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SOSTE GOLOSE
Nasce in Francia il primo “drive in" degli agricoltori
Risparmiare tempo, conoscere l’origine
dei prodotti acquistati e costruire relazioni con gli agricoltori del
territorio. Sono questi i tre punti fondamentali sui quali si basa l’originale
iniziativa creata in Francia dalla Camera dell’Agricoltura del dipartimento
della Gironda. Il Drive Fermier, così viene chiamato, altro non
è che una sorta di “drive in” agricolo dove i cittadini
possono acquistare direttamente da casa i prodotti agricoli a km zero
che poi ritireranno in macchina durante il tragitto casa-lavoro.
L’iniziativa è stata creata per rispondere alla domanda
di mercato soprattutto in quelle zone non coperte dai mercati contadini
e pertanto non si pone in competizione con questi ultimi. Il Drive Fermier
apre, anzi, una nuova frontiera dove la comodità degli acquisti
on line e il contatto diretto con il produttore si fondono in un interessante
connubio.
Il funzionamento è assai semplice. Gli utenti visitando il sito
web http://www.drive-fermier.fr/
prendono atto dell’offerta dei prodotti disponibili all’inizio
della settimana e hanno tempo fino alla mezzanotte del mercoledì
per fare l’ordine.
La varietà, particolarmente ampia comprende più di 200 prodotti
agricoli (frutta, verdura, carne, pollame, vino latticini ecc.) tutti
provenienti dalle aziende agricole locali (al momento una ventina) che
hanno aderito all’iniziativa. In termini di prezzi la regola è
chiara: non devono essere superiori a quelli dei prodotti venduti direttamente
in fattoria.
Il pagamento viene effettuato direttamente on line al momento dell’ordine,
ed è la stessa Camera dell’Agricoltura a gestire il dispositivo.
Il venerdì successivo dalle 14 alle 19 è poi possibile ritirare
i prodotti ordinati (sarà lo stesso agricoltore ad effettuare l’operazione
di carico sulla macchina del cliente) presso i punti indicati, strategicamente
posti lungo le arterie di maggiore percorrenza.
Al momento sono due i punti aperti, uno a Eysines presso Bordeaux e l’altro
a Chateaux dei Iris a Lormont, ma l’intenzione è quella di
aprirne molti altri a breve. Questo strumento pensato per sviluppare il
settore agricolo locale merita tuttavia una ulteriore considerazione.
Potrebbe infatti rappresentare una delle soluzioni al problema dei “food
deserts”, ossia quelle aree sprovviste di forniture alimentari adeguate.
E’ infatti dimostrato che nelle zone dove l’accesso ai cibi
più salutari è limitato il tasso di obesità e il
numero di patologie cardiovascolari nella popolazione sono significativamente
superiori. Negli Usa questo tema è particolarmente sentito tanto
che il Dipartimento per l’Agricoltura e l’Alimentazione (Usda)
ha pensato di mappare le aree “food deserts”. (www.coldiretti.it)
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