SALUTE E BENESSERE

Ricerca su alimenti ricchi di antiossidanti
Meno efficaci se assunti con il latte. Studio INRAN pubblicato su Free Radical Biology and Medicine.

E’ ormai noto che gli alimenti ricchi di antiossidanti hanno effetti protettivi sulla salute. Ma li mantengono anche se consumati insieme ad altri alimenti, come avviene normalmente nei pasti di ogni giorno? Da questa domanda è partito lo studio - coordinato da Mauro Serafini del Laboratorio di Ricerca sugli Antiossidanti dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) e svolto nell’ambito del Progetto “Qualità” finanziato dal MIPAAF (Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali). L’obiettivo era quello di verificare se i mirtilli, dotati di un’elevata potenzialità antiossidante, qualora siano consumati con il latte, presentino una diversa Capacità Antiossidante Totale (TAC) in vivo e una modificata biodisponibilità degli acidi fenolici, rispetto ai mirtilli da soli.
Già precedenti studi d’intervento condotti sull’uomo dal gruppo di ricerca INRAN hanno mostrato come, a seguito dell’ingestione di alimenti ricchi in antiossidanti (es. tè e cioccolato) associati con il latte, la biodisponibilità dei composti fenolici e l’attività antiossidante in vivo siano significativamente ridotte, rispetto all’ingestione di tali alimenti in assenza di latte. L’ipotesi di lavoro si basa sull’effetto inibente l’assorbimento dei fenoli in conseguenza della forte affinità con le proteine degli alimenti, in questo caso del latte.
Undici volontari sani (6 uomini e 5 donne) a digiuno, seguendo un preciso disegno sperimentale, hanno consumato 200 g di mirtilli più 200 ml di acqua, e, a distanza di una settimana, 200 g di mirtilli più 200 ml di latte intero. Tutti sono stati sottoposti a prelievi di sangue venoso, sia prima, sia 1, 2 e 5 ore dopo l’ingestione. I risultati, pubblicati su Free Radical Biology and Medicine, hanno evidenziato che i mirtilli da soli inducono un potenziamento significativo delle difese antiossidanti plasmatiche endogene (FRAP +6,1%, TRAP +11,1%) e dei livelli di acido caffeico e acido ferulico nel plasma. Quando, invece, vengono ingeriti con il latte, non si verifica alcun potenziamento delle difese antiossidanti plasmatiche e si ha una riduzione delle concentrazioni degli acidi caffeico (-49,7%) e ferulico (-19,8%) nel plasma rispetto a quando sono consumati senza latte.
“I composti ad azione antiossidante sono caratterizzati da una scarsa biodisponibilità – afferma Mauro Serafini – solo tra l’1 ed il 5% della quantità ingerita viene assorbita nel tratto gastro-intestinale. Diventa allora importante comprendere come l’associazione tra alimenti diversi possa modificare sostanzialmente le loro proprietà antiossidanti in vivo e la biodisponibilità delle molecole bioattive in essi contenute. Tanto più che, in una normale alimentazione, i cibi vengono consumati nell’ambito di un pasto, cioè associati tra loro, con effetti che potrebbero essere molto diversi da quelli che ci aspetteremmo e che avremmo se gli alimenti fossero consumati da soli. Capire come funziona questo meccanismo - conclude il coordinatore dello studio – consentirebbe di valutare correttamente il ruolo degli antiossidanti di origine vegetale nella prevenzione dello stress ossidativo in vivo e di suggerire ai consumatori le corrette modalità di consumo per ottimizzare l’apporto di molecole bioattive funzionali”.
- www.inran.it