche nostro regista di talento e un altrettanto talentuoso sceneggiatore non prenda spunto e realizzi una buon "eno-film" anche dalle nostre parti. Le location, per dirla in termini cinematografari, in Italia non mancano di certo. Se le colline del Chianti e delle Langhe sono inflazionate, si pensi ai tavolieri del Sud, ai monti Valtellinesi, ai terrazzamenti delle Cinque Terre, all'Oltrepò (prima che venga del tutto cementificato) piuttosto che alle sponde gardesane. Insomma, basta percorrere lo Stivale vinicolo e si casca sempre bene. I soldi per la realizzazione? Il suggerimento suoni d'auspicio: un "aiutino" lo potrebbe dare il Ministero delle Politiche Agricole magari risparmiando con la bonifica di qualche chiacchierata enoteca nazionale.

Giuseppe Cremonesi


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