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SALUTE
E BENESSERE
Erbe medicinali si cambia: al via alla registrazione semplificata
Dal primo maggio entra in vigore la Direttiva Ue che disciplina
l'uso delle erbe officinali. Cambiano i tempi, i modi e i requisiti che
devono avere i prodotti della medicina cinese, ayurvedica, tibetana. La
discussione impazza sul web, dove in molti si preoccupano per la scomparsa
di medicinali ed integratori alimentari a base di estratti vegetali
Tutti in allarme per le piante medicinali. Dal primo maggio è entrata
a regime una normativa che ne disciplina l'utilizzo, la produzione, la
trasformazione e la commercializzazione. In particolare, secondo la Direttiva
2004/24/CE 1, entro sette anni i prodotti vegetali classificati come "medicinali
vegetali tradizionali" (Herbal Medicinal Drug) devono adeguarsi a
uno specifico iter registrativo per essere immessi sul mercato. E così,
gli esperti del settore temono che i prodotti non allineati possano rischiare
grosso.
L'allarme per la scomparsa di medicinali e integratori alimentari a base
di estratti vegetali è stato amplificato da internet e dai numerosi
blog sull'argomento che, in alcuni casi, parlano di "catastrofe".
L'acceso dibattito riguarda la natura delle erbe medicinali, tutti si
chiedono se debbano essere considerate alimento o farmaco, se ci saranno
limitazioni in Italia all'utilizzo di fitoterapici e integratori e se,
soprattutto, la Direttiva europea 2004/24 si concretizzerà in una
restrizione della libertà di cura. Alliance for Natural Health
(ANH), il sito di Naturamedica.com insieme a molte altre associazioni
di consumatori europei e non solo, hanno lanciato petizioni cui hanno
fatto riscontro decine di migliaia di adesioni, affinché la European
Directive on Traditional Herbal Medicinal Products (THMPD) non diventi
operativa.
LE PIANTE PIÙ 'DISCUSSE'. Il problema riguarda soprattutto le piante
medicinali utilizzate dalla medicina tradizionale cinese, ayurvedica,
tibetana e altre che, pur rientrando in una lunga tradizione d'uso, non
rispondono ai requisiti richisti. Quelli cioè relativi all'impiego
medicinale di efficacia, sicurezza e qualità documentati in base
a risultati di prove chimico-fisiche, biologiche e microbiologiche, pertanto
queste non potranno essere oggetto di autorizzazione all'immissione sul
mercato. "L'entrata in vigore della 2004/24/CE non cambierà
niente per gli erboristi e per i consumatori, attualmente infatti la Direttiva
non riguarda il settore erboristico propriamente detto in quanto si applica
solo a piante e derivati vegetali classificati come "medicinali
vegetali tradizionali" - a parlare è Angelo Di Muzio, presidente
della Federazione Erboristi Italiani (FEI), aderente a Confcommercio -
e quindi non è riferita genericamente a tutti i prodotti a base
di piante ed estratti vegetali, specie quelli inquadrati nel settore degli
integratori alimentari a base di piante officinali".
LA SITUAZIONE EUROPEA. In Europa negli ultimi tre anni sono stati autorizzati
circa 160 "medicinali vegetali tradizionali" di questi
la maggior parte in Germania (60) e in Gran Bretagna (40). L'Italia ne
ha uno solo, il Pelargonium sidoides, il cui estratto è impiegato
per le infezioni delle alte vie respiratorie. La Direttiva europea 2004/24/CE
oltre a definire le caratteristiche di una nuova categoria di prodotti
chiamati appunto "medicinali vegetali tradizionali", si propone
di favorire una speciale procedura semplificata per la loro registrazione
e di armonizzare a livello comunitario le differenze esistenti tra le
disposizioni dei singoli stati membri riguardo i medicinali tradizionali.
Tutto questo per ovviare eventuali discriminazioni di concorrenza tra
i produttori e tutelare la salute pubblica.
LE CARATTERISTICHE RICHIESTE DALLA NORMATIVA. Ma quali sono i requisiti
richiesti dalla 2004/24/CE e in che consiste l'iter registrativo? "L'impianto
normativo prevede un processo di registrazione abbreviato e semplificato
- spiega Fabio Firenzuoli, direttore del Centro di Medicina Naturale
dell'ospedale di Empoli - i "medicinali vegetali tradizionali"
sono considerati "farmaci" ma registrati solo come prodotti
da banco per bocca, contenenti estratti di piante che hanno superato i
controlli di qualità e sicurezza e per i quali non sono richiesti.

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