SOSTE GOLOSE

In Casa Alpina Excelsior il gusto tradizionale della Valle di Bellino


Non so a voi, ma a me... “butta male” quando mi capita di trovare menù con nomi strani e divento curiosa, così mi aggiro tra pentole e fornelli a sbirciare da dietro le spalle degli chef e più sono blasonati e più nasce in me quella curiosità “pizzichina” che pizzica la lingua come avessi addentato un peperoncino: “Boccaccia mia stattene zitta!”.
Confesso che per una come me, che considera la cucina italiana un Patrimonio dell’Umanità da difendere e preservare nel tempo, già l’introduzione di carne di struzzo mi fa rabbrividire, se poi si aggiungono paroloni come sushi, cuscus, lapsan, mi prende lo sgomento, l’ansia e mi vengono i brividi! E pensare che la cucina tradizionale italiana ce la invidiano tutti!



Per carità, fermiamoci a questi ingredienti perchè non vorrei trovarmi nel piatto un menù con “Ragù di mignatta con involtini di bactrianus in salsa di chermes”... ovvero “Ragù di sanguisughe con involtini di cammello in salsa di corpi di cocciniglie essiccati”.
Purtroppo più il ristorante è famoso e più i menù diventano complicati e anche un semplice minestrone prende nomi strani, di cui ti domandi cosa mai sarà questa prelibatezza e quando ti portano un brodino di ali di pollo ti sembra persino più appetitoso e prezioso perchè il costo è paragonato alla presentazione...
Pare che la bravura oggi venga valutata più per la stranezza dei nomi, degli ingredienti, del loro prezzo, che per la bontà, e più ti addentri negli oscuri meandri del “Famolo strano” e più le creazioni degli chef li chiami “Arte, creatività, estro sublime, fantasia di sapori” ed io penso a quelle uniche parole sagge dette da Beppe Bigazzi: “Una cucina per ricchi rincoglioniti che pagano per essere presi per i fondelli!”.
E così mi viene da sorridere pensando al mio simpaticissimo concittadino Paolo Conte e alla sua canzone “Pesce veloce del Baltico”: “Pesce veloce del Baltico con contorno di tortina di mais, dice il menù, e poi ti ritrovi polenta e baccalà”. Buonissima, ma avrebbe preferito leggere in italiano!
Ma per fortuna ci sono ancora dei giovani che non dissacrano la nostra buona cucina tradizionale e quando li incontro quel “pizzichino” mi prende la penna, anzi, la tastiera, come in questo strano locale in una valle quasi sperduta, e che apre le porte della sua cucina, e pensione, solo tre mesi l’anno, poi la grande coltre di neve copre le case e il piccolo borgo si spopola e anche la natura si riposa per tornare a rifiorire di colori e profumi con il ritorno della primavere.
Siamo ai piedi del Monviso, la montagna simbolo del Piemonte, nella verde vallata della Valle Varaita dove tutto è storia, cultura, tradizioni e misteri, come i quadri in cui i santi hanno sei dita delle mani e dei piedi, o le “tête coupé o teste nere” di origine celtica, o come in questa strana vallata dove la leggenda vuole che un tempo le marmotte volassero... dopo uno strano fatto che pare uscito da un racconto di fantascienza e atterraggi marziani!
... Ma queste sono altre storie e se mi seguirete un giorno ve le narrerò!
Siamo poco distante dai confini con la Francia e il valico del Colle dell’Agnello, e appena usciti da Casteldelfino incontriamo sulla sinistra le indicazioni per la Valle di Bellino, una valle cortissima, meno di dieci chilometri tra pascoli stupendi, pinete di larice, case di pietra e la strana leggenda legata a Rocca Senghi e alle ire del Diavolo: una strana roccia che pare lanciata contro la montagna, con tanta forza da farla penetrare e rimanere li, come sospesa nel vuoto!
Siamo a S. Anna di Bellino, dove la strada termina sulla riva del torrente e dei pascoli.
A colpire la nostra fantasia è stato quel nome altisonante Casa Alpina “Excelsior” e così decidiamo di sostare per il pranzo.
La grande struttura è una sorta di albergo che accoglie giovani e anziani nei mesi estivi, ma alla nostra richiesta se possiamo pranzare ci fanno gentilmente accomodare in una saletta per gli ospiti di passaggio.
Semplice ma pulito, non bado alla mancanza di tovaglie di lino, bicchieri di cristallo e posate d’argento! E’ uno di quei posti dove trovi cortesia, pulizia, simpatia, buona cucina a prezzo modico e quando esci ti riprometterci di tornarci quando ti ritrovi a transitare in zona.
E così è stato! L’ho adottato, come ho fatto con altri locali meritevoli.
Nella saletta siamo gli unici, di settimana, a luglio, i pochi turisti che si spingono in questa valle semi nascosta non sanno di questo ristorante e si fermano sulla carrozzabile per il valico. Dalla sala accanto ci giungono le voci dei ragazzi che soggiornano e rompono il silenzio di questo luogo di pace.
Il personale di sala e di cucina sono tutti giovanissimi, studenti dell’alberghiero che nel periodo delle vacanze lavorano come stagionali: bravi ragazzi! Daniela si occupa dei conti, ma viene lei a servirci al tavolo salutandoci con un sorriso, in cucina Francesco il cuoco indaffaratissimo si affaccia sulla porta e saluta con un sorriso, poi torna al lavoro con Giulia l’aiuto cucina.
Tutto è buono, dal piatto degli antipasti con il salame crudo, l’insalata russa, la carne marinata e i pomodori con una squisita salsa verde, tipo “bagnètto piemontese”.
Anche il primo è una graditissima pasta con prosciutto e panna, delicata e gustosa, ma il secondo è ancora più indimenticabile... peperonata alla vecchia maniera, con una gustosa salciccia.
Il piatto di formaggi è da ricordarselo! Per una che adora i formaggi non sapevo quale assaggiare per primo, ci sono formaggi locali e altri della valle, ma anche formaggi tipici, come il gorgonzola.
I due cesti di frutta, ben presentati sono una invitante attrazione con mele, pesche e albicocche, ma le abbondanti porzioni mi fanno desistere per lasciare il piccolo spazio rimasto da occupare con una sorta di tiramisù, ma fatto con le fette biscottate di cui Francesco dice di avere fatto un esperimento: faccio volentieri da cavia, apprezzo i giovani che usano la fantasia e poco importa quale sia poi il risultato, le idee se non sono del tipo “famolo strano” le gradisco sempre e comunque.
Tutti giovanissimi e cuneesi, Francesco Pecollo, il cuoco ha comunque ottime basi apprese alla Scuola Alberghiera di Dronero (CN) ed è anche cuoco di un catering di Staffarda; Giulia Racca, l’aiuto cucina lavora anche a San Vitale di Busca e Daniela Demarchi di Cardè che si occupa della contabilità all’occorrenza non disdegna di servire ai tavoli.
E il prezzo? Antipasti misti, primo, secondo e contorno, frutta, dolce, acqua e caffè: euro 10 da lunedì a venerdì. Sabato e domenica 12 euro, ma il menu è ancora più ricco.
Pernottamento e colazione euro 20 - mezza pensione euro 25 - pensione completa euro 35.
Apertura stagionale, dal 15 giugno al 15 settembre
Casa Alpina Excelsior - Fr. S. Anna di Bellino (CN) - tel. 0175956022

di Alexander Màscàl
foto Matteo Saraggi