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SOSTE GOLOSE
Alto Salento, non solo mare
Alto Salento, certamente la sola idea
evoca il mare, ma non solo… Perché in questa zona a Sud dello
stivale è possibile trovare ancora i sapori di una volta legati
all’enogastronomia e tanti, inaspettati, splendidi paesaggi rurali.
E’ un po’ lo spirito con cui il Gal Alto Salento (www.galaltosalento.it)
promuove in maniera sempre più dinamica questo territorio. Per
farlo conoscere dunque non solo per il suo splendido mare, ma anche per
i prodotti agricoli e il paesaggio rurale, che tutto il mondo ci invidia,
nonché per i suoi centri storici e e i prodotti tipici. La finalità
sembra essere ormai quella sempre più dominante: destagionalizzare
il turismo. Riflettori puntanti quindi sulle sterminate distese di ulivi
secolari, sui parchi naturali, i siti archeologici e le più prestigiose
aziende dell’enogastronomia e della ricettività salentina.
A cominciare dagli alberghi, ne citiamo due solo a Ostuni, La Terra (www.laterra.it)
e il Relais Sant’Eligio (www.santeligiorelais.it),
entrambi quattro stelle. L’uno è un elegante palazzo del
XVI-XVII secolo nel cuore del centro storico della città bianca,
l’altro un’antica stazione di posta del ‘500, lungo
le mura della cittadina. Ma veniamo alla tavola, vera e propria regina
di questi luoghi. Al ristorante Odissea di Ostuni, per esempio, condotto
da Anna Tasselli (www.ristoranteodissea.it),
è possibile vivere un idilliaco incontro tra terra e mare, con
piatti tradizionali rivisitati dalla fantasia dello Chef. Qui è
possibile assaggiare carpaccio di lonza salada, carciofi e canestrato
pugliese, parmigiana di zucchine con ricotta e scamorza affumicata, cupoletta
di fave con peperoni e cacio ricotta fresco, raviolo di pesce spada marinato
con gamberi rossi di Gallipoli e tante altre prelibatezze, come il calamaro
ripieno di cicorielle selvatiche su vellutata di patate e cozze, lasagnette
con crema di carciofi e mozzarella, tagliolino con salsa di voltole, favette
e cipollotto, millefoglie di orata con melanzane grigliate al timo e pomodorino.
Il tutto innaffiato dai buoni vini delle Cantine Due Palme di Cellino
San Marco (www.cantineduepalme.it),
una cantina cooperativa, che tra gli ultimi nati vanta: Bagnara bianco,
Fiano del Salento, Due Palme, rosato prodotto con Negroamaro e Malvasia
nera del Salento, e il rosso Sirah. Cantine Due Palme, tra l’altro,
è stata premiata anche quest’anno per la seconda volta dopo
il successo del 2007, con Premio Speciale al 17mo Concorso enologico internazionale
VinItaly di Verona. Al ristorante Cibus di Ceglie Messapica che, citato
da numerose guide nazionali e internazionali, è condotto da Angelo
Silibello (www.ristorantecibus.it),
a tavola si può degustare il meglio della tradizione per l’accurata
e attenta ricerca sia sulle ricette che sugli ingredienti di prima qualità:
gnocchetti di patate con galum (impasto di origini romane tratto dalla
fermentazione del pesce), avvolti in una foglia di scarola, patata cotta
sotto la cenere e lombo di vitello podolico, una razza autoctona, servita
dopo una lunga frollatura. Anche i dolci sono preparati da sapienti mani,
con pan di spagna cotto al forno di pietra a legna e uova fresche di giornata
di pollastra giovane, il tutto ricoperto di panna di mucca di razza podolica.
Ma forse il protagonista assoluto qui è il biscotto cegliese, a
base di mandorle cegliesi per l’appunto, con un cuore di amarena
fatta in casa, che un Consorzio promosso da fornai e ristoratori locali
coordinati dall’agronomo Felice Suma tutela con tanto amore perché
diventi presidio Slow Food e riesca quindi ad ottenere la Denominazione
di Origine Protetta. Tutte le prelibatezze servite al ristorante Cibus
– provare per credere! - si accompagnano egregiamente con i vini
dell’azienda agricola Tenute Rubino di Brindisi (www.tenuterubino.it),
tra cui tre etichette sicuramente da segnalare: Saturnino, un rosato ricavato
dal Negroamaro; Viselio, un Primitivo del 2006, e infine un dolce Aleatico,
magari ricavato dalla vendemmia del 2007. Un menu classico a base di orecchiette
con cime di rapa e arrosto misto, invece, è possibile degustarlo
al ristorante Porta Nova di Carovigno. Un’altra tappa, se vi trovate
da queste parti, sicuramente da non perdere!
Leonella Zupo
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