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SALUTE
E BENESSERE
Clonazione
No di Coldiretti e Slow Food all’EFSA
Coldiretti e Slow Food Italia hanno espresso
il proprio parere negativo sulla possibilità di autorizzare la
produzione e la commercializzazione in Europa di prodotti derivanti dalla
clonazione animale, nella consultazione pubblica avviata dall’Autorità
Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) iniziata l’11 gennaio
2008. Lo annunciano le due organizzazioni in occasione della conclusione
della fase di consultazione aperta sul progetto di parere presentato dall’EFSA.
L'Autorità per la Sicurezza alimentare nel progetto di parere sostiene
infatti che, nonostante morti e malattie negli animali clonati siano significativamente
più alte di quelli di altri animali, la tecnica della clonazione
potrebbe essere usata con successo in bovini e maiali, senza alcun impatto
ambientale. Coldiretti e Slow Food Italia, dopo aver analizzato il progetto
di parere, hanno motivato la propria posizione contraria avvalendosi del
contributo scientifico di studiosi ed esperti del settore, focalizzandosi
quindi su alcune questioni fondamentali. Dal punto di vista delle esigenze
della produzione, l’attuale situazione della produzione animale
non richiede ulteriori passi verso la sua omogeneizzazione. L’inseminazione
artificiale praticata negli allevamenti intensivi soddisfa le esigenze
degli allevatori in termini di controllo delle caratteristiche genetiche
e della tempistica. Inoltre l’uniformità del bestiame potrebbe
rappresentare un elemento negativo a fronte di malattie impreviste.
Altri elementi fondanti la tesi espressa da Coldiretti e Slow Food Italia
risiedono nella impossibilità, in ragione dell’attuale livello
delle informazioni disponibili, di prevedere le conseguenze di una scelta
simile a lungo termine - come il caso BSE ha dimostrato - e nella violazione
di quanto disciplinato a livello europeo in materia di benessere animale.
A tal proposito, gli esperimenti condotti finora su animali clonati dimostrano
che le loro condizioni di vita non rispettano i principi di base del benessere
animale, violando la stessa normativa europea in materia, per esempio
rispetto alla funzionalità del sistema immunitario, ai livelli
di crescita e di fertilità. D’altro canto i Paesi in via
di sviluppo, che avrebbero bisogno di incrementare il consumo di proteine
animali, non sarebbero beneficiati dalla produzione di animali clonati,
non soltanto per gli ingenti costi che essa richiede, ma anche perchè
in questo modo essi andrebbero a rafforzare la propria dipendenza da quelli
maggiormente sviluppati. Sarebbe molto più importante sostenere
i Paesi in via di sviluppo nel mantenimento delle proprie produzioni,
soprattutto quelle di sussistenza e di piccola scala.
Ed infine, l’aumento di uniformità nel settore della produzione
animale danneggerebbe anche la conservazione della biodiversità
delle razze animali, non contribuendo certamente al raggiungimento degli
ambiziosi obiettivi che la Comunità Europea si è posta in
tale ambito. La salvaguardia di allevamenti locali e tipici per la produzione
alimentare secondo Coldiretti e Slow Food può giocare un ruolo
chiave in termini di resistenza alle malattie, oltre che per il mantenimento
delle tradizioni e per l’implementazione di economie locali, mentre
la clonazione potrebbe rappresentare un passo indietro per lo sviluppo
rurale, la sovranità alimentare e la protezione della salute. Il
documento di Coldiretti e Slow Food è una risposta all’Efsa
che ha richiesto i commenti delle parti interessate e della comunità
scientifica, affinché essi contribuiscano alla stesura del parere
definitivo richiesto dalla Commissione Europea e che dovrebbe essere pronto
per il mese di maggio del 2008.
Per informazioni
Ufficio Stampa Slow Food
Paola Nano, p.nano@slowfood.it, cell. 329 8321285
Ufficio Stampa Coldiretti
Paolo Falcioni, falcioni@coldiretti.it, cell.335 8245417
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